Utilizzo la parte conclusiva del secondo brano del libro”Scintille per l'Eternità, di Massimo Pacini, edito da Editoriale Darsena
Savona, per ricordare Clare Torry e la sua isolata performance, in sala di registrazione, con i Pink Floyd.
La voce di Clare contenuta in quella
registrazione verrà in effetti ascoltata e apprezzata da milioni di persone
negli anni a seguire.
Alan Qualcosa è Alan Parsons.
Richard è il tastierista Richard Wright; gli altri tre
componenti del gruppo sono il chitarrista David
Gilmour, il bassista Roger Waters e il batterista Nick Mason.
I Pink Floyd.
Il brano che Clare contò venne intitolato The Great Gig in the sky (letteralmente "Il Grande Carro nel Cielo”).
L'album uscì con il titolo di “The Dark Side Of The Moon” e fu uno straordinario successo mondiale.
Restò nelle classifiche per 749 settimane
(quattordici anni), diventando così l'album con la permanenza in classifica più
lunga della storia.
Del disco si conoscono circa 425 edizioni
differenti in vinile, stampate in 46 paesi diversi. Con 45 milioni di copie
vendute è certamente quello di maggiore successo dei Pink Floyd ed è al terzo
posto tra quelli più venduti della storia della musica.
Oltre al suo successo commerciale, si può a
ragion veduta affermare che “The Dark Side of the Moon” sia l'album più popolare tra i critici e gli appassionati e appare
frequentemente nelle liste dei migliori di tutti i tempi.
Da molti “The Great Gig in the sky” è considerato il brano più bello nella
storia della musica degli anni settanta.
Clare, la sconosciuta e indifesa Clare Torry, aveva dato vita a
una delle più stupefacenti improvvisazioni della storia musicale.
Ma per più di 30 anni il nome di Clare non
figurò, neppure come ringraziamento, sulla copertina dell’album, alimentando, come spesso succede, molte fantasie.
Molti erano pronti a giurare che quella fosse
la voce di una cantante di colore dei bassifondi americani; altri addirittura
sostenevano che appartenesse a un uomo evirato.
Di Clare non si sa praticamente nulla.
Fu reclutata da Alan Parsons in una scuola
londinese e ingaggiata per una sola sessione di registrazione.
Non cantò più con i Pink Floyd che in tutti i
loro concerti si fecero affiancare da coriste temporanee o sostituirono la sua
voce con strumenti musicali. Ma in nessun modo si ricostruì la magia di quella
registrazione.
Clare Torry incise qualche altro brano, ma non
ebbe certo il successo che meritava.
Di lei non esistono filmati attendibili, ma
solo poche fotografie.
Nel giugno 1990, durante il “Silver Clef Award Winners Show”, in Inghilterra, qualcuno sostiene che Clare Torry cantò
nuovamente, dal vivo, con i Pink Floyd “The Great Gig in the Sky”. Qualcun altro però dice di avere le prove che non fosse
veramente lei e a oggi non c’è alcuna certezza di questo fatto.
Questa dovrebbe essere la sua ultima uscita
pubblica.
Si dice che sia morta di cancro pochi anni
dopo.
Certo è che un pool di legali, da lei o dai
suoi eredi incaricato, citò in giudizio sia i Pink Floyd sia la EMI per le mancate royalties dovute per “The Great Gig in the Sky”, originariamente accreditata al solo Richard Wright. All’inizio del 2005 l’Alta Corte di Giustizia britannica riconobbe valide le ragioni
della cantante e il contributo artistico dato al brano. I legali giunsero a un
accordo extragiudiziale con i componenti del gruppo i cui termini economici non
vennero mai resi noti.