Gli
YES sono una parte importante della mia vita: inutile entrare nei dettagli.
Dopo
il mio lungo letargo musicale, nel 2003 li ho ritrovati (non solo loro), e ho
fatto incetta di tutto il materiale mancante. Il DVD “House of Yes: Live
from House of Blues”,
realizzato nel 1999 a Las Vegas per promuovere l’album “The Ladder”, mi
ha permesso di arrivare ad un tastierista che non conoscevo, il russo Igor Khoroshew, che
mi colpì molto per il suo tocco e la sua apparente semplicità esecutiva.
Sparì ben presto dal
mondo “YES”, pare per motivi extra musicali, ma spesso rivedo quel fantastico concerto “rivelatore”, di cui ripropongo uno stralcio a fine post.
Al link seguente è
possibile trovare brevi notizie di parte della sua vita:
Ritrovandolo
casualmente in questi giorni, mi sono chiesto quanto sia - o sia stato
- effettivamente bravo Khoroshew, al di là del mio giudizio non certo
qualificante, e ho quindi pensato di rivolgermi a degli esperti dello
strumento, proponendo loro uno spezzone di esibizione di Igor, utilizzato come
campione, ma probabilmente non rappresentativo, per brevità e contesto
“obbligato e condizionato”.
Ritengo tuttavia
interessante l’esperimento, che mi piacerebbe ripetere con l’aiuto di altri musicisti
competenti, utilizzando strumenti differenti. Lungi da me il creare
polemiche o provocare critiche tra colleghi, ma i contributi equilibrati - e
autorevoli - possono essere un buon ausilio per gli amanti della
Musica.
In questa occasione
si sono espressi: Maurizio Salvi, Gianni Leone, Oliviero Lacagnina, Ettore Vigo e Pietro Pellegrini.
Maurizio Salvi (UT)
Dare giudizi non è mai
facile, ma cercherò di esprimere un parere rapido e conciso: fuori da ogni
dubbio che vi sia una buona manualità, anche se il suono e la macchinosità non
aiutano. Musicalmente sarebbe più interessante conoscerne le vere qualità, ma è
impossibile desumerle da questo spezzone di filmato.
Gianni Leone (Balletto di Bronzo)
Beh, bravissimo. Lo preferisco senz'altro a Wakeman.
Questo é più grintoso, più ritmico, mentre l'altro - pur col dovuto rispetto
per il suo diploma in pianoforte, beninteso - l'ho sempre trovato troppo
lezioso, ridondante, aggraziato, accademico. Il suo stile tastiersitico mi ha
sempre fatto pensare a quello di una tenera fanciulla, di una signorinella del
rock, di... un'educanda.
Oliviero Lacagnina (Latte
& Miele)
Ho sentito i due
minuti e poco più di questo pianista - perché di pianista si tratta! – e nonostante
la “scarsità” di materiale si percepisce una tecnica molto buona. Senza dubbio
un ottimo musicista. Per quanto riguarda l’improvvisazione in oggetto ci sono
delle reminiscenze del buon Wakeman (in quel caso, forse, il contesto richiedeva
la “somiglianza”, e ciò potrebbe aver soffocato la personalità di Igor) e
questo video si colloca in ambito prog, e vengono quindi mescolati con
disinvoltura vari stili. Ho notato però una cosa: ad un certo punto accenna ad
un passo jazzistico, e lì, se pur in poche battute, credo abbia dato il meglio,
ottima scansione ritmica delle due mani e armonie di un certo spessore. Non ho
idea di cosa abbia fatto musicalmente nella sua vita, ma l’atteggiamento nei
confronti del jazz mi sembra migliore che nel preludiare, con arpeggi e scale
veloci, presenti in quasi tutta la performance. Insomma, da quel poco che si
sente una bellissima mano (tecnica classica, sicuramente) e, di conseguenza, un
bel musicista. Di più non azzardo.
Ettore Vigo (Delirium)
A mio parere non è
interessante, possiede una buona tecnica, ma usata senza gusto, troppe note
inutili e armonizzazioni piuttosto banali; magari occorrerebbe giudicarlo in
altre situazioni, me se devo fare riferimento allo stralcio che mi hai
indicato, devo dire che ho sentito parecchie imprecisioni, anche se vorrei
avere la metà della sua energia e della sua tecnica.
Pietro Pellegrini (Alphataurus)
Che dire, Igor
Khoroshew è sicuramente un grande strumentista, o meglio, un grande pianista.
Non si può giudicare molto analizzando solo il pezzo che hai proposto, ma occorre
tener conto del suo album “Piano Works” del ’99 e delle performance legate alle
sue successive collaborazioni. Tecnica incredibile e spessore compositivo.
Sinceramente non capisco neppure io i motivi della sua “sparizione”. Il suo
lavoro con gli YES è stato di indubbia efficacia e sinceramente mi sembra
rimasto incompiuto. Peccato, Igor poteva dare molto di più alla scena musicale
attuale. E’ anche difficile fare dei paragoni e, tanto per capirci, non me la
sento di compararlo a un Rick Wakeman, anche se ha - o aveva - le carte in
regola per esserne equiparato. Non si può sapere dove gli eventi lo abbiano
condotto, comunque grande stima nei suoi confronti.
Opinioni differenti e varie, una bella e sintetica discussione musicale!