Nuclearte-“Endo”
Gli incontri casuali portano spesso a
situazioni inaspettate… e positive.
Trovare Maurizio Baiata
a Erba, nel corso del FIM, non era in preventivo, ma ancor meno pensabile la
conoscenza con la base del progetto Nuclearte, Ramya e Maurizio Cucuzza.
Niente di strano nel
fatto che “gente di musica” bazzichi una manifestazione dedicata e specifica,
ma trovare il gruppo di lavoro siculo-romano in Brianza, proprio il giorno in
cui ero presente, fa pensare che niente capiti per caso.
Ho mancato però l’esibizione
live della band, avvenuta il giorno precedente. Poco male, l’album Endo, che verrà distribuito dalla Black Widows Records, rappresenta in
modo chiarificatore quale sia l’essenza del progetto Nuclearte.
Dieci brani che si
dipanano su quarantacinque minuti di musica da sogno, a cui si possono trovare tante caselle di inserimento senza mai
imbroccare quella giusta.
World Music? Elettronica? Etnica? Rock…
mah, musica globale, con un risultato finale che vorrei definire da qualità
totale.
Provando a decodificare la parte tecnica
potrei dire in sintesi che partendo da una base percussiva e ipnotica si
inseriscono modelli elettronici e acustici che aprono la strada al resto della
strumentazione, privilegiando la sezione ritmica, viaggiando senza limiti nel
mondo dei sound più conosciuti e concettualmente radicati in chi ama
districarsi tra i vari generi musicali. E il tappeto sonoro creato diventa la
base per l’espressività della voce di Ramya, elemento penetrante, fisicamente e
spiritualmente, propositrice di un idioma sconosciuto, ma allo stesso tempo
parte essenziale dell’essere e capace di comunicare sentimenti e stati d’animo.
Endo, preso in toto, è serenità, è rilassamento, è
contatto con chi resta vicino e con chi ormai non può più ascoltare le nostre
parole. Endo personifica il bisogno
di sana solitudine e la necessità di vivere nel caos organizzato, in vicinanza
perenne con ciò che rappresenta il lato oscuro del comune pensare e agire.
C’è bisogno di comprendere ogni cosa, ogni
passaggio musicale, ogni singola parola e azione? No, la musica di Nuclearte è
pura magia e ciò che produce e induce è un regalo che bisogna accettare senza
indagare oltre.
Musica aliena suggerisce qualcuno. Termine
riduttivo - intendo “musica” - aggiungo io, perché la rappresentazione delle
arti è concentrata in un unico contenitore nel quale si mischiano i componenti,
ricavando un sunto che è maggiore della somma delle parti.
E il flusso continuo di emozioni,
provocate dall’ascolto attivo, sconquassa le viscere e spinge ad osare di più,
a provare il ripetuto ascolto in situazioni le più disparate possibili, nel
tentativo di accumulare esperienze che possano superarsi succedendosi, sperando di poterle condividere col prossimo.
Endo è realmente un disco fuori dalla norma, simile a
nessun altro e portatore di positività: una fortuna incontrare i Nuclearte!
Ramya
L’INTERVISTA
Domanda d’obbligo: come nasce e come
si evolve nel tempo il progetto Nuclearte?
Nuclearte è un progetto nato quasi vent’anni fa in una versione
prettamente etno-elettro-acustica, con brani che racchiudevano un po’ il
caleidoscopio musicale dell’intero bacino mediterraneo, dalla ballata
spagnoleggiante alle sonorità arabe, balcaniche o greche. Nel 1998 cominciamo a
sperimentare un po’ con l’elettronica e la contaminazione, soprattutto linguistica,
dall’uso del dialetto siciliano commisto al julà della Costa d’Avorio o il
lingala del Congo-Zaire. Arriva cosi la nostra prima partecipazione al Womad
festival di Palermo, dove la nostra performance viene molto apprezzata dal
direttore artistico del Womad, Thomas Brooman, il quale ci invita a partecipare
al festival Womad di Reading, in UK, nel 1999. Da lì parte una tournèe nei vari
Womad sparsi un po’ nel mondo, come Las
Palmas e Caceres in Spagna, altre volte in UK, Praga e Johannesburg fino al 2002.
Nel 2000 registriamo il nostro primo Cd presso gli studi Real
World di Peter Gabriel, in collaborazione con un gruppo vocale dello Zimbabwe,
gli Imbizo (siamo riusciti a fare cantare in siciliano 11 africani!); il disco
si chiamava “Talè Talè”, distribuito dalla BMG/Ricordi
Dopo vari tour in Italia nel 2003 approdiamo all’etichetta
CNI music con l’album “La via della sete”,
prodotto da Paolo Dossena, con vari tour in Italia e con un excursus teatrale
con la partecipazione di Ramya alle “Vespe” di Aristofane, al teatro greco di
Siracusa (con Pino Caruso, Sergio Basile ecc), con un successivo tour nel 2004
nei principali teatri greco-romani d’Italia, insieme anche al bassista Maurizio
Cucuzza.
Dopo l’esperienza Cni Nuclearte si prende un periodo
sabbatico, intervallato da un progetto pop in italiano dal nome Ramya & Nuk,
con il Cd “Terra Estranea” prodotto da Pivio & Aldo de Scalzi, sempre con
Cni (2010)
Mentre Ramya collabora con il gruppo Piccola Banda Icona, con
vari tour in Europa e Canada, e con altri progetti teatrali con Giancarlo
Giannini e Giorgio Albertazzi, arriviamo così alla prima stesura di Endo, e
al recupero del progetto Nuclearte.
Quali sono le tappe significative che vi hanno condotto allo
stato attuale, e quindi a “Endo”?
Prima stesura, perché nasce un po’ tutto da una sorta di
colonna sonora molto fluida che accompagnava la lettura di due canti
dell’Eneide narrati da Sergio Basile, e in particolare i canti che riguardavano
la fuga di Enea da Troia fino all’arrivo in Italia e alla sua fondazione, il
tutto visto dal punto di vista del viaggio e della musica come accompagnatrice
del cammino del primo “profugo” per antonomasia (non a caso il lavoro
musico-teatrale si chiamava “Sbarchi”). Quindi non abbiamo fatto altro che
prendere questi grandi flussi armonici e trasformarli in brani ben definiti,
lavorando soprattutto sulle ritmiche e sulle atmosfere rarefatte unite ad una
cadenza ritmica importante e solida, con partecipazioni importanti di musicisti
validissimi (Nino Errera alle percussioni, Francesco Biscari al violoncello, Tothom
Volturno all’Hang drum, Giovanni di Giandomenico piano e synths e, ospite in un
brano, Stefano Saletti all’oud), che hanno collaborato ad arricchire i brani di
valenza armonica e melodica.
La vostra musica è di forte impatto, ma richiede a mio
giudizio una predisposizione al… lasciarsi andare, ad abbattere ogni tipo di
preconcetto, e una buona dose di sensibilità: come la descrivereste a qualcuno
che ancora non vi conosce?
Credo sia molto difficile descrivere la propria musica, non
come genere ma piuttosto come iter compositivo o al lasciarsi andare come dici
tu. Ma forse è proprio il lasciarsi andare, cogliere l’istinto compositivo del
momento, che credo sia unico ed irripetibile (anche se poi lo devi ripetere!),
e che sia proprio quello che ti permette di coinvolgere la tua anima quasi
inconsciamente. Sarà forse perché da più di dieci anni collaboriamo insieme a
Luca Rinaudo, che è il deux ex machina della programmazione e tutto ciò che
riguarda editing, mastering e recording, ma anche un ottimo compagno di viaggio
nella composizione con me (Maurizio il bassista, quello che era a Torino nel 74
a vedere i Genesis) e Ramya. Il consiglio a chi non ci conosce è di conoscerci
ascoltandoci!
Che cosa contiene
“Endo” - l’album appena uscito - dal punto di vista dei messaggi?
Ramya ha così sintetizzato il significato di ENDO:
“Vibriamo come ciò che esiste e ci circonda, connessi con
quel “Tutto” oscuro e lucente, aggiungendo note nello spartito di un universo
gravido di suoni. Suoni, melodie che scheggiano persino i diamanti tale è la
volontà di essere, ESSERE anche solo per un istante. Perché nella circolarità
del tempo anche un istante lascia una sua traccia che verrà ritrovata,
ripercorsa, e rimanifestata. Così il linguaggio diventa ricerca di memorie
ancestrali del proprio mondo animico, che a volte ci appare incomprensibile ma
oltremodo familiare, poiché “casa” è dovunque, ma la via per trovarla è una
sola.”
Endo è un viaggio interiore in cui non è importante la meta, ma ciò che si
elabora e si metabolizza durante il viaggio stesso, una ricerca interiore che
avvicini alla “Fonte”, a quel piano unificato di cui la fisica quantica parla,
un piano di infinita intelligenza dove tutto è uno.
Una curiosità: perché una dedica a Giordano Bruno?
Endo è dedicato a Giordano Bruno perché antesignano dell’unione della fisica
quantistica alla spiritualità, e che, già ai suoi tempi, enunciava principi sul
pensiero che genera la materia (e per tutto questo avversato!).
Che cosa proponete dal punto di vista linguistico nel vostro
album?
Il linguaggio che Ramya ha elaborato in Endo è da lei definito animico, un qualcosa che ha dentro da quando
è nata, suoni connessi a particolari frequenze e vibrazioni che diventano
messaggio di luce e di connessione con l’origine.
Chiamarvi musicisti mi sembra limitante: quanto amate le
contaminazioni e l’essere attori di scenari diversi fra loro, ma complementari?
La rappresentazione di sé può avvenire attraverso svariate
forme di arte, la contaminazione nasce dalla voglia e dalla necessità, come
artisti, di esplorare quanto più possibile diversi sentieri e riassumerli nel
proprio mondo rappresentativo.
Recentemente avete partecipato al FIM di Erba: come giudicate
l’esperienza?
L’esperienza FIM è stata bella anche se un po’ caotica, ma
credo che questo sia il rovescio della medaglia di ogni fiera, in ogni caso ci
ha dato opportunità di nuovi contatti e nuove collaborazioni.
Che cosa regala all’audience Nuclearte quando raggiunge un
palco?
Quando Nuclearte sale sul palco vuole regalare al pubblico un
viaggio sonoro, dove frequenze e vibrazioni possano arrivare alle persone,
rilassandole e portandole ai confini di mondi diversi, avvicinandole a qualcosa
di nuovo ma anche ancestrale, un po’ l’origine, il seme alieno che è contenuto
nell’umanità.
Come è composta la line up di Nuclearte?
Nuclearte ha come
nucleo compositivo questa terna composta appunto da Ramya (voce, melodics e
lyrics), Luca Rinaudo (programming recording editing & synts) e Maurizio Cucuzza
(bassi & keyboards), ai quali si sono aggiunti Sergio Schifano (chitarre) e
Antonio Leta (drums)
So che “ENDO” è solo un punto di partenza di un’idea che
andrà ad evolversi: cosa è previsto per l’immediato futuro?
Endo è il primo Cd di una trilogia che vuole costruire un ponte tra il mondo
umano e ipotetici mondi alieni, un ponte che si contrappone alla costruzione di
muri, separazioni e veti verso ciò che è diverso, purtroppo nuovo trend di questo pianeta
terra.