Woodstock è un argomento caldo grazie
al libro appena uscito, “Woodstock -Ricordi, aneddoti, sentimenti diffusi”, di
Pintelli/Enrile/De Negri.
Le presentazioni propongono modalità
sempre diverse, tra parole e musica e Michael Pergolani mi ha regalato questo
ricordo che fa parte del suo libro “Nudo”.
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Sabato 19 settembre 1970, all’Odeon
di Hammersmith danno Woodstock, è il cinema che mi sta più vicino casa, da Matheson
Road ci potrei andare a piedi solo fossi uno che cammina, invece, non lo sono e
prendo il tube, 2 fermate e sono lì.
Strana giornata questa, nata male,
una schifezza di giornata che m’ha lasciato dentro una tristezza infinita dopo
le parole dello speaker di radio one… “… ieri venerdì 18 settembre è morto Jimi
Hendrix”, è affogato nel suo vomito in una stanza del Samarkand Hotel di Lansdowne
Crescent traversa di Ladbroke Grove, non distante da Holland Park, dove vado
spesso a farmi qualche canna e dove ogni tanto andava anche lui. Strana
giornata questa, muore Hendrix, la chitarra più psichedelica del mondo, Cleo
parte per la Sardegna col mio miglior nemico e il padrone di casa mi chiede
l’affitto della settimana, 11 maledette sterline che non ho; lo riempio di
parole e alla fine riesco a tenerlo a bada, almeno per i prossimi due giorni
non si farà vivo… già, io tengo a bada tutto, tutto quello che mi “rimescola”
dentro, non è sempre facile… e allora cinema! Allora decido che stavolta me ne
vado a vedere Woodstock all’Odeon. Ci arrivo per il secondo spettacolo, quello
delle 5 e mezza. Fuori c’è un bel po’ di gente, gente che fa la fila per i
biglietti, gente che fuma erba, gente con gli occhi arrossati, gente vestita di
fiori e di colori, un bel po’ di femmine, ma non è giornata… entro.
Beh, che dire? Un film fantastico
dall’inizio alla fine, dalle prime immagini a quel finale dove sullo schermo
c’è proprio Jimi Hendrix che sfuma suonando “The Star Spangled Banner”, credo…
quello che mi ricordo molto bene è invece che in sala s’accendono uno dopo
l’altro gli accendini, decine, centinaia di accendini che ondeggiano nel buio e
noi tutti in piedi, tutti a tenerci per mano, ad abbracciarci, a stringerci e a
piangere insieme come bambini a cui sia morto il fratello prediletto; io ho
pensato a mio fratello l’afgano eroe della campagna in libano morto in Afganistan,
a Drapsaka, nella valle del fiume Kunduz…