giovedì 2 ottobre 2014

Igor Khoroshew: il mio esperimento... con Salvi, Leone, Lacagnina, Vigo e Pellegrini


Gli YES sono una parte importante della mia vita: inutile entrare nei dettagli.
Dopo il mio lungo letargo musicale, nel 2003 li ho ritrovati (non solo loro), e ho fatto incetta di tutto il materiale mancante. Il DVD “House of Yes: Live from House of Blues”, realizzato nel 1999 a Las Vegas per promuovere l’album “The Ladder”, mi ha permesso di arrivare ad un tastierista che non conoscevo, il russo Igor Khoroshewche mi colpì molto per il suo tocco e la sua apparente semplicità esecutiva.
Sparì ben presto dal mondo “YES”, pare per motivi extra musicali, ma spesso rivedo quel fantastico concerto  “rivelatore”,  di cui ripropongo uno stralcio a fine post.
Al link seguente è possibile trovare brevi notizie di parte della sua vita: 


Ritrovandolo casualmente in questi giorni, mi sono chiesto quanto sia - o sia stato - effettivamente bravo Khoroshew, al di là del mio giudizio non certo qualificante, e ho quindi pensato di rivolgermi a degli esperti dello strumento, proponendo loro uno spezzone di esibizione di Igor, utilizzato come campione, ma probabilmente non rappresentativo, per brevità e contesto “obbligato e condizionato”.
Ritengo tuttavia interessante l’esperimento, che mi piacerebbe ripetere con l’aiuto di altri musicisti competenti, utilizzando strumenti differenti. Lungi da me il creare polemiche o provocare critiche tra colleghi, ma i contributi equilibrati - e autorevoli -  possono essere un buon ausilio per gli amanti della Musica.
In questa occasione si sono espressi: Maurizio SalviGianni LeoneOliviero LacagninaEttore Vigo e Pietro Pellegrini.
Ed ecco il brano “sonda” che ho proposto loro…




Maurizio Salvi (UT)

Dare giudizi non è mai facile, ma cercherò di esprimere un parere rapido e conciso: fuori da ogni dubbio che vi sia una buona manualità, anche se il suono e la macchinosità non aiutano. Musicalmente sarebbe più interessante conoscerne le vere qualità, ma è impossibile desumerle da questo spezzone di filmato.


Gianni Leone (Balletto di Bronzo)

Beh, bravissimo. Lo preferisco senz'altro a Wakeman. Questo é più grintoso, più ritmico, mentre l'altro - pur col dovuto rispetto per il suo diploma in pianoforte, beninteso - l'ho sempre trovato troppo lezioso, ridondante, aggraziato, accademico. Il suo stile tastiersitico mi ha sempre fatto pensare a quello di una tenera fanciulla, di una signorinella del rock,  di... un'educanda.

Oliviero Lacagnina (Latte & Miele)

Ho sentito i due minuti e poco più di questo pianista - perché di pianista si tratta! – e nonostante la “scarsità” di materiale si percepisce una tecnica molto buona. Senza dubbio un ottimo musicista. Per quanto riguarda l’improvvisazione in oggetto ci sono delle reminiscenze del buon Wakeman (in quel caso, forse, il contesto richiedeva la “somiglianza”, e ciò potrebbe aver soffocato la personalità di Igor) e questo video si colloca in ambito prog, e vengono quindi mescolati con disinvoltura vari stili. Ho notato però una cosa: ad un certo punto accenna ad un passo jazzistico, e lì, se pur in poche battute, credo abbia dato il meglio, ottima scansione ritmica delle due mani e armonie di un certo spessore. Non ho idea di cosa abbia fatto musicalmente nella sua vita, ma l’atteggiamento nei confronti del jazz mi sembra migliore che nel preludiare, con arpeggi e scale veloci, presenti in quasi tutta la performance. Insomma, da quel poco che si sente una bellissima mano (tecnica classica, sicuramente) e, di conseguenza, un bel musicista. Di più non azzardo.


Ettore Vigo (Delirium)

A mio parere non è interessante, possiede una buona tecnica, ma usata senza gusto, troppe note inutili e armonizzazioni piuttosto banali; magari occorrerebbe giudicarlo in altre situazioni, me se devo fare riferimento allo stralcio che mi hai indicato, devo dire che ho sentito parecchie imprecisioni, anche se vorrei avere la metà della sua energia e della sua tecnica.


Pietro Pellegrini (Alphataurus)

Che dire, Igor Khoroshew è sicuramente un grande strumentista, o meglio, un grande pianista. Non si può giudicare molto analizzando solo il pezzo che hai proposto, ma occorre tener conto del suo album “Piano Works” del ’99 e delle performance legate alle sue successive collaborazioni. Tecnica incredibile e spessore compositivo. Sinceramente non capisco neppure io i motivi della sua “sparizione”. Il suo lavoro con gli YES è stato di indubbia efficacia e sinceramente mi sembra rimasto incompiuto. Peccato, Igor poteva dare molto di più alla scena musicale attuale. E’ anche difficile fare dei paragoni e, tanto per capirci, non me la sento di compararlo a un Rick Wakeman, anche se ha - o aveva - le carte in regola per esserne equiparato. Non si può sapere dove gli eventi lo abbiano condotto, comunque grande stima nei suoi confronti. 

Opinioni differenti e varie, una bella e sintetica discussione musicale!