La 3° RASSEGNA
D’AUTORE E D’AMORE, organizzata dall’Associazione
Aspettando Godot nei giardini Lowe di Bordighera, inizia il 4 agosto con una serata dedicata alla
musica progressiva. Cito Pino Calautti come organizzatore principe, ma è del tutto evidente che la riuscita di un evento simile necessita di svariate
collaborazioni che, in questo caso, non sono in grado di evidenziare.
Sottolineo invece il nome di Giancarlo
Golzi - Museo Rosembach e Matia Bazar - lo scorso anno tra il pubblico, ma
purtroppo non più tra noi: Mauro Selis, il presentatore della serata, lo
ricorderà più volte dal palco, dedicando a lui le ore di musica in corso.
I protagonisti di questa sezione prog hanno nomi altisonanti, dal passato nobile e dal presente consistente: la Aldo Tagliapietra Band e gli UT New Trolls.
Proverò a evitare le lodi sperticate alla tecnica e al
virtuosismo dei singoli, perché è dato scontato, di cui ho scritto più volte:
sono tutti maledettamente bravi!
Provo invece a trovare dei punti in
comune - per me evidenti - tra le due entità musicali, tanto per annodare il file rouge che legherà
gli uomini on stage.
Entrambi gli ensemble hanno elementi storici che riportano alla storia del rock nostrano degli ultimi 50 anni: da un lato l’ex ORME Aldo Tagliapietra e dall’altro due New Trolls seminali - Gianni Belleno e Maurizio Salvi.
Ma è riduttivo.
In entrambi i casi gli “esperti” si sono contorniati di forze
fresche, non di comprimari, ma eccellenti musicisti, che probabilmente
subiscono il fascino dei miti che sono al loro fianco, ma sul palco - e in
studio - dimostrano alto livello di professionalità.
Questo bilanciamento e unione di forze produce un’altra
similitudine tra le due band: non solo la riproposizione del passato - che
comunque è richiesta dal pubblico - ma la voglia di creare nuova musica, nuovi
album, rivolgendo lo sguardo al futuro, in una sorta di scambio reciproco, dove
chi cede esperienze - e nome - riceve in cambio linfa vitale,
entusiasmo e freschezza.
Il risultato di tutto questo è a mio giudizio straordinario,
perché la serenità musicale di cui godono attualmente Tagliapietra, Belleno e
Salvi - almeno a giudicare dall’esterno - si riversa inevitabilmente sul loro
lavoro.
Per tradurre in fatti concreti il mio pensiero ho inserito
due stralci di serata, due video che in realtà partono da traccia antica, ma
sono lunghi medley che permettono al contempo di sollecitare la memoria e
captare l’attualità.
Ad aprire i battenti ci pensa una band che gioca in casa, i Blaemon
che riportano ad un mondo musicale strutturalmente complesso.
Formatisi nel 2009 come Tribute Band dei Goblin e dei
Daemonia, si presentano con Remo Calì alle tastiere, Simone Giudici alla batteria, Enrico Muratore alla chitarra e Bruno Verdoia al
basso.
Il loro set
è ridotto per la necessità di rimanere rigorosamente entro i tempi, e
vengono presentati quindi solo quattro brani: L’alba
dei morti viventi, Tenebre, Profondo Rosso e Roller.
Trame strumentali davvero complicate, di cui pare non esista
spartito, e la cui decodificazione richiede assoluta dedizione e forse un
pò di sana follia.
Il pubblico apprezza nonostante l’impatto forte, e a ogni
cambio di episodio sonoro il calore dell’audience si fa sentire.
Propongo Tenebre
per raccontarli, e sono certo che la partecipazione alla manifestazione rimarrà
per tutti un ricordo positivo.
A questo punto tutte le sedie sono occupate... il
pubblico non manca.
Onestamente avevo qualche dubbio sulla sua consistenze e la
tenuta nel tempo.
Bastava guardarsi attorno per capire che, salvo casi isolati,
le persone erano lontane dalla nicchia a cui il prog ci ha abituato, ma c’era
al contrario una certa eterogeneità, sociale e anagrafica, dettata
dall’elemento “vacanza” e dalla pubblicizzazione di nomi conosciuti; insomma,
molte le persone che pensavo potessero dare forfait a metà del percorso, non
tanto perché “agée”, ma per una possibile frustrazione rispetto alle
aspettative.
E invece niente di tutto questo, e ho assunto come simbolo di
serata la danza irrefrenabile di due signore apparentemente molto compassate
che, nel corso del bis degli UT New Trolls, si lasciavano andare dimenticando
per un attimo quel ruolo che forse hanno la necessità di mantenere nel
quotidiano: come da citazione da palco di Mauro Selis, la musica può essere
davvero l’elisir di lunga vita, e questa non è sicuramente retorica.
Quando Aldo
Tagliapietra e i suoi ragazzi iniziano il loro concerto si manifesta
qualche piccolo problema tecnico, caratteristico dell’affollamento da palco.
Assieme ad Aldo - voce, basso e chitarra - il suo ormai
tradizionale accompagnamento: Andrea De Nardi alle tastiere, Matteo Ballarin
alla chitarra e Manuel
Smaniotto alla batteria, ovvero 3/4 dei Former Life, band che amo particolarmente.
La scaletta che presento a seguire risulterà alla fine un po’
modificata, con l’inserimento, ad esempio, di Amico di Ieri, e l’aggiunta di Gioco
di Bimba, che Tagliapietra usa come riempimento, in attesa dell’intervento
dei fonici.
E’ un mix tra ciò che la gente si aspetta - il repertorio
delle ORME - e pillole di nuovo millennio e tutto porta ad un palese gradimento
generale.
La bella notizia è che è quasi pronto il nuovo album che, con
tutta probabilità uscirà entro fine anno.
La loro musica mi piace, così come mi piacciono le persone e
il loro modo di stare sul palco, e tutto ciò viene trasmesso al pubblico, e
poi… la voce di Tagliapietra è un marchio indelebile!
Il terzo atto, quello conclusivo, è come detto dedicato agli UT New Trolls, che oltre ai già citati Belleno - drummer - e Salvi
- tastiere - propongono una line up consolidata: Claudio “Clode” Cinquegrana alla chitarra, Stefano Genti
alle tastiere, Alessio
Trapella al basso, Umberto Dadà alla voce… e che voce!
Ma su questo aspetto occorre dire che gli UT mantengono una
delle caratteristiche che furono dei Trolls iniziali, cioè la cura degli
aspetti vocali al di là del frontman, e tutti contribuiscono in maniera
determinante al raggiungimento di tale obiettivo, anche se occorre rimarcare il
ruolo di - grande - voce solista di
Trapella e di Belleno.
Anche per gli UT presento la scaletta ufficiale che, con
grande felicità dei presenti, ha portato ad uno sforamento temporale
significativo.
Una miscela di passato e presente, e la band si propone come
una vera macchina da guerra che si perfeziona ad ogni occasione - rigorosamente
dal vivo, ovvero senza basi, come chiosa dal palco Salvi -, e i venti minuti di
filmato forniscono a mio giudizio l’esatta dimensione di un gruppo che, oltre a
creare in studio, finalizza il lavoro alla perfezione in quello che è poi il
momento della verità, l’incontro con il pubblico, quell'entità a volte indecifrabile che spesso ha bisogno di
essere sollecitata con la dimostrazione di giusta energia.
All’interno di “Improvvisazioni” una chicca - attorno al sesto minuto -, che ho sentito per la prima volta in un set degli UT… tutto da scoprire…
La serata finisce attorno a una tavola imbandita, come da
tradizione, con le parole che volano e le fotografie che si moltiplicano: la
tensione è ormai alle spalle e Pino Calautti, probabilmente sfinito dalla
fatica, mostra sul viso i segni della tensione, quello stato d’ansia che
accompagna sempre chi organizza e ha la responsabilità di un evento musicale
che, per definizione, non si sa mia come
andrà a finire.
E’ stata una serata di grande musica caro Pino, in una
cornice perfetta, in condizioni ambientali favorevoli, e tanta gente felice…
Giancarlo Golzi, da lassù, avrà certamente apprezzato.