Ho una discreta fissazione per le interviste “musicali”.
Credo permettano di scavare un po’ di più nel profondo di uomini e donne, e spesso scaturiscono cose molto interessanti.
Normalmente pongo le mie domande via mail, perché… questa è la tecnologia.
Ogni tanto qualcuno si ribella e sceglie la telefonata, che di solito risulta oceanica e, tempo permettendo, sicuramente più soddisfacente.
Ma l’occasione per farne una “adulta”, in video e sufficientemente lunga, non si trova facilmente.
Circa un anno fa avevo mandato le mie solite domande a Ettore Vigo e Martin Grice, rispettivamente fiatista e tastierista dei Delirium.
Ettore è ancora latitante, anche se mi promette sempre che “… prima o poi ci riuscirà”.
In quanto a Martin, ho approfittato della sua presenza alla trasmissione radiofonica in streaming “Rumori di fondo”, su Yastaradio, per raggiungere lo studio Maya, da dove va in onda il programma, e realizzare il piccolo scambio di battute.
Martin Grice è inglese, ed è in grado di raccontare tutto ciò che normalmente leggiamo sui libri che trattano la musica rock a cavallo degli anni 60/70, perché… lui c’era, era a Londra attorno ai 18 anni, e ha visto da vicino parte dei miti della storia del rock, essendo lui stesso immerso in quel mondo.
Non anticipo il contenuto, ma vale la pena ascoltare i 18 minuti di “ricordi e considerazioni” che Martin mi ha regalato, e conseguente ha regalato a tutti i lettori di questo blog.
Sono sempre molto affascinato dai musicisti che hanno vissuto quell’epoca d’oro e che possono raccontare la loro esperienza diretta. Un po’ l’invidio e quando nasce l’ opportunità di ascoltare uno come Martin Grice mi sento davvero gratificato e ringrazio. Se poi le risposte sono in una lingua particolare, un anglogenovese intercalato da qualche "belin"(ma non nell'intervista), bhe... vale la pena ascoltare ciò che accadeva in quei giorno lontani a Londra.