Il palco prog del FIM 2016, a Erba, l’11 settembre, ha visto tra i
protagonisti Paolo Siani
feat Nuova Idea, ovvero la storia del rock italiano
integrata da nuove leve toccate dal sacro fuoco della musica progressiva.
E’ di fresca uscita l’album "Faces with no
traces" e, al di là dei contenuti di cui
parlerò in altra occasione, vedo un segnale preciso, quello della passione
sopra ad ogni cosa, con una voglia di volgere lo sguardo al futuro tenendo ben
salde le idee base e lasciandosi arricchire da forze fresche. Ovviamente metto
al centro della mia chiosa Paolo Siani, di mestiere batterista, sin dagli albori del beat con la Nuova Idea.
La formazione vista al LARIOFIERE vede altre face conosciute, come Giorgio
Usai alla tastiere - una vita tra
Nuova Idea e New Trolls, nelle varie forme - e il vocalist e bassista Roberto
Tiranti, il cui curriculum, se elencato,
traborderebbe da queste righe.
Il manipolo di giovani musicisti a cui facevo riferimento è un pool
bresciano, a cavallo tra due band emergenti di cui ho già parlato in questo
spazio, Il
Paradiso degli Orchi e gli Psycho Praxis: Michele Sambrici alla chitarra, Andrea Corti al basso, Paolo Tognazzi alla tastiere, Andrea Calzoni al flauto e voce, e il figlio d’arte Alessandro
Siani.
Non è molto il tempo a loro disposizione, e quando l’organizzazione richiede
il “contenimento” del set, nasce spontanea la ribellione da palco, e alla fine
si può contare su circa un’ora di performance, seppur contraddistinta da un
caldo infernale e da un’acustica… discutibile.
Ma questi alla fine restano dettagli, perché riuscire a calamitare
l’audience è sinonimo di qualità, di compattezza e di gioco in team.
Il repertorio varia tra l’antico - bella la
proiezione di immagini che riportano ad un’era irripetibile -, il passato
recente (l’album Castles, Wings, Stories and
Dreams è del 2011) e il presente a cui accennavo, ma ciò che si testa in queste situazioni
supera la voglia di perfezione e la cura dei dettagli di ciò che si propone, essendo più rilevante la
ricerca dell’intesa e del sound giusto.
E poi la cartina tornasole resta sempre la reazione
del pubblico, che nell’occasione è apparso concentrato e molto
partecipativo.
Davvero bravi!
Sottolineo una visita lampo, curiosa se si giudicano
le tempistiche: Pino Sinnone, primo batterista dei Trip, arriva trafelato da
Torino prima dell’inizio del concerto di Siani and friends e… riparte subito
dopo la fine del set, rischiando di perdere il treno… questa si chiama solidarietà
tra drummers?
E ora un po’ di immagini per entrare nell’atmosfera di
giornata.