Albanova è il biglietto da visita, fresco d’uscita,
della Officina
Acustica Quartet.
Dell’ensemble fanno
parte i seguenti musicisti: Claudio
Bellato alle chitarre, Enzo Cioffi
alle chitarre, Andrea Bottaro al
basso e Maurizio Pettigiani alla
batteria e percussioni; ospite speciale
nell’album Enzo Zirilli, battera e
percussioni.
Le dodici tracce
strumentali che compongono il disco, la cui creazione è suddivisa tra Cioffi e
Bellato, concentrano e sintetizzano il virtuosismo di artisti talentuosi che
trovano il comune denominatore nella voglia di disegnare, in modo accessibile a
tutti, generi e modi espressivi che a volte si tende a relegare in un angolo,
etichettandoli come adatti a nicchie e a situazioni ben precise.
La mia personale
percezione è che lo sforzo di fornire una facile chiave di lettura sia
evidente, forse frutto di pianificazione, o magari fatto inconscio – ma assolutamente
vincente.
Le passioni dei
protagonisti sono dichiarate: flamenco, Latin, influssi mediterranei, fusione
di jazz e musica etnica, tutti filoni che impregnano le tracce di Albanova.
La tecnica e il gusto
chitarristico di Bellato e Cioffi emergono, e galleggiano favoriti dallo
zoccolo duro rappresentato dalla sezione ritmica, che sostiene le trame e i
cambiamenti di umore che le accompagnano.
E’ per me sempre
affascinante provare a collegare una musica priva di liriche al titolo che la
rappresenta, perché il gioco è quello di far partire il nastro, ascoltare
qualcosa che ha nome ben definito e provare a sconfinare in mondi che
appartengono ad altri, cercando le motivazioni possibili che hanno portato ad
unire un nome ad un’armonia, azione che, a mio giudizio, non è mai fatta con
leggerezza e casualità. E così ascoltando Danza
del pueblo, Rosso vivo o Tia Pepa, tanto per citare qualche episodio del disco, la
sensazione di essere al cospetto di una continua chiusura del cerchio si materializza, passo dopo passo, e mi piace immaginare
che i dodici brani risultino alla fine legati tra loro da una buona
concettualità, che nella mia visione di corretta creazione musicale significa piena
unità di intenti e coesione, caratteristiche che valorizzano un album, al di là
della capacità e delle invenzioni dei singoli.
Il brano che propongo,
Amico
del vento, mi pare rappresentativo dell’intero album, un lavoro
pregevole targato OAQ.
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Artwork: Luigi Cerati