Da moltissimo tempo era in programma ad Alba la presentazione del libro “1973, l’anno cruciale della musica raccontato in 73 libri leggendari”, ma solo il 2 marzo si è concretizzato il progetto, per effetto di un’uscita tardiva (fine novembre) e dell’attesa del momento propizio in relazione alla programmazione.
L’associazione ALEC nasce nel 2006 per iniziativa di un gruppo di amici, dei familiari e di persone che avevano apprezzato e condiviso gli interessi e l’impegno di Gianfranco Alessandria, operando in ambito culturale e sociale con l’intento di promuovere iniziative relative a espressioni artistiche diversificate, avendo cura del patrimonio esistente (collezioni di dischi, film, manifesti di cinema, libri e pubblicazioni specialistiche), mettendo il tutto a disposizione dei cittadini e di Enti ed Istituzioni culturali.
Conosco da molti anni Enzo Patri, Gianni Abbà e molte
delle persone che collaborano nell’associazione, e ad Alba, e in quel luogo
specifico, mi sento sempre a casa.
Certo, sapere che ci sarà sempre un Luciano Boero ad agire come facilitatore regala sicurezza incondizionata.
La giornata prevedeva la presentazione tradizionale con
aggiunta di un set acustico proposto da Roberto Storace, Marco Briano,
Fabrizio Cruciani e lo scrivente, con l’aggiunta in un paio di brani (“Mind
Games” e “Non mi rompete”) del già citato Boero.
Entrare all’interno delle stanze dell’associazione é quanto
di meglio si possa desiderare, almeno relativamente agli aspetti musicali e
cinematografici.
Ma la cosa che colpisce maggiormente chi è antico come me
sono le migliaia di vinili che impreziosiscono il luogo.
Alle nostre spalle nell’occasione tanti album del 1973, essendo
quello il focus di giornata.
In qualità di autori, oltre a me, Andrea
Pintelli, arrivato appositamente da Parma, ma non sono mancate le
sorprese, come la presenza di Evandro Piantelli e Alberto Sgarlato
(recensori all’interno del libro) - direttamente dal ponente ligure - che hanno
fornito il loro contributo di serata.
Ma la cosa più soddisfacente è risultata la partecipazione cospicua, tanto che per gli ultimi arrivati è risultato impossibile trovare posto a sedere. Non solo quantità, ma qualità e naturale empatia, come se per un paio di ore si fosse trovato un modo facile di comunicare, con la voglia di lasciarsi andare a ricordi, aneddoti e memorie passate, avendo ben chiaro che la musica è un collante insuperabile.
Parole inframmezzate alla musica, con Boero nei panni di driver e brani preparati appositamente per l’occasione e coordinati da Roberto Storace.
Il set di serata prevedeva delle ballad e quindi materiale
degli Eagles e Lynyrd Skynyrd, un’escursione nel mondo degli Who, con il tocco di
Boero e dei Beatles.
Il brano finale, “Non mi rompete”, è risultato utile, anche, per unire le voci dei presenti e inventare un coro di chiusura, sempre di grande effetto.
Dopo un paio di ore - a mio giudizio volate - è arrivato il momento del rinfresco e della musica libera, prima attraverso una “azione vinilica” e poi per qualche divagazione acustica.
Ma molto meglio delle mie parole vale il video a seguire, realizzato da Maura Genta, che
sintetizza il combo tra parole, aspetti musicali e atmosfera locale.
Null’altro da aggiungere, se non ringraziare chi ha permesso la
creazione di momenti speciali, indimenticabili che si spera potranno essere replicati per molto tempo