mercoledì 24 novembre 2021

Cp. Mordecai Wirikik-“Il Sogno della Balena”

È di pochi mesi fa il mio commento a “The scent of the colors”, di Niccolò Clemente - alias Baron Munchausen - che oggi ritrovo con un nuovo progetto, questa volta sotto il moniker di Cp. Mordecai Wirikik.

Il titolo dell’album è “Il Sogno della Balena”.

Complesso, molto complesso entrare nello spirito creativo di Clemente, artista che non cerca strade dal facile percorso, ma usa il suo credo musicale per viaggiare con la mente, muovendosi tra la dilatazione dei concetti di spazio e tempo, storia vissuta e speranze futuristiche, oggettività e intangibile verità.

Sono 11 le tracce che racchiudono l’album, per un totale di diciannove minuti e mezzo di suoni e parole il cui contenuto suggerisce riflessioni a iosa; in aggiunta un booklet che è parte fondamentale del Cd, con un breve romanzo che va ad integrare con la musica.

L’autore viene in nostro aiuto con le sue note didascaliche che provo a sintetizzare:

La figura narrante è quella di Cp. Mordecai Wirikik - indigeno americano strappato alle grinfie del XVIII Secolo -, capace di muoversi attraverso coordinate spaziali e temporali infinite. Oggi, i suoi “esperimenti” musicali ci riguardano da vicino. Il motivo per cui sia ora tra noi è a lui sconosciuto, non è portatore di verità assolute, la sua musica non è rivoluzionaria - anche se a lui piace - e il modo in cui oggi si battaglia, rispetto alle abitudini passate, gli risulta complicato, anche se uccidere è sempre stato difficile. Ma c’è il bisogno di esprimere una verità, un’idea personale che è contenuta ne “Il Sogno della Balena”.

“Il Sogno della Balena” nacque fra i rulli dei tamburi della sua company, di cui era il capitano, nel 1777. Poi il nulla ed improvvisamente arriva un nuovo presente.

Ma sono quei ritmi che hanno inondato la sua nuova vita trasformandolo nel musicista che oggi è. Così ha deciso di continuare ad essere il capitano della sua “company”, ormai ridotta ad un cumulo di ceneri e fantasmi che vivono nelle sue fantasie notturne, pubblicando la sua musica in maniera autonoma, senza influenze esterne, accettando l’ebrezza dell’oblio imminente che avvolge tutte le creazioni che non vengano promosse da un nome altisonante o da un’entità semi-divina.

Lui, unico musicista e compositore, ha curato anche la cornice grafica dell’opera: il collage quale motivo dirigente, è diventato collante fra i brani, che stilisticamente così distanti si ritrovano, come in un lemniscato dagli infiniti Hertz, sempre in contatto fra di loro.

Ciò che ci propone è un trionfo di musica atemporale, misterica, misteriosa, elettrica, atonale, elettroacustica. Tutto è musica, anche il silenzio e l’urlo più disperato: la guerra t’insegna anche questo.

Le riflessioni a cui accennavo portano obbligatoriamente alla ricerca del significato delle parole, termini di cui ci si appropria senza peraltro possederli nell’intimo.

Clemente si sofferma sul “sogno”, sulla “comunicazione”, sul “silenzio”, parole la cui decodifica ufficiale - quella da vocabolario per intenderci - non regala grandi soddisfazioni.

Ciò che viene spesso a mancare è l’unità di misura del parametro che stiamo analizzando, o che semplicemente richiede un approfondimento perché ci viene richiesto da elemento terzo.

Che cosa è, ad esempio, la felicità? Qual è la sua gamma di valori? Non la stiamo scambiando per caso con la serenità?

In questa analisi che richiederebbe ben più del mio stringato commento, rovescio le parti, perché tra gli scopi di un nuovo progetto dovrebbe esserci anche l’interattività.

Cosa rappresenta per l’uomo la balena?

È un cetaceo e vive quindi nell’acqua… difficile comunicare con lei. Qualcuno ha detto che “le balene sono l’espressione dell’inconscio, dal quale si proviene e nel quale ritornare per rinnovarsi, e raggiungere una profonda trasformazione”.

La balena come simbolo di maternità, di lieto evento, di trasformazione e passaggio ad un’altra fase della vita.

Paura, rispetto, analogie, introspezione, sono questi i pensieri che mi ha suscitato il nuovo progetto di Clemente, come al solito autarchico nella sua produzione.

Musicalmente parlando lo trovo spiazzante, nel senso più positivo del termine, ma “ non incasellabile nell’ortodossia musicale” è forse una definizione più calzante.

Reminiscenze prog, elettronica, ambient, avanguardia e sperimentazione sono gli ingredienti che Niccolò ci regala, un collage musicale e visivo carico di colori e significati, un lavoro intenso che, purtroppo, arriverà solo ad una nicchia di attenti fruitori della musica.

Ecco un esempio del contenuto… la musica…



Anche le immagini parlano…







Scheda Tecnica 

Nome dell’album: Il Sogno della Balena

Nome del progetto: Cp. Mordecai Wirikik

Compositore: Niccolò Clemente

Musicista Esecutore: Niccolò Clemente

Mixing: Niccolò Clemente

Mastering: 4CN-Studios (Bochum, Germania)

Data d’uscita: 07-08-2021

Durata totale: 19 minuti e 34 secondi

 

Lista delle tracce: 

1.Inizio - Il Rito 00:59

2.Interludio primo - Di Passaggio 01:23

3.Il Sogno della Balena 03:30

4.Interludio secondo - Tremori 00:33

5.Laringi da Guerra 02:09

6.Interludio terzo - Verso la società 00:22

7.Il Valore delle Parole 03:29

8.Interludio quarto - Parlare aiuta 01:44

9.Interludio quinto - Distante... 01:11

10.Prima Guerra 01:48

11.Conclusione - Timpano Muto 02:21

 

Artwork e Libretto: Niccolò Clemente 

Grafica: Niccolò Clemente, Lorenzo Clemente e Braun Druckerei

(Bochum, Germania)

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