Mio concittadino - ma ho
scoperto la sua esistenza solo da pochi mesi - muove in piena autonomia ciò che
un tempo sarebbe stato lavoro per una squadra nutrita e competente. Ovviamente
sto parlando di musica. A questo punto poco conta l’ambiente specifico in cui ama
navigare, ognuno di noi è catturato dal mondo dei suoni senza che intervenga la
razionalità, ma il suo essere open mind
fa sì che la specializzazione sul versante psichedelico non escluda il resto della
musica, purché esista il presupposto della qualità.
Scrittore di fanzine
totalmente in lingua inglese che compila quasi da solo, organizzatore di
eventi, gestore di uno spazio cittadino dedicato al suo scambio culturale
preferito, leader di un’etichetta discografica e chissà quante altre cose. Il
tutto con una materia base e comune: la psichedelica e il vinile.
Non svelo oltre, perché
nell’intervista a seguire emerge perfettamente l’essenza del lavoro di Davide
e, soprattutto, la sua dedizione totale ad un credo che, spero per lui, sia
condiviso anche in famiglia! Per molti aspetti mi riconosco in lui, soprattutto
per certi tratti caratteriali che vedo mancare alla maggioranza delle persone
che conosco: fare seguire rapidamente l’azione al pensiero; faccio quindi il
tifo per Davide, il cui coraggio imprenditoriale - e sto parlando di
atteggiamento e non di lavoro - va sostenuto in tutti i modo possibili.
Una riflessione legata
al mondo del vinile, quello che ho conosciuto sin dagli albori: erano i tempi del
magico “rito del vinile”, quando chi riusciva ad arrivare alla nuova uscita di Genesis o YES non la teneva per sé, ma cercava la condivisione con gli amici
più stretti, in una casa, con uno stereo spesso di infima qualità la cui
puntina iniziava da subito l’opera di erosione.
Erano anche i giorni
in cui si trovava sempre il tempo per socializzare davanti ad un LP, tutti
curiosi e affascinati dal nuovo rilascio. Perché riparliamo insistentemente di
vinile, nel 2016, un supporto fisico inadeguato per le nostre attuali velocità
e modi di vivere? Beh, forse si incomincia a sentire l'esigenza del rallentamento, del prendere un po’ di tempo per ritrovare il ritmo più
consono, e in questo senso un mezzo nato tanti lustri fa - sembra quasi un
paradosso - può accostarsi a necessità attuali per tentare una sorta di
rinascita. O forse è solo perché un disco dentro ad una copertina fantastica e
leggibile continua a fare sognare chiunque possegga un po’ di sensibilità.
Lo scambio di battute…
Siamo concittadini in
una piccola città, entrambi siamo attivi sul versante “cura e condivisione”
delle musica, eppure… ci siamo conosciuti solo da pochi mesi: chi è il
carbonaro, io o tu?
Direi entrambi… a parte gli scherzi, una delle pecche di come
viene vissuta la musica in Italia è la settorialità. Tu storicamente ti occupi
più di progressive rock, mentre io di psichedelia, ma se pensi che la matrice
rock è comune e che poi molto spesso il confine tra i due “generi” è molto
labile, trovo la cosa davvero incredibile. A Savona ci sono delle eccellenze
che solo da poco stanno convergendo verso un’unica direzione: ci abbiamo messo
tantissimi anni ma finalmente chi si occupa di cultura prova a collaborare
eliminando gli steccati che si erano misteriosamente creati. Comunque
l’apertura della sede in Vico Crema ha sicuramente facilitato l’incontro,
perché dopo una vita underground indirizzata all’estero e alle principali città
italiane, finalmente ho incentrato molto gli sforzi anche verso la mia città,
nel sovraumano sforzo di tentare ad aiutare una crescita culturale per i nostri
figli.
Mi ha stupito l’enorme
mole di lavoro che, da solo, riesci a compiere, ed evidenzio che è tutto tempo
sottratto alla famiglia e al tempo libero, e non è un lavoro nel senso tradizionale
del termine: che cos’è per te la musica?
Per me la musica è passione. Non c’è altra parola. Contrariamente
a te, io non sono musicista, ma da quando ho raggiunto l’età giusta (12/13
anni?) mi nutro costantemente di musica, avendo attraversato davvero molte
tipologie di ascolti: negli anni mi sono specializzato nella psichedelia e in
tutte i suoni limitrofi, ma i miei ascolti sono davvero polivalenti: l’unico
ambito al quale stento ancora ad avvicinarmi, sicuramente per pura ignoranza, è
il jazz… anche se ne apprezzo i classici…
Mi pare però giusto
dare dei contorni alla mia chiosa: quali sono le tue tante attività?
L’attività principale, nata ormai 17 anni fa, è sempre stata
la fanzine Vincebus Eruptum. Nata grazie alla collaborazione con i fratelli (o meglio zii)
di Vinyl Magic 3, è poi diventato un contenitore autonomo, che recentemente ho
deciso di mettere in letargo: forse per creare qualcosa di nuovo. Dalla fanzine
è nato tutto il resto: dall’etichetta discografica alla promozione di eventi,
fino alla collaborazione costante con il programma radiofonico Mr. Rock di
radio Savona Sound. L’ultima attività nata è l’organizzazione di Savona-Vinile,
prima fiera del disco da collezione che si è tenuta nel 2016 nella magnifica
cornice di Palazzo Santa Chiara: questo filone mi permette di essere più utile
alla mia città e spero di poter continuare nel tempo. Approfitto di questa
occasione per dire in anteprima che ci sarà un “warm-up” in occasione di
Albissola Comics a fine aprile.
Mi parli meglio della
tua etichetta discografica e dei tuoi… vinili?
L’etichetta è nata con l’obiettivo di pubblicare su vinile la
musica che più mi piace: tutto è nato ascoltando “The Satori In Elegance…” degli amici Sendelica: mi sembrava un
peccato che una band del genere non avesse la possibilità di pubblicare anche
su vinile.
Da allora sono passati quattro anni ed entro fine 2016
arriveremo alla pubblicazione di quindici diversi titoli. Diciamo che mi sono
tolto delle soddisfazioni collaborando e promuovendo amici (Captain Trips, The
Grand Astoria, Anuseye), pubblicando album davvero esemplari e raggiungendo il
sogno di pubblicare per la mia etichetta band di culto per i miei ascolti (come
i Linus pauling Quartet), o di ospitare su un disco da me prodotto idoli dei miei ascolti, come
Twink e Nik Turner nell’ultimo disco dei Sendelica.
Che tipo di progetto
è Psychedelic Battles?
"Psychedelic Battles" è un progetto nato nel 2015, sulla spinta
di una proposta di due amici, Peter Bingham e Riccardo Cavicchia, chitarristi
di due band amiche dell’associazione culturale Vincebus Eruptum,
rispettivamente Sendelica e Da Captain Trips. I due amici volevano collaborare
e chiesero a me di inventare un contenitore nel quale poter liberare la loro creatività:
da lì nacque il concetto di battaglia psichedelica, ispirata dalle cruente
battaglie medievali, dove al posto delle armi i cavalieri/musicisti potevano
usare i propri strumenti. L’ispirazione per la copertina è invece arrivata dal
“famoso” quadro raffigurante la battaglia di Orša, cittadina della Bielorussia
dove l’8 Settembre 1514 combatterono gli eserciti del Granducato di Lituania e
del Regno di Polonia, da una parte, e quello del Granducato di Mosca,
dall'altra. Il mix tra la rappresentazione storica della battaglia ed uno
strato di pura grafica psichedelica ha dato vita alla copertina: i vari volumi
della serie saranno differenti solo per le tonalità, mentre lo sfondo
‘medieval-cavalieristico’ resterà tale. Un’altra caratteristica delle "Psychedelic Battles" è il musicista a cui sono”intitolate”: ogni volume infatti
è dedicato a un guru del rock psichedelico. Il primo volume è stato dedicato a
Sky Saxon dei The Seeds, mentre il secondo volume a David Allen dei Gong. I
prossimi volumi? Sorpresa…
Passando al contenuto musicale, vero e proprio fattore
dominante delle "Psychedelic Battles", il primo volume ha visto la partecipazione
dei Gallesi Sendelica e degli italiani Da Captain Trips, mentre il secondo
volume condivide la musica dei Tedeschi The Spacelords e degli italiani Dhvani.
Finora tutta la musica rappresentata è puramente strumentale, ma questo non è
un vincolo delle "Psychedelic Battles", e probabilmente nei prossimi volumi
troveranno spazio anche brani cantati.
Il progetto sta avendo un buon interesse e ci sono molte band
che si stanno proponendo per sfidare a singolar tenzone altri progetti
musicali: nei prossimi mesi vedremo “combattere” gli Americani The Linus Pauling Quartet, i giapponesi Acid Mothers Temple, gli italiani Colt 38, gli americani
The Lucky Of Eden Hall, gli svizzeri Viaticum e molti altri!
Quando ho letto le tue
fanzine mi si è aperto un mondo… io che racconto a tutti come abbia vissuto a
fondo la musica, sin dall’adolescenza, ho fatto fatica a trovare qualcosa di
conosciuto: che tipo di ricerca musicale svolgi e quali sono i generi che preferisci?
Come già accennato
ascolto davvero di tutto e ritengo di avere una cultura rock sufficientemente
approfondita: mi sono dovuto specializzare sulla psichedelia perché se oggi
vuoi fare cose significative devi specializzarti in una nicchia. Grazie ai contatti
della fanzine, e a qualche amico più anziano di me, la ricerca è costante e non
terminerà mai.
Tutto il tuo
autarchismo può avere un paio di significati, sei un accentratore o non trovi
il giusto ausilio: cosa pensi del lavoro di squadra?
Mi hai beccato. Purtroppo sono un accentratore, anche se in
teoria credo nel lavoro di squadra. Spesso mi piace essere da solo, perché
adoro la reattività: per esempio incontrare Filippo Leonardi dei Pater Nembrot
il sabato sera, chiedergli come mai non esce il nuovo disco “Nusun” della sua band su vinile e la domenica
mattina chiamarlo per proporgli di pubblicarlo su etichetta Vincebus Eruptum. Questo
in una situazione di squadra non sarebbe possibile. Ho comunque degli amici che
mi aiutano e tantissimi associati, ma le decisioni “strategiche ed operative”
mi piace deciderle in autonomia, perché se non andassero bene saprei con chi
prendermela!
Che significato dai al
ritorno al vinile (ora anche al 45 giri)? Voglio dire… al di là dell’amore che
abbiamo per l’oggetto, quando viaggiamo - e credo che tu sia spesso su quattro
ruote - abbiamo bisogno d’altro!
Il vinile per noi appassionati e collezionisti non è mai
andato via! Oggi ritengo che si stia un po’ esagerando con questa moda,
anche se vedere adolescenti con un vinile in mano mi fa tornare indietro a
quando il sabato pomeriggio mi compravo un disco da Sperati e alla sera non
uscivo per ascoltarlo, anche perché avevo esaurito i fondi della settimana! Io
trovo che il cd sia morto: la dinamica ideale sarebbe pubblicare su vinile e
fornire il download code, in quanto come dici tu, in auto è molto comodo poter
accumulare file su una chiavetta.
Che piacere ti dà la
condivisione?
Enorme. L’apertura della sede in Vico Crema ha amplificato
questa possibilità e devo dire che poter parlare con amici o curiosi
occasionali di quello che faccio da tanti anni è una soddisfazione impagabile.
Per concludere parlami
un po’ del tuo futuro e dei tuoi progetti… musicali, of course!
Continuare a produrre
dischi (ne ho in cantiere te entro febbraio, tra cui il già citato “Nusun” dei Pater Nembrot, il nuovo disco
dei texani Project Grimm ed il terzo volume di Psychedelic Battles), inventarmi qualcosa al posto della fanzine e
riuscire a rifare Savona-Vinile a Palazzo Santa Chiara.
Un’ultimissima cosa, come ti si può trovare fisicamente, a
Savona, magari al sabato, in qualche via del centro… puoi fornire la giusta
indicazione?
Certo! Solo il sabato
mi si può trovare in Vico Crema 15 R, nel centro storico di Savona, a cinquanta
metri dalla celeberrima bottega della panissa, perché non dimentichiamo che “in Vico Crema oltre le fette c’è di più”…