Il 19
agosto i Giardini Serenella di
Savona ospitano un One Man Band italiano di alto livello, El Bastardo (Luca Cocchiere).
Non è la prima volta che Luca arriva in Liguria
- vive a Torino, dove cogestisce una scuola di musica e ballo - ma nelle precedenti
occasioni, di cui sono testimone, sul palco era presente il Tin Pan Alley, ovvero, oltre a El Bastardo, La Terribile (voce) e Tony
Timone (violino e mandolino).
La storia musicale di Luca Cocchiere è
lunghissima, carica di esperienze live sparse per il mondo e pregna di
registrazioni: basta dare un’occhiata alla sua biografia per avere una
chiara visione della portata dell’artista.
La status di One Man Band presuppone completa
autarchia e, ovviamente, grande responsabilità, ma quando Luca sale sul palco
non è proprio solo, perchè... accompagnato da un paio di chitarre acustiche, l’inseparabile
ukulele e tutta una serie di strumenti a fiato (armoniche e kazoo). E
naturalmente una voce, che si esprime rigorosamente in lingua inglese.
Il pubblico presente è diviso in due: i
passanti per caso e chi arriva appositamente per ascoltare la performance, ed è
confortante vedere un pugno di giovanissimi, in prima fila, attenti e
coinvolti.
Il genere è sicuramente di nicchia (non è di
certo così in altri paesi!) ma capace di colpire all’impatto chiunque, perché in
qualche modo è di comune appartenenza, essendo il sottofondo sonoro di tante esperienze di
vita. E così El Bastardo propone il suo blues, il country, il folk, il
bluegrass, pescando nello sterminato repertorio dei grandi maestri del passato
(Doc Watson, Hank Williams e Jonny Cash), alternanto però con la produzione
propria, notevole per qualità e quantità.
La sua tecnica è di grande livello e
difficoltà, e vederlo utilizzare in scioltezza il bottleneck mentre soffia sull’armonica,
alternando arpeggi articolati a tratti vocali impegnativi, dà il senso della
grande esibizione personale.
Ma tutto ciò non può essere fine a se stesso,
non è mera rappresentazione di skills, ma è finalizzato alla ricerca della
partecipazione, che in molti casi arriva, sotto forme differenti.
Non manca l’ospite obbligata, La Terribile (Marta Terribile), che regala il suo
contributo in un paio di brani, entrando “a freddo”, ma fornendo elementi
sufficienti per far capire, a chi non li conoscesse, cosa possono essere i Tin
Pan Alley in concerto.
A seguire un medley che racconta la bella
serata di musica, di quelle che in certi tratti dell’America sono la normalità,
e che noi, nel nostro bel paese, sottolineiamo come … inusuali!
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