Arabeski Rock ha realizzato il primo album in studio: Il Viaggio.
Il progetto
emerge chiaramente attraverso le parole di Tiziano
Novelli, uno dei membri fondatori, intervistato da Sinpress44,
e la biografia a fine post completa l’immagine del gruppo.
Sono due le
cose che mi hanno colpito immediatamente, ascoltando e leggendo un po’ di
storia.
Innanzitutto
le idee di Novelli e Claudio Gimmi
-ossatura della band- si realizzano attraverso un metodo di avanzamento che
dovrebbe essere il fondamento di ogni lavoro in team, ma che è al contrario un
elemento alla base di numerosi fallimenti, e i problemi aumentano quando le
culture si incrociano, e se il gap tra le tradizioni è elevato il risultato
finale non sarà per niente scontato. Le collaborazioni con artisti molto "lontani", in questo caso africani e
del Medio Oriente, sono una difficoltà oggettiva, nonostante il giudizio unanime
sull’universalità della musica e sulla sua capacità di aggregazione. In questi
casi credo occorra una completa identità di vedute e di obiettivi, e la volontà
di arrivare assieme alla meta. Tutto ciò non è possibile senza una buona guida,
per cui credo che l’esempio fornito da Arabeski Rock vada oltre gli aspetti
musicali, ma sia un vero e proprio lavoro di squadra, applicabile -fatto auspicabile-
in ogni settore della società e da prendere quindi come riferimento.
Il secondo
elemento è legato alla tipologia dei suoni, e il nome della band favorisce la
creazione dell’immagine corretta. Novelli racconta di come la scintilla sia
scoppiata a seguito della visione del film Lawrence d’Arabia, di come quella
dimensione da favola abbia indirizzato in modo naturale la musica verso profumi
d’oriente che rimangono intatti nonostante il susseguirsi dei conflitti e dei
dolori umani. Ma quando una “fiamma”, seppur decisa, riesce a incanalare le
scelte musicali -e forse di vita- il
terreno è fertile, e forse si è solo amplificata l’esigenza di sapere, e di
annullare le distanze culturali, o forse si è solo dimenticato e nascosto differenze
che per alcuni sono insormontabili, e che la musica, come detto, tende a
minimizzare.
Il Viaggio di Arabeski Rock dura nove episodi e probabilmente è in piena evoluzione. I
fondamenti musicali di Novelli e Gimmi, tra il rock più blasonato e il prog, vengono
miscelati all’etnia e alla ricerca di sonorità tipiche di altri mondi, unendo
concettualmente i brani dell’album.
E’ una musica atipica, perché non é usuale trovare gli stilemi del rock ufficiale uniti,
passo dopo passo, ad atmosfere che sanno, realmente, di viaggio orientale.
Il risultato
è un disco gradevole, originale e di grande valore culturale - e aggiungerei
didattico-.
Non resta che
aspettarli al varco, in un’occasione live, per vedere se “Il Viaggio” sia
davvero alla portata di tutti.
Stralcio dell’ intervista realizzata da Synpress44
Nomen omen, dicevano i latini, e con un nome come
il vostro c’è già una chiara indicazione di stile. Perché Arabeski Rock?
Tiziano: Il tutto nasce dal film
Lawrence d'Arabia che con la sua meravigliosa musica scritta dal grande Maurice
Jarre mi ha letteralmente folgorato. Da qui il desiderio di realizzare una
musica con delle sonorità e melodie “arabeggianti” che si conciliasse però con
la mia innata matrice rock.
Con l'aiuto di Claudio Gimmi
(basso) abbiamo ricercato gli elementi giusti per creare un gruppo che avesse
spiccate caratterizzazioni etniche da un lato, e dall'altro comprendesse
musicisti dal linguaggio musicale efficace e moderno. Arabeski Rock è il
risultato di una miscela di estrazioni culturali ed esperienze professionali
diversificate.
Il viaggio rivela il vostro
orientamento sonoro: quali sono i gruppi o gli artisti che vi hanno spinto a
fare musica e che considerate delle “bussole”?
Venendo da periodi storici e
generazioni differenti, l'ago della bussola si è spostato in diverse direzioni:
dal favoloso rock degli '70 (Frank Zappa, Jimi Hendrix, Pink Floyd, Genesis,
Colosseum, Yes, King Crimson, Emerson Lake
& Palmer, Soft Machine etc.) passando per il progressive italiano
(Area, PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme) fino alla world music di Trilok
Gurtu, Peter Gabriel, Sting e il nostrano Pino Daniele. Senza tralasciare le
influenze della tradizione araba...
Colpisce nel vostro organico la presenza di
musicisti nordafricani e mediorientali: che tipo di apporto hanno dato al
gruppo e cosa avete imparato da loro?
Anche se attualmente l’unico
elemento non italiano è il nostro percussionista di darbuka Ashraf Said di
Alessandria d’Egitto, il nostro è un progetto che vanta collaborazioni con
molti artisti dell’area del nord Africa e medio oriente. Collaborare con tutte
queste ‘anime’ è uno scambio che arricchisce molto dal punto di vista musicale
ma soprattutto umano.
Il confronto è a volte anche
difficile: non sempre è semplice accettare la ‘diversità’, ma lo sforzo porta
poi a un risultato che sfocia in una grande soddisfazione proprio mentre
suoniamo assieme, tutti con le proprie differenze ma uniti in unico obiettivo:
la musica.
Arabeski Rock nasce nel 2010 ma ogni suo membro
ha una propria lunga esperienza, sia in studio che dal vivo: qual è il segreto
per far convivere diverse anime?
Non crediamo esista un segreto o
una ricetta; esiste un progetto interessante che abbiamo costruito con molti
sforzi. A volte le cose non vanno come vorresti; ognuno ha le proprie esigenze,
esperienze, umori… ma la nostra musica ci fa credere che questo è un progetto
che funziona, e se le cose stanno così si trova sempre un modo per risolvere i
problemi.
Si dice spesso che la musica è un “linguaggio
universale”: la vostra storia ne è la conferma, giusto?
Senza dubbio. Anche fra di noi a
volte è l’unico linguaggio che ci permette di comunicare.
I pezzi di Il
viaggio sono molto suggestivi: anche dal vivo sprigionate la stessa
energia?
Dal vivo è ancora meglio perché c’è
la possibilità di esprimere e comunicare direttamente a un pubblico, che
rimanda un feedback che finora è sempre stato estremamente positivo; per cui
poi si innesca un ciclo virtuoso che si traduce in un flusso di informazioni
emozionali fra noi e il pubblico in un crescendo di energia. Lavorando con il
sequencer, riusciamo ad offrire oltre all’energia del live anche la precisione
e l’accuratezza dell’esecuzione in studio.
Formazione
attuale
Tiziano Novelli chitarra,
Claudio Gimmi basso,
Gabriele Morcavallo batteria,
Ashraf Said percussioni.
Biografia
Arabeski Rock nasce
nel 2010 con Tiziano Novelli e Claudio Gimmi. L’idea di base è stata
quella di fondere stili e generi miscelati a esperienze musicali tra loro molto differenti.
Il progetto è
stato concepito come un gruppo rock di impronta progressive con venature e
melodie del mediterraneo, senza trascurare atmosfere più pop e musica
tradizionale della tradizione araba.
La formazione
ha subito nel tempo una metamorfosi molto dinamica, grazie alla quale possiamo
vantare ricche collaborazioni con musicisti come: Mhgag Alì Esharef, Nour
Eddine Fatty, Giovanna Pizzorno, Raffaele Santoro, Karl Potter, Francesco Di
Giorno, Vladimiro Melchiorre, Samir Abdelaty Elturky, Piero Fortezza, Ady
Thiune, Madya Diebate.
Arabeski Rock
si esibisce in poco tempo in diverse realtà e palcoscenici di Roma: Manifestazione culturale del 5 agosto 2010 a
Santa Maria Maggiore a Roma, Isola del Cinema nella suggestiva cornice
dell’Isola Tiberina, l’Oasi nel comune di Bracciano (RM), Spazio Sociale Il
Cantiere, Centràl, Teatro Piccolo Jovinelli, Senza Fondo, Beba Do Samba.
A dicembre 2011 Arabeski Rock realizzano
il loro primo album in studio dal
titolo “Il Viaggio”, un disco di 9 brani nel quale si alternano atmosfere pop,
progressive, fusion, legate da un filo conduttore melodico mediterraneo e rock
metropolitano.
Attualmente,
oltre all’attività live, Arabeski Rock stanno lavorando alle musiche per un
Musical… che fra non molto potremo svelare.
Info: