PRESENCE-“MASTERS AND FOLLOWING”
Black Widow
E’ stato rilasciato nell’ottobre scorso, a distanza di otto anni dal precedente “Evil Rose”, Masters And Following, nuovo album dei Presence.
Il doppio CD, con una seconda parte
live, rappresenta un’ottima occasione per chi conoscesse in modo superficiale
il lavoro di questa band, essendo la somma di brani inediti e di spezzoni di precedenti
concerti, dai quali si può trarre una sintesi della loro filosofia musicale.
La band
è consolidata e vede in rilievo la frontwoman Sophya Baccini alla voce, Enrico Iglio alle tastiere e percussioni e Sergio Casamassima alle chitarre.
Ho rivolto a
Sophya alcune domande che riporto a seguire assieme al pensiero dell’artista, e
ciò permette di afferrare qualche dettaglio oggettivo e di fare il punto sull’attuale
situazione del gruppo.
Conosco la
frenetica attività della cantante napoletana, che immagino sia affiancata –
come intensità – da quella dei suoi compagni di viaggio, e questo pensa possa
spiegare una discografia ridotta quantitativamente, se messa in relazione ai 27
anni di vita, ma i Presence si sono ormai ritagliati un ruolo importante in un
settore particolare della musica, anche oltre i confini nazionali.
Masters And Following è quindi diviso in due parti ben distinte.
Nel
primo CD troviamo la nuova fase “studio”, con tracce inedite e la proposizione
di tre cover rivisitate secondo lo “stile Presence”: la mitica “The house of the hill” degli Audience, “Freeweheel burning”dei
Judas Priest e “This town ain’t big
enough for the both of us” degli Sparks.
La scelta di
questi brani fornisce l’immagine attuale e precisa della band, da sempre
ammantata da atmosfere dark e metalliche, ma affascinata dalla musica
progressiva, quella più moderna e meno innamorata del “rimirarsi allo specchio”.
E sì che ce ne sarebbe di materia per crogiolarsi dietro ad enormi skilss,
vista la perizia tecnica, l’esperienza e il gusto di questi tre artisti ma,
nonostante la presenza della forte personalità musicale di una delle vocalist
più importanti nel circuito, ciò che emerge è l’amalgama, la miscela di
competenze che produce tracce coinvolgenti.
Il tema proposto
è una sorta di parallelismo tra epoche storiche differenti, con la
sottolineatura della pochezza culturale in cui stiamo vivendo, momenti socialmente drammatici che si riversano su ogni rappresentazione del quotidiano e in tutte
le varie sfaccettature racchiuse nella grande famiglia a cui generalmente
attribuiamo il nome “ARTE”.
Sono 13 i brani
del CD n.1, un viaggio sonoro e di atmosfera che non lascerà insoddisfatti gli
amanti del rock a tinte scure. L’assimilazione completa necessita di ascolti
ripetuti e approfonditi, e a quel punto diventerà chiaro come un prodotto
esteticamente centrato possa essere anche di facile ascolto e accessibile ad un
pubblico meno specifico del solito.
L’artwork, di
cui parla la Baccini nel corso dell’intervista, contribuisce a confezionare il
perfetto abbinamento musica-immagini-significati, oltre ad assumere un forte
valore simbolico rispetto al messaggio dichiarato.
Il secondo CD è quello della
rappresentazione di ciò che è stato, e permette di eseguire un’opera di
comparazione rispetto al presente.
Come accennavo trattasi di un live, dove
le 8 tracce iniziali – tra cui “Un dì
quando le veneri”, tratto da “La
traviata” di Verdi – sono la sintesi significativa di un lavoro iniziato
lustri fa, a cui si aggiungono 6 episodi realizzati con orchestra.
La qualità non è eccelsa, ma la
tecnologia dà modo di sopperire a pecche dovute alla registrazione, e il
documento sonoro derivante diventa importante e complementare alla sezione
iniziale: anche questo doppio volto, che si chiarisce nel corso dell’ascolto dei
due CD, permette di creare un bilancio e
di verificare un’evoluzione che è propria di ogni musicista.
Una sottolineatura per le capacità
vocali e interpretative della Baccini messe a disposizione della musica, ambito
in cui Sophya può giocare qualsiasi tipo di ruolo, dal classico al rock, dalla
tradizione alla sperimentazione.
Un disco che non deluderà…
L’INTERVISTA
E’
da poco uscito per BWR l’album dei Presence “Masters and Following”: riesci a
raccontarne i contenuti lirici e quelli prettamente musicali?
L'intenzione
iniziale era quella di celebrare i 25 anni di attività con un album che
comprendesse gli aspetti principali di tutto il nostro percorso. Musicalmente è
l'album più completo che abbiamo mai realizzato. Abbiamo cercato di creare un
parallelismo con i tempi storici in cui ci troviamo e la musica, intesa anche
come arte figurata. Questo è anche l'aspetto che si trova nei testi, una
riflessione approfondita sulla deriva e l'inconsistenza delle società attuali, forse
provocata anche dall'urgenza dell'immediato.
Trattasi
di un doppio CD che presenta una cospicua
parte live e una sezione orchestrale: una esplosione dopo una discreta
“latitanza”…
Sicuramente
per realizzare 'Masters and
following'abbiamo impiegato molto tempo, in fase di scrittura prima e
realizzazione poi... comunque ci sono state molte collaborazioni sia in studio
che live, che hanno un pò dilatato i tempi.
A
proposito, i tuoi impegni sono molteplici ma… che cosa rappresenta per te il
progetto “Presence”?
I
Presence sono il mio orgoglio, la mia palestra, la mia scuola, la mia prima
espressione vocale nell’ambito del rock. Senza i Presence, e tutto il lavoro
certosino di ricerca che abbiamo fatto insieme, non sarebbe mai esistita Sophya
Baccini, non avrei mai avuto il coraggio di incidere un lavoro solista prima, “Aradìa”, e di formare i Sophya Baccini’s
Aradia poi, registrando “Big Red Dragon”,
con tutta la galleria di ospiti che vi hanno partecipato: Sonja Kristina,
Christian Decamps, Lino Vairetti e lo stesso Enrico Iglio tra gli altri, per i
quali ho scritto tutti brani originali cercando di rispettare la loro
personalità. Non è stato facile ma, ripeto, avevo ormai le spalle forti dopo
quasi 25 anni di militanza in una band così particolare, e musicalmente
“esigente”.
Mi
parli della tua squadra al lavoro, guests compresi?
Con
i Presence in studio tendiamo a fare quasi tutto noi tre. Naturalmente ci sono
musicisti che collaborano con noi, essenzialmente la sezione ritmica, così come
nei concerti.
Nell’album
sono presenti tre covers: con che criterio sono state scelte per essere
funzionali al progetto?
Anche
qui la lettura dei testi, in modo personale a volte, ha influenzato la scelta. Comunque
sono alcuni dei gruppi che meglio hanno rappresentato le fasi di cambiamento
che la musica, come la società, ha attraversato negli ultimi decenni.
Mi
parli dell’artwork, decisamente azzeccato e sintesi del genere musicale che
proponete?
La
cover rispecchia quello che è il significato generale dell'album... la villa
antica e fatiscente, che mostra il passato splendore potrebbe essere una
rappresentazione dell'arte allo stato attuale, non tanto come qualità, ma come
collocazione anche anacronistica del suo significato reale nel contesto dei
tempi attuali, è stata magnificamente interpretata, secondo me, da Maru
Maratesta che è l’autrice del disegno.
Come
definiresti a parole la vostra musica?
In
passato ci sono state molte definizioni al nostro sound, come 'prog metal dark'
oppure 'heavy progressive', o ancora'art rock', ma a noi piace pensare ai
Presence come una rock band.
Avete
pianificato date live o incontri di presentazione del disco?
Stiamo
pianificando alcuni concerti per la primavera inoltrata e anche una
presentazione per la stampa al Palazzo delle Arti di Napoli. Inoltre dovrebbe
uscire, entro l'anno, la ristampa rimasterizzata dei nostri primi due lavori, 'The Shadowing' e 'Makumba', in un unico full lenght CD; sono cose un tantino lunghe
da organizzare, ma ci siamo quasi..
In
questo mondo così decimato da azioni che si nascondono dietro a ideologie e
religioni, che ruolo può avere la musica… quale contributo reale può dare
l’arte in senso generale?
L'arte
dovrebbe aiutare ad avvicinare le persone agli aspetti 'alti' della vita, alle
riflessioni più profonde... purtroppo è facile strumentalizzare un quadro o una
canzone facendone perdere il significato originale, rendendolo così solo un
'mezzo' per attestare questa o quella logica... forse è nelle sfere più
recondite dell'anima che le arti potrebbero portare a qualche riflessione
concreta, ma molto probabilmente dipende dallo spazio che l'arte stessa saprà
ritagliarsi nell'incoerenza sociale e nell'improvvisazione generale di cui
siamo testimoni.
Cosa
c’è dietro l’angolo per Sophya Baccini… cosa per i Presence?
Ho
appena saputo che con i Sophya Baccini’s Aradia parteciperò al Veruno 2days of
prog+1 Festival, il 3 settembre 2017. Avremo come special guest Christian
Decamps degli Ange, che si esibirà per la prima volta in Italia.
Faremo
anche altri concerti con questa band, a partire dal prossimo aprile.
Con
I Presence sono in programma presentazioni del nuovo album e concerti in primavera/estate,
e, come ti ho già detto, la ristampa dei primi nostri due album.
TRACK-LIST
CD 1
MASTERS AND FOLLOWING
DELIVER
NOW
INTERLUDE
THE HOUSE ON THE HILL (Audience cover song)
FREEWEHEEL BURNING (Judas Priest cover song)
SPACE SHIP GHOST
THIS TOWN AIN’T BIG ENOUGH FOR THE BOTH OF US
(Sparks cover song)
PRELUDE
SYMMETRY
COLLISION COURSE
ON THE EASTERN SIDE
THE REVEALING
CD 2 (LIVE)
SCARLET
THE SLEEPER AWAKES
LIGHTENING
THE DARK
EYEMASTER
JUST BEFORE THE RAIN
THE BLEEDING
UN DI’ QUANDO LE VENERI
Orchestral:
OVERTURE
HELLISH
J’ACCUSE
MAKUMBA
SUPERSTICIOUS
THE KING COULD DIE ISSUELESS
Sophya Baccini: Vocals
Enrico Iglio: Keyboards,
percussions
Sergio Casamassima: Guitars
Guests:
Sergio Quagliarella: Drums
Mino Berlano: Bass