mercoledì 8 marzo 2017

PRESENCE-“MASTERS AND FOLLOWING”


PRESENCE-“MASTERS AND FOLLOWING”
Black Widow

E’ stato rilasciato nell’ottobre scorso, a distanza di otto anni dal precedente “Evil Rose”, Masters And Following, nuovo album dei Presence. 
Il doppio CD, con una seconda parte live, rappresenta un’ottima occasione per chi conoscesse in modo superficiale il lavoro di questa band, essendo la somma di brani inediti e di spezzoni di precedenti concerti, dai quali si può trarre una sintesi della loro filosofia musicale.

La band è consolidata e vede in rilievo la frontwoman Sophya Baccini alla voce, Enrico Iglio alle tastiere e percussioni e  Sergio Casamassima alle chitarre.
Ho rivolto a Sophya alcune domande che riporto a seguire assieme al pensiero dell’artista, e ciò permette di afferrare qualche dettaglio oggettivo e di fare il punto sull’attuale situazione del gruppo.
Conosco la frenetica attività della cantante napoletana, che immagino sia affiancata – come intensità – da quella dei suoi compagni di viaggio, e questo pensa possa spiegare una discografia ridotta quantitativamente, se messa in relazione ai 27 anni di vita, ma i Presence si sono ormai ritagliati un ruolo importante in un settore particolare della musica, anche oltre i confini nazionali.

Masters And Following è quindi diviso in due parti ben distinte.

Nel primo CD troviamo la nuova fase “studio”, con tracce inedite e la proposizione di tre cover rivisitate secondo lo “stile Presence”: la mitica “The house of the hill” degli Audience, “Freeweheel burning”dei Judas Priest e “This town ain’t big enough for the both of us” degli Sparks.
La scelta di questi brani fornisce l’immagine attuale e precisa della band, da sempre ammantata da atmosfere dark e metalliche, ma affascinata dalla musica progressiva, quella più moderna e meno innamorata del “rimirarsi allo specchio”. E sì che ce ne sarebbe di materia per crogiolarsi dietro ad enormi skilss, vista la perizia tecnica, l’esperienza e il gusto di questi tre artisti ma, nonostante la presenza della forte personalità musicale di una delle vocalist più importanti nel circuito, ciò che emerge è l’amalgama, la miscela di competenze che produce tracce coinvolgenti.
Il tema proposto è una sorta di parallelismo tra epoche storiche differenti, con la sottolineatura della pochezza culturale in cui stiamo vivendo, momenti socialmente drammatici che si riversano su ogni rappresentazione del quotidiano e in tutte le varie sfaccettature racchiuse nella grande famiglia a cui generalmente attribuiamo il nome “ARTE”.

Sono 13 i brani del CD n.1, un viaggio sonoro e di atmosfera che non lascerà insoddisfatti gli amanti del rock a tinte scure. L’assimilazione completa necessita di ascolti ripetuti e approfonditi, e a quel punto diventerà chiaro come un prodotto esteticamente centrato possa essere anche di facile ascolto e accessibile ad un pubblico meno specifico del solito.

L’artwork, di cui parla la Baccini nel corso dell’intervista, contribuisce a confezionare il perfetto abbinamento musica-immagini-significati, oltre ad assumere un forte valore simbolico rispetto al messaggio dichiarato.

Il secondo CD è quello della rappresentazione di ciò che è stato, e permette di eseguire un’opera di comparazione rispetto al presente.
Come accennavo trattasi di un live, dove le 8 tracce iniziali – tra cui “Un dì quando le veneri”, tratto da “La traviata” di Verdi – sono la sintesi significativa di un lavoro iniziato lustri fa, a cui si aggiungono 6 episodi realizzati con orchestra.
La qualità non è eccelsa, ma la tecnologia dà modo di sopperire a pecche dovute alla registrazione, e il documento sonoro derivante diventa importante e complementare alla sezione iniziale: anche questo doppio volto, che si chiarisce nel corso dell’ascolto dei due CD, permette di creare un bilancio e di verificare un’evoluzione che è propria di ogni musicista.

Una sottolineatura per le capacità vocali e interpretative della Baccini messe a disposizione della musica, ambito in cui Sophya può giocare qualsiasi tipo di ruolo, dal classico al rock, dalla tradizione alla sperimentazione.

Un disco che non deluderà…


L’INTERVISTA

E’ da poco uscito per BWR l’album dei Presence “Masters and Following”: riesci a raccontarne i contenuti lirici e quelli prettamente musicali?

L'intenzione iniziale era quella di celebrare i 25 anni di attività con un album che comprendesse gli aspetti principali di tutto il nostro percorso. Musicalmente è l'album più completo che abbiamo mai realizzato. Abbiamo cercato di creare un parallelismo con i tempi storici in cui ci troviamo e la musica, intesa anche come arte figurata. Questo è anche l'aspetto che si trova nei testi, una riflessione approfondita sulla deriva e l'inconsistenza delle società attuali, forse provocata anche dall'urgenza dell'immediato.

Trattasi di un doppio CD che presenta una cospicua  parte live e una sezione orchestrale: una esplosione dopo una discreta “latitanza”…

Sicuramente per realizzare 'Masters and following'abbiamo impiegato molto tempo, in fase di scrittura prima e realizzazione poi... comunque ci sono state molte collaborazioni sia in studio che live, che hanno un pò dilatato i tempi.

A proposito, i tuoi impegni sono molteplici ma… che cosa rappresenta per te il progetto “Presence”?

I Presence sono il mio orgoglio, la mia palestra, la mia scuola, la mia prima espressione vocale nell’ambito del rock. Senza i Presence, e tutto il lavoro certosino di ricerca che abbiamo fatto insieme, non sarebbe mai esistita Sophya Baccini, non avrei mai avuto il coraggio di incidere un lavoro solista prima, “Aradìa”, e di formare i Sophya Baccini’s Aradia poi, registrando “Big Red Dragon”, con tutta la galleria di ospiti che vi hanno partecipato: Sonja Kristina, Christian Decamps, Lino Vairetti e lo stesso Enrico Iglio tra gli altri, per i quali ho scritto tutti brani originali cercando di rispettare la loro personalità. Non è stato facile ma, ripeto, avevo ormai le spalle forti dopo quasi 25 anni di militanza in una band così particolare, e musicalmente “esigente”.

Mi parli della tua squadra al lavoro, guests compresi?

Con i Presence in studio tendiamo a fare quasi tutto noi tre. Naturalmente ci sono musicisti che collaborano con noi, essenzialmente la sezione ritmica, così come nei concerti.

Nell’album sono presenti tre covers: con che criterio sono state scelte per essere funzionali al progetto?

Anche qui la lettura dei testi, in modo personale a volte, ha influenzato la scelta. Comunque sono alcuni dei gruppi che meglio hanno rappresentato le fasi di cambiamento che la musica, come la società, ha attraversato negli ultimi decenni.

Mi parli dell’artwork, decisamente azzeccato e sintesi del genere musicale che proponete?

La cover rispecchia quello che è il significato generale dell'album... la villa antica e fatiscente, che mostra il passato splendore potrebbe essere una rappresentazione dell'arte allo stato attuale, non tanto come qualità, ma come collocazione anche anacronistica del suo significato reale nel contesto dei tempi attuali, è stata magnificamente interpretata, secondo me, da Maru Maratesta che è l’autrice del disegno.

Come definiresti a parole la vostra musica?

In passato ci sono state molte definizioni al nostro sound, come 'prog metal dark' oppure 'heavy progressive', o ancora'art rock', ma a noi piace pensare ai Presence come una rock band.

Avete pianificato date live o incontri di presentazione del disco?

Stiamo pianificando alcuni concerti per la primavera inoltrata e anche una presentazione per la stampa al Palazzo delle Arti di Napoli. Inoltre dovrebbe uscire, entro l'anno, la ristampa rimasterizzata dei nostri primi due lavori, 'The Shadowing' e 'Makumba', in un unico full lenght CD; sono cose un tantino lunghe da organizzare, ma ci siamo quasi..

In questo mondo così decimato da azioni che si nascondono dietro a ideologie e religioni, che ruolo può avere la musica… quale contributo reale può dare l’arte in senso generale?

L'arte dovrebbe aiutare ad avvicinare le persone agli aspetti 'alti' della vita, alle riflessioni più profonde... purtroppo è facile strumentalizzare un quadro o una canzone facendone perdere il significato originale, rendendolo così solo un 'mezzo' per attestare questa o quella logica... forse è nelle sfere più recondite dell'anima che le arti potrebbero portare a qualche riflessione concreta, ma molto probabilmente dipende dallo spazio che l'arte stessa saprà ritagliarsi nell'incoerenza sociale e nell'improvvisazione generale di cui siamo testimoni.

Cosa c’è dietro l’angolo per Sophya Baccini… cosa per i Presence?

Ho appena saputo che con i Sophya Baccini’s Aradia parteciperò al Veruno 2days of prog+1 Festival, il 3 settembre 2017. Avremo come special guest Christian Decamps degli Ange, che si esibirà per la prima volta in Italia.
Faremo anche altri concerti con questa band, a partire dal prossimo aprile.
Con I Presence sono in programma presentazioni del nuovo album e concerti in primavera/estate, e, come ti ho già detto, la ristampa dei primi nostri due album.


TRACK-LIST
CD 1
MASTERS AND FOLLOWING
DELIVER
NOW
INTERLUDE
THE HOUSE ON THE HILL (Audience cover song)
FREEWEHEEL BURNING (Judas Priest cover song)
SPACE SHIP GHOST
THIS TOWN AIN’T BIG ENOUGH FOR THE BOTH OF US (Sparks cover song)
PRELUDE
SYMMETRY
COLLISION COURSE
ON THE EASTERN SIDE
THE REVEALING

CD 2 (LIVE)
SCARLET
THE SLEEPER AWAKES
LIGHTENING
THE DARK
EYEMASTER
JUST BEFORE THE RAIN
THE BLEEDING
UN DI’ QUANDO LE VENERI
Orchestral:
OVERTURE
HELLISH
J’ACCUSE
MAKUMBA
SUPERSTICIOUS
THE KING COULD DIE ISSUELESS

Sophya Baccini: Vocals
Enrico Iglio: Keyboards, percussions
Sergio Casamassima: Guitars
Guests:
Sergio Quagliarella: Drums
Mino Berlano: Bass