mercoledì 8 novembre 2023

Chiedi di Woodstock a Michael Pergolani!


Woodstock è un argomento caldo grazie al libro appena uscito, “Woodstock -Ricordi, aneddoti, sentimenti diffusi”, di Pintelli/Enrile/De Negri.

Le presentazioni propongono modalità sempre diverse, tra parole e musica e Michael Pergolani mi ha regalato questo ricordo che fa parte del suo libro “Nudo”.

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Sabato 19 settembre 1970, all’Odeon di Hammersmith danno Woodstock, è il cinema che mi sta più vicino casa, da Matheson Road ci potrei andare a piedi solo fossi uno che cammina, invece, non lo sono e prendo il tube, 2 fermate e sono lì.

Strana giornata questa, nata male, una schifezza di giornata che m’ha lasciato dentro una tristezza infinita dopo le parole dello speaker di radio one… “… ieri venerdì 18 settembre è morto Jimi Hendrix”, è affogato nel suo vomito in una stanza del Samarkand Hotel di Lansdowne Crescent traversa di Ladbroke Grove, non distante da Holland Park, dove vado spesso a farmi qualche canna e dove ogni tanto andava anche lui. Strana giornata questa, muore Hendrix, la chitarra più psichedelica del mondo, Cleo parte per la Sardegna col mio miglior nemico e il padrone di casa mi chiede l’affitto della settimana, 11 maledette sterline che non ho; lo riempio di parole e alla fine riesco a tenerlo a bada, almeno per i prossimi due giorni non si farà vivo… già, io tengo a bada tutto, tutto quello che mi “rimescola” dentro, non è sempre facile… e allora cinema! Allora decido che stavolta me ne vado a vedere Woodstock all’Odeon. Ci arrivo per il secondo spettacolo, quello delle 5 e mezza. Fuori c’è un bel po’ di gente, gente che fa la fila per i biglietti, gente che fuma erba, gente con gli occhi arrossati, gente vestita di fiori e di colori, un bel po’ di femmine, ma non è giornata… entro.

Beh, che dire? Un film fantastico dall’inizio alla fine, dalle prime immagini a quel finale dove sullo schermo c’è proprio Jimi Hendrix che sfuma suonando “The Star Spangled Banner”, credo… quello che mi ricordo molto bene è invece che in sala s’accendono uno dopo l’altro gli accendini, decine, centinaia di accendini che ondeggiano nel buio e noi tutti in piedi, tutti a tenerci per mano, ad abbracciarci, a stringerci e a piangere insieme come bambini a cui sia morto il fratello prediletto; io ho pensato a mio fratello l’afgano eroe della campagna in libano morto in Afganistan, a Drapsaka, nella valle del fiume Kunduz…