domenica 18 marzo 2018

Il Sigillo di Horus-"Effimera" (Black Widow Records)


Il 28 febbraio la Black Widow Recods ha rilasciato in versione vinile l’album “Effimera”, de il Sigillo di Horus.
Quella che seguirà non può rappresentare una recensione all’album, ma una sintesi di fatti oggettivi e sentimenti contrastanti - i miei -, che fanno sì che l’elemento tecnico e musicale passi in secondo luogo. A seguire un’intervista ad uno dei membri originali - Diego Bertone -, un po’ di storia e un breve commento audio di Joe Vescovi, estrapolato da una nostra telefonata di qualche anno fa.
Occorre fare una piccola premessa.
Il Sigillo era una band di miei concittadini che ho avuto l’opportunità di conoscere quando ero adolescente, nel pieno della mia eccitazione musicale, quando vivevo con la chitarra in mano e la testa rivolta alle band che all’epoca andavano per la maggiore e che non avrei mai più abbandonato.
La sala prove del mio gruppo in erba era nell’oratorio del quartiere, e tra una prova e l’altra si sostava all’esterno del locale. Ogni giorno ci capitava di vedere passare un ragazzo con una custodia che palesemente racchiudeva una chitarra, una fortissima attrazione per tutti noi, perché il suo piglio denunciava sicurezza ed esperienza. Seguendo il suo “flauto magico” arrivammo timidamente alla sala prove - una vecchia fabbrica in disuso -, e col tempo fummo accettati e diventammo il loro pubblico nel corso delle prove pressoché quotidiane.
Ricordo il giorno in cui la “nuova” cantante (Ivana Costi) apparve in sala (mi pare con la sorella)… rimembro la prima cantante - Lina Savonà -, ho memoria del giorno in cui si sparse la voce che Joe Vescovi sarebbe arrivato - il suo commento dopo aver ascoltato l’intero repertorio mi colpì per sempre ed è sottolineato nella testimonianza audio a seguire -, e ricordo perfettamente quando fui… promosso, e partecipai ad una jam session con parte del gruppo (e il mitico bassista Mario Pignata, che mentre io asserivo di non essere all’altezza mi rispondeva candidamente: “perché, sei troppo basso?”).
Tutto quanto racchiuso in “Effimera” è qualcosa che ho visto nascere, che ho scoperto nei dettagli, giorno dopo giorno, prova dopo prova, e alla fine posso dire che in questo disco c’è uno spicchio della mia adolescenza.
La qualità non è eccelsa, perché si tratta di un recupero di vecchio materiale registrato in analogico molti anni fa, ma il documento storico supera di gran lunga ogni bisogno di perfezione sonora, e riporta a quel lustro magico relativo ai primi seventies, quando le influenze del prog inglese e italiano spingevano i giovani a dare il meglio di sé, sfuggendo dalla musica “leggera” tipica del nostro paese.

Il lato A presenta due brani, “Venti Passi” e la lunghissima title track (oltre 17 minuti) che permettono di afferrare l’anima prog rock della band, con melodie che si intrecciano a ritmi complicati, con virtuosismi e assoli di chitarra tipici delle proposte dell’epoca. Sono queste le tracce in cui la voce di Ivana Costi appare grintosa e adatta al genere anche se, probabilmente, la sua vera natura appare nel lato B, quando un paio di pezzi melodici le si appiccicano addosso come abito usuale.
Beppe Aleo (batteria) e il bassista Angelo Godone incarnano la sezione ritmica tipica del periodo mentre l’hammond e il leslie di Diego Bertone producono un profumo indelebile che in quei giorni creava, per quelli come me, un’atmosfera irrinunciabile.
Discorso a parte per il chitarrista Maurizio Barbarisi, in possesso di una splendida Gibson Les Paul Delux (spero di ricordare bene!): osservavo ogni suo passaggio sul manico e mi sembrava irraggiungibile! Ho sempre in mente quel giorno in cui  mi raccontò che, a seguito del conseguimento della maturità, gli fu chiesto cosa scegliere come regalo: una 600 o la Gibson? Ovvia la risposta… questa era la passione.
Il lato B rappresenta una concessione al lato pop e giustifica il pensiero di Joe Vescovi che decretò in quella famosa visita alla band che il prog stava scemando e non c’era più interesse per quel genere, meglio tentare con le armonie rassicuranti, come “Tu che sei tra gli angeli” o “Sei davanti a me”, trame melodiche che li porteranno sino al coinvolgimento in RAI.
Tutto finì presto, come per molte band coeve, ma resta il lavoro e la storia di questo gruppo, un’esperienza che Black Widow ha voluto riportare a galla, dedita come è al rispetto del passato, certa che esista ancora molta gente che vuole riscoprire le radici, il punto di partenza, magari sepolto da tempo, più o meno inconsciamente.

Riascoltarlo mi ha portato a riesumare i miei ricordi, a rivivere certi momenti indimenticabili e a riflettere sullo scorrere del tempo e sulla necessità di mantenere la memoria di quanto accaduto, anche nella musica.
Non è un disco per tutti e dubito che un neofito riuscirebbe ad apprezzare e a percepire lo spirito racchiuso nei 40 minuti che compongono “Effimera”, ma devo dire che avere in mano il vinile - splendido l’artwork - e  leggere i crediti mentre inizia il primo giro di disco può essere qualcosa di emozionante, anche per un giovane, se correttamente preparato.

Ecco uno stralcio della mia chiacchierata con Joe Vescovi, il momento in cui parlando dei musicisti della nostra città, Savona, mi sono soffermato su il Sigillo di Horus.


Intervista a Diego Bertone

Dopo tanti anni ho ritrovato una musica antica che avevo visto crescere giorno dopo giorno, ma che non aveva mai visto la luce in modo completo: mi racconti come è stato possibile riesumare antiche registrazioni e interessare la Black Widow in un progetto così esclusivo?
Le registrazioni erano state fatte nel luglio del 1975 alla SAAR di Milano. Essendo un provino inciso in diretta su sole 4 tracce, non era nato per l’incisione di un disco. Ne erano state fatte poi, per ricordo, delle copie su cassetta al cromo.
Aleo le aveva perse, vivendo a Tortona, nell’alluvione del 1994. Godone, dopo varie vicissitudini famigliari e vari spostamenti, non le aveva più trovate. Io ne avevo una copia che ogni tanto sentivo e facevo sentire. Pensa che quando nel 1998 ho venduto l’Hammond ad Elisa, del Tempio delle Clessidre, le ho fatto sentire i brani e ne è rimasta entusiasmata. Mi aveva infatti domandato del perché non fossero mai stati pubblicati.
Poi, accorgendomi che col tempo la qualità audio stava degradando, avevo trasferito il tutto su VHS hi-fi, dal quale il mio collega di lavoro Antonio, che è citato nelle dediche del disco, ha preparato i master digitali. Per i 2 brani del 45 invece ci ha pensato Giuseppe Terribile. Per il brano “Ricordi” invece è stato Godone che, attivato da me alla ricerca di materiale utile, ha scovato una cassetta nientemeno che in Calabria, dove vive la figlia. Premetto che nella stessa cassetta ci sono anche le registrazioni dei brani “20 passi” ed “Effimera” in versione integrale, così come le eseguivamo dal vivo; purtroppo la qualità audio, essendo state registrate durante le prove in “fabbrica”, è quel che è. Esiste anche una cassetta della registrazione del concerto tenuto ai Salesiani, nella primavera del 1975, ma la qualità è pessima.
Il contatto con la Black Widow è avvenuto per interessamento di Giuseppe Terribile.
Nel 2013 suonavamo insieme nel Cerchio d’Oro, e trovandoci al FIM di Albenga, dove avevamo presentato il nuovo disco e la Black Widow aveva lo stand, abbiamo dato il CD in ascolto a Pino Pintabona che al ritorno ha sentito i brani in auto con Massimo Gasperini, avendone entrambi una impressione positiva.
Successivamente, dopo vari contatti e consultazioni con Pino, si è deciso di procedere alla realizzazione del progetto.

Che ricordi hai di quei giorni, della presenza di Joe Vescovi (momento in cui ero casualmente presente) e dell’atmosfera in cui eravamo tutti quanti immersi?
Un ricordo bellissimo prima di tutto perché eravamo giovani, spensierati ed immersi in un’atmosfera “magica”.
La saltuaria presenza di Joe mi suscitava comunque una certa agitazione ritenendolo un “Maestro”, sia per la sua bravura che per la sua popolarità.
Joe era molto critico ma sincero e non mancava mai di darci dei consigli per migliorarci.
Devo a questo punto farti una confessione: un giorno, sapendo di una sua visita, ho portato il registratore a cassetta e a sua insaputa ho registrato per circa un’ora la conversazione tra lui, Aleo ed il sottoscritto. Seduto al mio Hammond ci aveva anche proposto degli assaggi dei suoi brani e con l’occasione Aleo lo aveva accompagnato alla batteria, conoscendo perfettamente i pezzi dei Trip che a volte eseguivamo per allenamento. Ho colto così l’occasione per vedere in diretta la tecnica e la padronanza che aveva Joe dello strumento. Quella cassetta la conservo gelosamente.

Che cosa sono diventati, nel corso degli anni, i musicisti de Il Sigillo di Horus, ai tempi così intrisi di rock seventies?
Guarda, purtroppo raramente la musica, salvo rari casi, ti può dare da vivere. Solo uno del gruppo ha continuato l’attività in campo musicale. Come ben sai Beppe Aleo fa tuttora il produttore discografico.
Ivana, dopo un periodo durante il quale ha cantato ballo liscio con gruppi abbastanza famosi, si è dedicata all’insegnamento scolastico, che svolge tutt’ora.
Maurizio, dalle ultime notizie che ho, è magistrato a Firenze. Angelo si è dedicato al mestiere per cui aveva studiato (architetto) ed io ho fatto l’impiegato tecnico, avendo studiato da perito.

Cosa pensi della qualità che si è riusciti a tirare fuori dalle vecchie bobine?
Diciamo che la facciata “A” è decorosa mentre la “B”, di livello inferiore, è comunque accettabile. Non dimentichiamo che era anche di moda, a quei tempi, incidere vinili con un lato principale sul cui retro venivano magari inserite registrazioni dal vivo di più scarsa qualità audio ma musicalmente valide.

L’album è uscito in vinile: è l’unico formato previsto?
Il progetto di fare anche il CD, che conterrebbe anche la versione integrale di “Effimera”, tipo bonus track, è nato fin dall’inizio ma per ora, di comune accordo con la Black Widow, aspettiamo la risposta del pubblico al vinile.

Mi parli dell’artwork del disco?
Inizialmente avevamo pensato di inserire sulla copertina la foto dei componenti del gruppo poi, su consiglio di amici musicisti e della stessa BWR, si è optato per una grafica tipo anni ‘70. La conoscenza di Pino di una pittrice ha agevolato la sua realizzazione così come il retro, sullo stesso stile. Le foto originali dell’epoca sono proposte nell’inserto allegato. Nello stesso inserto è ricordata la storia del gruppo nonché il contenuto sintetico dei testi dei brani.

Come definiresti, a distanza di così tanto tempo, la musica del Sigillo?
Diciamo che personalmente non mi sono mai allontanato da questo tipo di musica. Oltre ad aver seguito e suonato lo stesso genere con altri gruppi ti confesso che ogni tanto mi alleno eseguendo le mie vecchie parti all’organo e al piano. In conclusione ritengo i brani ancora attuali, considerando il ritorno in auge del genere prog anche se, come sappiamo, solo per una cerchia ristretta di appassionati.

Come è stato vissuto il progetto dai tuoi “ex colleghi”, almeno quelli con cui sei ancora in contatto?
All’inizio, contattando i mei “ex colleghi” Beppe e Angelo, devo essere sincero, non ho trovato un entusiasmo pazzesco, anche se mi è stata data carta bianca sul da farsi. Probabilmente non credevano nella possibilità della stampa del disco a distanza di così tanti anni. Anche Ivana, contattata al telefono, è rimasta piacevolmente stupita.

Possibile pensare ad una presentazione dell’album, almeno nella nostra città?
Sicuramente è un passo da fare, magari non subito ma nei prossimi mesi, anche attraverso qualche radio locale. L’ideale sarebbe fare intervenire all’incontro anche Beppe, Ivana e Maurizio, anche se sono fuori zona. Sicuramente sarebbe presente Angelo, visto che ha seguito anche lui da vicino il progetto.

A distanza di così tanti lustri, hai rimpianti per qualcosa che poteva essere e invece non è stato?
Guarda, devo essere sincero, non ho mai avuto rimpianti in quanto penso che in quel periodo abbiamo sfruttato al massimo le nostre capacità, anche in termini di tempo disponibile. Ci riunivamo in “fabbrica” quasi tutti i giorni dopo la scuola ed a volte anche la domenica. Una volta abbiamo anche finito l’anno suonando i nostri brani per pochi amici. Dire che avremmo potuto fare di più quindi non me la sento. Anche la vittoria romana pensiamo di essercela guadagnata. L’unica limitazione è che a quei tempi non c’erano i media che ci sono attualmente e che sicuramente ci avrebbero agevolato. Comunque     sicuramente un po’ di nostalgia per un periodo così intenso penso sia più che normale per noi comuni mortali.

La short version di "Venti passi"...


TRACK-LIST

Side A
VENTI PASSI (5:46)
EFFIMERA (17:36)

Side B
RICORDI (8:00)
VENTI PASSI (Short Version) (3:06)
TU CHE SEI TRA GLI ANGELI (3:17)
SEI DAVANTI A ME (3:19)

Line-up:
Angelo Godone: Rickenbacker bass guitar and pedals
Beppe Aleo: Drums   Diego Bertone: Hammond B3 organ, moog
and electric strings 
Ivana Costi: Vocals
Maurizio Barbarisi: Gibson Les Pauls and acoustic guitar

Music and arrangements by Sigillo di Horus - Lyrics by Armando Esposto
All recordings made in 1975, mastering by Raoul Caprio in 2017
Front cover by “Alebà” Alessandra Barucchi - www.alebart.it


Storia del Sigillo di Horus

Bisogna risalire ai primi anni ’70 quando troviamo Beppe Aleo e Diego Bertone suonare in vari gruppi locali proponendo musica commerciale. Tra una prova e l’altra, però, il batterista e il tastierista si esercitavano eseguendo dei medley con brani di Emerson Lake and Palmer, Jethro Tull, Banco del Mutuo Soccorso, PFM nonché dei Trip, gruppo di Savona già affermatosi nel campo del “pop”.
Durante questa fase musicale conoscono Angelo Godone, bassista, ed è intorno al ’72 che li troviamo, sempre nelle balere della zona, a proporre, oltre ai brani di rito, anche pezzi di Joe Cocker, Procol Harum, Deep Purple, ecc..
Nel 73 prende piede l’idea di formare un gruppo “pop” ed è qui che, abbandonate le balere, si inserisce il chitarrista Maurizio Barbarisi, il quarto “elemento mancante”. Si riuniscono quasi giornalmente in una ex-fonderia del nonno del bassista, detta “La fabbrica”, dove passano anche interi pomeriggi a comporre e studiare le varie parti dei loro brani “EFFIMERA” e “VENTI PASSI”.
Le idee non mancavano: per le ritmiche e gli stacchi a Beppe ed Angelo, per le melodie a Maurizio e Diego.
Bisognava però identificare con un nome il gruppo e si pensò, dopo varie consultazioni, al Sigillo di Horus, dove nella mitologia Horus è figlio Iside e Osiride, entrambi Dei della fecondità. Con questo nome si auspicava anche, per il gruppo, in una certa ”fecondità musicale”.
Siamo quindi verso la fine del 1974 e si sentiva il bisogno di una voce, possibilmente femminile, e sullo stile dei numerosi gruppi di quel tempo.
E’ così che viene contattata Ivana Costi, già affermata cantante di Albisola, in provincia di Savona.
Anche se il timbro della voce di Ivana è molto bello ma più indicato per il melodico, dopo alcune prove Ivana si adatta perfettamente al nuovo genere sfoggiando una voce grintosa ed integrandosi completamente nel gruppo.
Nella primavera dell’anno seguente Ivana propone di partecipare ad un concorso indetto dalla RAI per le voci ed i gruppi emergenti ed a cui lei aveva già partecipato con successo, l’anno precedente, come cantante solista.
L’iter prevedeva una selezione a livello provinciale quindi, in caso positivo, una regionale seguita eventualmente dalla finale nazionale.
Con un certo pessimismo, dato il genere che suonavano che non era certamente gradito in certe manifestazioni, il gruppo, con il brano “Venti passi”, supera la selezione provinciale e quella regionale a Genova aggiudicandosi la presenza alla finale nazionale che si terrà a Roma nel maggio 1975.
L’avventura romana del gruppo si conclude positivamente sbaragliando i gruppi avversari ed ottenendo così il passaporto per la trasmissione televisiva “Piccola ribalta”.
Nel frattempo incidono il loro primo 45 giri “Tu che sei tra gli angeli” in ricordo di una cara persona scomparsa. Il retro si intitola “Sei davanti a me”.
Subito dopo la vittoria nazionale, nel luglio dello stesso anno, viene proposto al gruppo di incidere un provino presso la SAAR di Milano con i pezzi “pop” “Venti passi” ed “Effimera” che fanno parte del presente album.
Si precisa che i 2 brani sono stati incisi “in diretta” ovvero senza sovra incisioni. Solo la voce è stata registrata successivamente su traccia separata.
“Piccola ribalta” verrà trasmessa, dopo svariati provini audio e video, nel 1976 ma non verrà eseguito il brano “Venti passi”, che era tra l’altro stato appositamente reinciso con durata “light”, ma il brano del 45 giri “Tu che sei tra gli angeli”, ritenendolo la RAI più consono al contesto musicale del programma.

Brevi cenni ai brani:

Venti passi:  E’ la storia di una ragazza impazzita. Nella sua stanza lunga venti passi ritorna con la mente ai momenti più significativi della sua infanzia, al primo amore ed al dolore della madre.

Effimera:  Non è altro che la personificazione di una qualsiasi creatura in una farfalla, detta appunto effimera, il cui ciclo vitale è di un solo giorno.

Ricordi: E’ la storia di una ragazza nata e vissuta in vicoli malfamati dove regna la miseria. Lei si chiede se mai riuscirà a riscattare la sua vita in un futuro migliore ed a sfuggire al suo destino che la porta a cadere sempre più in basso.