Il Cancello del Cinabro,
a Genova, è un must per quanto riguarda la musica e per la cultura in genere.
Da lì sono passati artisti che hanno lasciato il segno e la proposta artistica
è trasversale, tra generi di nicchia e più moderati.
La serata del 24 marzo ha visto di scena il prog, sull’asse Savona-Genova.
On stage Il
Cerchio d’Oro, che dal momento della rinascita ha realizzato due
album, distribuiti dalla label Black Widow Records.
Il secondo, “Dedalo e Icaro”, è stato rilasciato lo scorso
maggio e ha visto la presenza di ospiti di rilievo: Ettore Vigo e Martin
Grice dei Delirium, Giorgio “Fico” Piazza (primo bassista della PFM)
e Pino Sinnone, ex batterista dei Trip.
Da evidenziare
che queste partecipazioni, capaci ovviamente di fornire un’immagine forte, poco
hanno a che vedere con l’effetto “luce indotta”, perché le scelte effettuate si
basano su fondamenta solidissime: amicizia, adattabilità al genere e stima
professionale.
Ciò che è
accaduto sul palco de Il Cinabro potrebbe essere un evento unico, o almeno raro,
perché tutti i collaboratori esterni erano presenti e all’occorrenza si sono
miscelati alla attuale line up, formata dai gemelli Terribile (Gino alla
batteria e Giuseppe al basso e
voce), Franco Piccolini alle tastiere, Piuccio Pradal alla
chitarra e voce, Diego Bertone alle
tastiere e da Daniele Ferro alla
chitarra.
Quando un po’
prima delle 22 il concerto inizia il locale è pieno.
Dalla mia
posizione da palco, defilata, non ho potuto apprezzare la sintesi dei suoni,
più facile da afferrare quando ci si trova di fronte alla band, ma seppur in
stato precario ho assistito a una performance piacevole, in un ambiente
famigliare, con una buona fusione tra audience e artisti. Da sottolineare le
difficoltà legate alla scarsità di prove, superate con il mestiere e il cuore,
e non bisogna mai dimenticare che un concerto non è una gara di abilità, né dimostrazione di perizia tecnica.
Il focus era
naturalmente la proposizione del nuovo disco, Dedalo e Icaro, ma c’è stato spazio per molto altro:
alcuni brani del precedente lavoro, Il Viaggio di Colombo e pillole
storiche legate all’antico repertorio dei quattro guest.
Seguendo la
logica della scaletta impostata, ogni musicista è intervenuto in concomitanza
col brano di riferimento, a cui è stata affiancata una canzone storica che lo
aveva visto tra i protagonisti; e così Sinnnone
ha riproposto “Two Brothers” (dall’album Caronte), Grice
e Vigo “Dolce Acqua” (dall’album omonimo) e Piazza “La Carrozza di Hans” (da Storia di un minuto).
Un buon amalgama,
derivante dalla stretta conoscenza tra tutti
i protagonisti, ha permesso di garantire una performance che ha toccato
il caloroso pubblico, capace di rispondere in modo adeguato.
Non è mancato il
momento dedicato a chi è recentemente scomparso, quel Francesco Di Giacomo che ha lasciato un vuoto incolmabile, e che è
stato ricordato con una rivisitazione di Non mi Rompete.
La musica de Il Cerchio d’Oro, un pieno progressive carico di melodia e caratterizzato dal
gioco vocale, ha assunto ormai un’immagine ben precisa ed un sound che è
diventato marchio di fabbrica.
Gruppo di musicisti che hanno fatto una
sostanziosa gavetta, dopo alcuni cambi obbligati di line up legati al ruolo di
secondo tastierista e di chitarrista, hanno probabilmente trovato un soddisfacente
equilibrio con l’aggiunta dell’esperienza (Bertone) e il tocco della gioventù
(Ferro), elementi che completano la solidità del nucleo storico.
Un serata che
rimarrà tra i ricordi più cari, in un ambiente caldo e gestito da veri
appassionati.
Un fatto poco
musicale, precedente al concerto, avrebbe potuto causare qualche problema
spiacevole, ma alla fine tutto si è ricomposto e l’ordine pubblico non è venuto
meno.
Che cosa è
accaduto? Beh, per i più curiosi non resterà che fare un salto al Cancello del
Cinabro, in occasione di una nuova serata musicale e… chiedere.
Tutto bene per Il Cerchio, nella speranza che le
serata live, anche senza i graditi ospiti, possano arrivare con buona
frequenza: anche il palco è una palestra!