Dopo la presentazione di Alessandria
servono solo 24 ore per arrivare all’incontro successivo di Milano. Sto
parlando ovviamente del libro “Woodstock-Ricordi,
aneddoti, sentimenti diffusi", di Pintelli/Enrile/De
Negri.
La location è inusuale se si pensa
che la proposizione dei contenuti di un libro non può prescindere da un
rigoroso silenzio e dall’interazione con le persone presenti, ma essendo
l’argomento musicale e specifico, regna l’ottimismo.
Al Tempio D’Oro è un pub, e quindi la situazione
presentava potenziali pregi e naturali difetti. Lo spazio disponibile si è
dimostrato positivo, così come la possibilità di suonare a piacimento,
mischiando le carte e chi le gioca.
Quando arrivo sul posto sono le 17,30
e la “sezione musica” è già al lavoro, cosa relativamente semplice visto che i
musicisti sono tutti del luogo.
Facciamo un passo indietro e fermiamo
il tempo alla metà di ottobre, quando gli amici Rossana e Gianfranco,
clienti del locale, creavano le basi per una nuova presentazione.
Avendo sul posto loro e l’amico Mario Eugenio Cominotti - musicista - ho usufruito della loro disponibilità per avere la solita intermediazione nel corso dell’evento, e così Mario ha dovuto fare il “bravo presentatore” e, nel progetto generale, si è occupato anche della parte organizzativa e sonora. Senza dimenticare la moglie Alice che ci ha poi regalato il fotoreportage della serata (https://athosenrile.blogspot.com/2023/11/reportage-fotografico-di-alice-bellati.html).
Dell’evento avevo informato i due
italiani presenti a Woodstock, essendo entrambi della zona, e mentre Lucio
Salvini ha dovuto rifiutare per impegni personali, Simon Luca è parso
subito ben disposto, tanto che dopo un paio di giorni mi ha chiesto come avrei
visto la serata con un trio di giovani dediti alla musica dei loro genitori, scoprendo
successivamente che uno dei ragazzi era proprio suo figlio. Cosa c’era da
discutere? Certo che sì, e ho informato Mario che ha afferrato al volo
l’occasione per chiudere il cerchio e realizzare/progettare/improvvisare un set
musicale variegato.
La mia esigenza nel corso degli
incontri è quella di avere 4 pezzi distribuiti nell’arco di 90 minuti e tutti i
brani devono essere stati performati nel corso del festival. Tutto questo è
stato rispettato ma, avendo la disponibilità di Maurizio, il gestore del pub, e il tempo
dalla nostra parte, ci si è allargati con musica diversa ma sempre dell’epoca.
Chi ha partecipato? Chi è “salito sul
palco”?
Partiamo dal trio, i giovani Golden
Hind (basso/voce, batteria e chitarra), un trio pazzesco che mi ha stupito per energia e capacità di rileggere standard musicali codificati.
A seguire Mario Eugenio Cominotti (flauto, armonica e voce), Johnny Dessì (chitarra, una persona incredibile, uscita poche ora prima dall’ospedale ma vogliosa comunque di essere presente) e Simon Luca, che ha voluto dare il suo tocco musicale in copia col figlio Tiziano, oltre ad illuminare i presenti su quale fosse l’atmosfera in quei giorni e in quei luoghi. E anche lo scrivente ha fornito il suo contributo simbolico.
Che tipo di musica è venuta fuori?
I pezzi dedicati al festival sono
stati:
-L’iniziale
“Find the cost of freedom” di C.S.N.Y. (Athos e Mario).
- “Hey
Joe” (Hendrix), “Proud Mary” (CCR), “Feeling Alright “(Cocker)
e “My generation” (The Who) proposte dai Golden Hind.
Per una chiusura ideale è arrivata “With
a little help from my friends” (Cocker), presentata dai musicisti al
completo.
E poi cose più specifiche, come il
duetto padre figlio tra Simon Luca e Tiziano per un tris tutto CSNY (“Teach
Your Children”, “Helplessly Hoping” e “Love the One You're With”).
Buona parte della parte musicale è
fruibile nel video a seguire...
Da segnalare la totale diretta facebook indirizzata al “Museo del Prog” di Andrea Schubert, un modello virtuale visitabile al seguente link:
Onestamente penso che una esposizione
di un libro comune, qualunque fosse stato il genere, sarebbe risultata
impossibile, ma la formula impostata - modellata da una certa predisposizione
all’improvvisazione dimostrata dai “protagonisti” - abbia dimostrato che le
passioni forti e una certa rigorosità di comportamenti possano far superare
qualsiasi difficoltà.
Al di là dei talenti in gioco, dei
contenuti sociali/culturali/letterari, mettendo un attimo da parte il grande
impegno di tutti i partecipanti, e dovendo tirare le somme sottolineando i
cardini della serata, metterei in evidenzia due cose:
-La bellezza dell’incontro di
generazioni diverse ma unite dalla musica, quella creata oltre mezzo secolo fa,
che dei ventenni sono riusciti a far propria, ma di più, l’hanno modificata
secondo un modello personale. E per un attimo si è ricreata la magia del
festival.
Vedere Simon Luca duettare con il
figlio, come fossero due coetanei mi ha emozionato, e ho cercato di "intromettermi" per
fare parte anche io di quel momento magico.
-La valenza dell’intervento di Simon
Luca. Lui era sul posto in quei giorni. Come ci arrivò? Fortuna?
Programmazione? Casualità? Nel video a seguire è possibile venire a conoscenze
di quei dettagli, un'occasione unica per comprendere come sono andate le cose,
almeno secondo chi ha potuto vedere con i propri occhi.
Non meno bella la lettura finale di Maura, il manager di famiglia, che ha saputo, nonostante il brusio di sottofondo, raccontare con la
giusta enfasi il viaggio senza fine di due vecchi hippies.
Ecco il suo intervento dopo uno stralcio di chiacchierata Athos/Mario
Una bella festa che mi ha permesso, ad esempio, di ritrovare dopo tanto tempo l'amico Marco, con cui ho condiviso storie fanciullesche! Ho visto gente
soddisfatta e sorridente, e per provare momenti sereni in queste situazioni non
è necessario essere esperti di musica.
Il viaggio continua, la gente
apprezza e ciò motiva a trovare nuove soluzioni.
Il nuovo libro su Woodstock
rappresenta un’ottima occasione per riunire anime sensibili e trovare il mood
giusto per lasciarsi andare, non troppo, ma abbastanza!
E se fossimo in estate, ne sono
certo, una pozza entro cui tuffarci potremmo anche trovarla!