Compie gli anni oggi, 1 di novembre, Anhony Kiedis, noto frontman dei Red Hot Chili Peppers.
Ho rispolverato un vecchio post dove raccontavo il mio… sgomento, a
seguito della lettura della suo autobiografia.
Sono partito per le vacanze con ...
una scorta di libri che erano in “parcheggio”, da
mesi, nella mia libreria.
Ho dato la precedenza alla musica, mio importante interesse,
cercando di ampliare le conoscenze.
Tra le letture scelte c’era anche “Scar Tissue”, autobiografia di Anhony Kiedis, ovvero il leader dei Red Hot Chili Peppers.
Nonostante sia una band famosa anche sulla luna, sono per me un’incognita.
Ricordo solo alcuni brani, quelli passati sovente su MTV, e il
poco ascoltato non ha lasciato in me nessun desiderio istintivo di andare in
profondità.
Ma il mio morboso interessamento verso gli aspetti più
trasgressivi e pericolosi dell’esistenza umana hanno fatto sì che divorassi letteralmente il
libro.
Ora che ho completato la lettura ho voglia di scoprire l’universo Chili Peppers, e sono certo che lo farò
in breve tempo.
Forse ogni gruppo emergente, ma già in luce, dovrebbe creare e
pubblicizzare la propria vicenda biografica, evidenziarla, così come accade per
gli album in uscita.
Ho l’impressione che la lettura alimenti la curiosità e la voglia
di andare a ritroso.
Nel caso specifico, “Scar
Tissue” lo vieterei ai minori.
Ciò che ho letto ha dell’inverosimile e, nonostante la mia
non più verde età sia testimonianza di esperienza, non avrei mai pensato che si
potessero raggiungere certi estremi senza soccombere.
Ad un certo punto mi è venuto spontaneo pensare che Keith Richards, al confronto di Kiedis, sia un esempio di star cresciuta a pane e latte.
Perché scrivo “lo vieterei
ai minori”?
Non sono un moralista, e leggendo il libro è facile capire da dove
nascano, nel caso specifico, i comportamenti deviati.
Un esempio su tutti: Anthony è introdotto dal padre all’uso delle
droghe e dell’alcool… a soli undici anni.
Però… alla fine del libro ho espresso
ironicamente il dubbio che tutti i calcoli che facciamo sull’uso dei
medicinali prescritti da medico, tutte le elucubrazioni sul prendere un
antidolorifico prima o dopo i pasti, tutta la cautela legata alla tachipirina
che si può assumere solo se si arriva la limite dei 38 gradi, siano forse
infondati, perché comunque il nostro corpo sopporta l’inimmaginabile.
Questo potrebbe essere un messaggio negativo di cui i nostri
giovani, e ovviamente poco responsabili figli adolescenti, potrebbero
appropriarsi.
Vedo ogni giorno come i ragazzi siano affascinati dalla
trasgressione (come lo sono stato io a mio tempo) e leggere che si può rimanere
una settimana intera in casa, riempiendosi il corpo di qualsiasi tipo di
droga, smettendo solo alla fine della materia prima, ed essere sempre sulla
cresta dell’onda, potrebbe far pensare che in fondo il nostro fisico e la
nostra mente alla fine vincano sempre.
Mi piacerebbe dire la mia, e approfondire questi problemi, ma
voglio rimanere in tema “musica derivante da libro”.
Il "povero" Kiedis ha ora 46 anni, e non
credo che la vecchiaia
serena (a cui
tutti prima o poi anelano) sia per lui
cosa certa.
Da un anno è diventato padre e mi immagino che questo sia un
ottimo motivo per scegliere di vivere.
Riepiloghiamo.
“Scar Tissue” è l’autobiografia onesta e
appassionata di Anthony Kiedis, autore dei testi e voce dei Red Hot Chili
Peppers, una delle rock band di maggior successo al mondo.
E’ il racconto di un’esistenza intensa, a volte forse persino troppo...
Cresciuto nel Midwest, a undici anni inizia una vita totalmente
sballata nel sottobosco underground di Los Angeles.
Fino a quando incontra la musica e per la prima volta la sua vita
acquista un senso.
Insieme a tre compagni di scuola fonda i R.H.C.P., che
rivoluzionano la scena rock americana, unico gruppo capace di influenzare
un’intera generazione di musicisti venuti dopo di loro.
Ma c’è un prezzo da pagare sia per il successo sia per l’eccesso.
E così Kiedis ci racconta anche la morte per overdose dell’amico
Hillel Slovak e la sua personale lotta contro la tossicodipendenza .
Ma anche l’incontro con il Dalai Lama o il concerto di Woodstock davanti
a mezzo milione di persone.
“Scar Tissue “ è tutto questo: essere tra
gli dei e toccare il fondo, vivere in modo scellerato per
conoscere, forse un domani, la redenzione.
Dalla lettura non risulta a me chiara la nascita della sua
passione musicale.
A differenza di tutte le rockstar di cui ho letto, innamorate da
subito di uno strumento, di un gruppo, di un genere musicale, Kiedis sembra
arrivato sul palco, a ventitré anni, per caso assoluto, come se fosse una delle
sue tante “bravate”.
Probabilmente era sua intenzione dare un’ immagine di vita, al di
là della musica.
Forse era sua volontà passare un forte messaggio rivolto ai
giovani, quegli stessi giovani a cui non farei leggere questa storia.
Kiedis ci vuole raccontare del suo tunnel privo di sbocco, pieno
di privilegi, soldi, agi di ogni genere , ma … senza nessuna via di uscita.
Il brano che propongo è "Under the Bridge".
Inserito come secondo singolo nell'album" Blood Sugar Sex Magik", non doveva
inizialmente farne parte in quanto riportava alla mente di Anthony il periodo
più buio della sua vita, proprio come lui racconta:"Stavo
raggiungendo livelli veramente bassi, ero depresso e passavo le giornate in
giro per Los Angeles a farmi e ad avere contatti con Band mafiose".
Sotto a quel ponte, per giorni e giorni, c'era proprio Anthony .
Il video è stato considerato fra i 400 video più belli
nella storia della musica.
Dopo un introduzione con John Frusciante e
la sua chitarra, inizia una panoramica della parte più degradata di Los
Angeles.
Le ultime parole famose:
"Internet... ben presto esploderà in modo spettacolare, come una supernova, e nel 1996 collasserà catastroficamente"(Robert Metcalfe, fondatore della 3Com, inventore dello standard Ethernet, 1996)
2 commenti:
R.H.C.P....li ho ascoltati di "rimbalzo" come sono solita dire quando,per forza di cose, devo condividere la musica con altri, in questo caso mia figlia.
E' stata ed è,(adesso un pò meno), una fan di questo gruppo che mi ha "propinato" per anni...attaccando poster per ogni dove (credo ne abbia ancora uno attaccato nella sua stanza-tana) ed ascoltando a tutto volume la loro musica. Tant'è che,prestando bene l'orecchio mi sono resa conto che "sregolatezze" a parte,(ma esclusi i Jethro, si salva qualcuno?), mi piacciono ed ho cominciato ad apprezzarli ed ascoltarli volentieri...ogni tanto!. L'anno scorso poi "Snow", mi pare si chiamasse, era il brano che passava più volte in radio.
Devo dire che alcuni brani sono, a gusto mio, veramente belli come quello da te proposto, altri meno. Il libro però mi incuriosisce... se lo trovo me lo compro! Merci!
Raffa
Grande band..ti consiglio l'album
"Californication" un mix di sound meraviglioso...
Ciao
Pino
P.S.
cercherò il libro...mi incuriosisce..
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