I savonesi Nathan, nell’occasione tribute band pinkfloidiana,
sabato 20 erano di scena a Cicagna,
nell’entroterra genovese, in uno splendido teatro che meriterebbe sempre
adeguata cornice di pubblico. Il concerto è stato organizzato in collaborazione
con MusicArTeam.
E’ la band che ho visto di più nell’arco dell’anno… quattro
situazioni totalmente diverse, ma sempre con ottimi risultati, nonostante le
condizioni a volte sfavorevoli, come in questo caso, e vedremo perché.
E’ questa per me un’ulteriore occasione per un “lamento”, per
cercare di capire, per trovare la chiave
di accesso… la password che, una volta introdotta correttamente, sblocchi la
situazione e aiuti ad attivare tutti i sensi e a modificare i comportamenti,
pensando che non tutto è dovuto, ma ogni tanto occorre impegnarsi e premiare
chi agisce. Non servirà a niente, ma forse qualcuno avrà qualche suggerimento
da darmi.
La cosa che mi ha fatto più male nell’occasione, è stato
leggere la delusione sui volti dei due gestori del Teatro, che danno
quotidianamente fondo a tutte le risorse
disponibili, probabilmente anche economiche, per realizzare una stagione
teatrale che possa essere un benefit per la comunità.
Certo, un benefit, perché in momenti di nera crisi come
quello attuale, ciò che veniva proposto ieri, ad esempio, erano 2 ore di degna
musica, precedute da un buffet sostitutivo di un pasto, alla modica cifra di …
12 euro. Cicagna non è il posto più comodo del mondo, ma è sufficientemente
vicino ad importanti agglomerati urbani, e un po’ di attenzione verso chi si
muove a favore della comunità occorrerebbe averla. Magari qualche autorità
locale che si occupa di cultura…
Beh, in fondo una cinquantina di persone, molto calorose tra
l’altro, non è fatto da disdegnare, ed altre band più famose dei Nathan hanno
avuto lo stesso pubblico, in tempi recenti, ma resta il fatto che senza l’aiuto
e la comprensione di chi vive nel territorio, i teatri smetteranno di
funzionare, e i musicisti non professionisti (che sono la quasi totalità…)
anche se mossi da enorme passione, ci penseranno bene prima di fare 100
chilometri e impegnare un’intera giornata. Eh sì, anche questo deve essere
chiaro, nella migliore delle ipotesi un concerto dura 8 ora, tra viaggi,
soundcheck e performance.
Il concerto era nato sotto molteplici difficoltà, e per
evitare sorprese (era possibile l’assenza improvvisa di un musicista, per
motivi lavorativi) era stato “formato” un elemento supplementare, che a conti
fatti ha suonato, bene, metà concerto, dividendo il lavoro con il “titolare”.
Qualche problema tecnico, risolto sul filo di lana, non ha
impedito di ottenere un buon risultato, fondato su di un repertorio classico di
cui presento esempio a seguire.
Personalmente ho apprezzato il carattere della band (le
qualità artistiche le conoscevo bene), che ha saputo superare moltissime
difficoltà (non tutte raccontabili), confortandomi su ciò che è diventato per
me un dogma, una legge ferrea di vita che riguarda l’assoluta insostituibilità del
lavoro di squadra, quando si vuole raggiungere un obiettivo.
Per saperne di più sui Nathan (oltre a trovarli più volte
citati all’interno di questo blog), cliccare sul link di MusicArTeam, alla voce “Scuderia”:
2° filmato