Sono molti motivi di interesse che mi spingono a parlare dei Sendelica, band di cui un paio di mesi fa non conoscevo l’esistenza. Non è questa un’anomalia… è sufficiente curiosare tra le scoperte di Davide Pansolin - tra le altre cose titolare di una label dedita al vinile, la Vincebus Eruptum Recordings, etichetta che ha rilasciato "I'll Walk With the Stars for You”, ultimo dei Sendelica - per constatare che la proposta musicale mondiale è largamente superiore alla possibilità di conoscenza del comune appassionato di musica… più si approfondisce e più si possono riconoscere i limiti personali.
Non potevo perdere il
loro concerto nella mia città, peraltro nel posto più fascinoso possibile, la
Fortezza del Priamar. Tutto ciò accadeva un paio di mesi fa.
Band gallese, in larga
parte strumentale - la performance a cui ho assistito era priva di parte vocale
-, è collocata all’interno del mondo psichedelico: sante etichette!
L’ora di live, vissuta
in diretta, mi ha mostrato una musica a cui non ero preparato, nel senso che è
largamente differente da quanto capita di incontrare di questi tempi, anche se
si bazzicano i circuiti di nicchia.
Brani prolungati -
dall’intervista a seguire si evince come ogni composizione subisca nel tempo
un’importante evoluzione -, atmosfere ipnotiche, loop ripetitivi, utilizzo di
suoni dilatati e penetranti e impiego di strumenti alternativi, come il Theremin,
lo strumento elettronico più antico esistente, capace di produrre trame ai più
sconosciute, senza alcun contatto fisico ma con grande espressività scenica.
Passano i giorni
- non molti - e ricevo in dono - grazie
Davide! - l’album, rigorosamente in
vinile, il già citato "I'll Walk
With the Stars for You”.
Metti assieme un
gruppo gallese, che produce musica che riporta indietro il calendario di
svariati lustri, ma capace di creare il bridge con l’attualità e… prova a
ritornare al rito del vinile!!! Tutto magico, difficile da spiegare.
Nel porre le domande
via mail a Pete Bingham, il leader,
commetto l’errore di basarmi solo sull’apparizione savonese, avendo sicurezza
di un’entità meramente strumentale.
In realtà nel disco 2
tracce su 5 propongono un vocalist - e che vocalist (si consiglia qualche
ricerca sul web per John Charles Edward Alder, meglio conosciuto
come Twink) - che caratterizza in
pieno l’intera produzione, e trovo che l’alternanza tra i brani strumentali - Moscow Bunker Blues, Albatross e I Once Fed Peter
Green's Pet Albatross - e quelli compresi di liriche - Black Widow Man e Dance Stars
Dance - sia una formula perfetta e irrinunciabile, perché lo strumento
“voce” si inserisce perfettamente nel contesto creato dai Sendelica.
Esiste una grande variabilità all’interno dell’album, con episodi dilatati
(tra gli undici e quindici minuti) accostati a momenti più raccolti ma non meno
ipnotici.
Vige la piena libertà, quella di inserire il riff della purpleiana “Space Truckin”, in Black Widow Man o la piena melodia nella magnifica portatrice di
sogni, Albatross.
Difficile descrivere le particolarità di questo album, un viaggio introspettivo,
un percorso a ritroso verso luoghi e tempi che personalmente avevo accantonato,
ma che procurano un elevato piacere da ascolto, seppur in modalità specifiche,
lontane dall’easy linstening.
La sintesi, personalissima che ne ho tratto dopo alcuni “giri di giostra” è che il mondo dei Pink Floyd ha incontrato la cupezza dei Velvet Underground (lo so, sembra non c’entrino niente, ma basta ascoltare attentamente Dance Stars Dance per trovare la giusta similitudine) e ha prodotto qualcosa di nuovo, fatto sorprendente di questi tempi.
Personalmente i miei amori musicali spaziano in molte direzioni... partendo dai classici krautrock e rock degli anni anni '70, in particolare la musica giapponese dei seventies, proseguendo nel tempo con band come Massive Attack, Portishead, Sigur Ros, Acid Mothers Temple... e così via.
La vostra
musica - quella che ho ascoltato dal vivo - è strumentale, ma c’è spazio per
alcune parti vocali: qual è il vostro rapporto con le liriche?
Amiamo suonare dal vivo, momento in cui le canzoni sembrano assumere una nuova vita, e sul palco subiscono una continua evoluzione. Un esempio classico sarebbe la traccia "Master Benjamin Warned Young Albert Not To Step On The Uninsulated Air”, dal nostro album “Anima Mundi”: dai suoi iniziali 10 minuti siamo arrivati a 40, dopo una lunga evoluzione live che è testimoniata nel nostro “Live At The Psychedelic Network Festival 2014”, doppio album pubblicato dalla Sunhair Records in Germania.
Abbiamo sempre voluto utilizzare una strumentazione inusuale, sostitutiva dei soliti “basso, chitarra e batteria”. Il nostro prossimo album sarà caratterizzato dall’uso del mellotron su una sola pista.
Ad essere onesti ci sembra di vivere nella terra di cover/tribute band, fatto che personalmente trovo molto triste, ma ci sono in giro alcune band interessanti... Soft Hearted Scientists, Spurious Transients, Consterdine, Chris Weeks...
Sì, fin qui siamo stati una band molto prolifica, sia in studio che dal vivo, cioè un lavoro sul palco che si conclude con molti album studio e live, rilasciati poi in Europa e nel Regno Unito. Dal punto di vista della registrazione in studio, mi sembra di avere un sacco di canzoni nella mia testa che si fanno strada e si riversano nel mondo del vinile. La “saggezza” che usiamo nei nostri live ci porta a creare spettacoli ogni volta diversi, a causa della immensa quantità di improvvisazione che mettiamo in atto, tanto che molte etichette hanno voluto immortalare spettacoli dal vivo, e i fan sembrano gradire notevolmente sia le nostre uscite in studio che i live album.
Il nuovo album è piuttosto insolito per noi, in quanto è stato registrato in un lungo periodo di tempo e in differenti paesi. Tieni conto che alcuni dei nostri album sono stati registrati in un paio di giorni, come Spaceman Bubblegum, per il quale è bastato un pomeriggio in un fienile gallese. "I'll Walk..." è inoltre è caratterizzato dalla presenza di un cantante ospite - fatto inusuale per noi -, il mitico Twink, fondatore dei leggendari Pink Fairies. L'album ha avuto anche un sacco di altri guest, tra cui Nik Turner (flauto su Albatross), Virginia Tate, Roger Morgan e diversi batteristi, tra cui Geoff Chase e Jack Jackson. E 'stato un lungo lavoro d'amore in cui, come ho già spiegato, stavamo cercando di ricreare un classico disco rock anni '70, ma rivestito di un abito contemporaneo. E’ stato registrato in tre paesi diversi e una traccia ha preso avvio a Boston, nel 2008. Così l'intero album ha avuto un periodo di gestazione di 7 anni, con alcune registrazioni che si sono svolte anche in un bunker sotterraneo e in disuso nel centro di Mosca, e anche nel Cardigan (Galles occidentale). Abbiamo usato quattro ingegneri del suono, e la maggior parte del disco è stato mixato da me e da un nostro collaboratore di lungo corso, Aviv, con una traccia che è stata elaborata da un altro collaboratore di lunga durata, Colin Consterdine. E’ stato abbastanza sorprendente vedere come un tale progetto, diluito nel tempo si sia improvvisamente materializzato, e come l’insieme sia apparso così coeso e il suono generale così completo…
Quest’anno abbiamo festeggiato il decimo anniversario di attività con un sacco di concerti e una pletora di uscite nel Regno unito (Ziggy Stardust, 7" e The Cromlech Chronicles, LP), Germania (Live at Imerrhin, LP ) e in Italia (I'll Walk With The Stars For You, LP). Il nostro album The Cromlech Chronicles è già tutto esaurito e la prossima release è una riedizione tedesca del nostro Pavilion Of Magic, album che uscirà nel mese di settembre (Sunhair Records), a cui verrà riservato un trattamento deluxe, LP con bonus tracks. In occasione del 10° anniversario di attività abbiamo anche previsto un rilascio del nostro album di debutto, Entering The Rainbow Light, e di 14th Dream Of Dr. Sardonicus, e Davide e la sua etichetta stanno preparando una edizione commemorativa di The Satori in Elegance of the Majestic Stonegazer e di The Kaleidoscopic Kat And It’s Autoscopic Ego, in edizione limitata di vinile colorato. E ultimo, ma non meno importante, FDM rilascerà il nostro singolo natalizio a dicembre, una cover di Scott Walker, Nite Flights. Nel mese di agosto ci rifugeremo nel Mwnci Recording Studio, nel Galles, per iniziare a lavorare sul prossimo album... un doppio album!
La sintesi, personalissima che ne ho tratto dopo alcuni “giri di giostra” è che il mondo dei Pink Floyd ha incontrato la cupezza dei Velvet Underground (lo so, sembra non c’entrino niente, ma basta ascoltare attentamente Dance Stars Dance per trovare la giusta similitudine) e ha prodotto qualcosa di nuovo, fatto sorprendente di questi tempi.
Ma per entrare meglio nel dettaglio propongo lo scambio di battute con Bingham e un brano dell’album, oltre che una
recente esibizione live.
Grande sorpresa!
Intervista a Pete Bingham
Puoi raccontarmi qualcosa sulla storia dei Sendelica, giusto per
farvi conoscere al pubblico italiano?
La band è nata nel 2006 con uno scopo preciso, quello di
divertirci suonando la musica che abbiamo iniziato ad amare da giovani, senza
nessuna pianificazione a tavolino o ambizione particolare, solo la voglia di
suonare insieme.
Credo che… ci siamo lasciati un po’ prendere la mano, e dopo la
pubblicazione del nostro primo album, nel 2007, abbiamo proseguito con
decisione, e dopo dieci anni siamo ancora qui, sempre più immersi nel progetto.
Esistono band o artisti che vi hanno realmente influenzato?
Personalmente i miei amori musicali spaziano in molte direzioni... partendo dai classici krautrock e rock degli anni anni '70, in particolare la musica giapponese dei seventies, proseguendo nel tempo con band come Massive Attack, Portishead, Sigur Ros, Acid Mothers Temple... e così via.
Siete definiti come un gruppo dedito al rock psichedelico: ti
piace questa definizione?
In un certo senso è vero, siamo una band “psichedelica”, ma la
nostra musica attinge tra molti differenti filoni musicali che rappresentano
solo il punto di partenza di quello che sarà poi il prodotto finale: abbiamo
provato a sintetizzare il pregresso per metterlo in scena nel 21° secolo.
Sarebbe noioso copiare e proporre tutto quanto è già accaduto prima, un
esercizio inutile: riprodurre è umano, creare è divino! Amiamo spingerci oltre,
usando i riferimenti del passato e dando loro un tocco di… Sendelica, e ci
piace anche un po’ di sano umorismo.
Siamo essenzialmente un gruppo strumentale, ma abbiamo fatto
alcune cose con l’utilizzo della voce; una grande parte del nostro lavoro,
quella che abbiamo registrato per Fruits De Mer Records, presenta tracce
vocali, e il nostro ultimo album, uscito per l'etichetta italiana Vincebus
Eruptum, contiene due pezzi con la voce in evidenza.
Ho avuto la fortuna di assistere a un vostro concerto, a Savona…
la vostra musica non é semplice ma molto coinvolgente: quanto amate le
performance live?
Amiamo suonare dal vivo, momento in cui le canzoni sembrano assumere una nuova vita, e sul palco subiscono una continua evoluzione. Un esempio classico sarebbe la traccia "Master Benjamin Warned Young Albert Not To Step On The Uninsulated Air”, dal nostro album “Anima Mundi”: dai suoi iniziali 10 minuti siamo arrivati a 40, dopo una lunga evoluzione live che è testimoniata nel nostro “Live At The Psychedelic Network Festival 2014”, doppio album pubblicato dalla Sunhair Records in Germania.
Nell’occasione in cui vi ho visto, sono rimasto affascinato
dall’uso del Theremin, strumento inusuale in fase live. Come è nata l’idea?
Abbiamo sempre voluto utilizzare una strumentazione inusuale, sostitutiva dei soliti “basso, chitarra e batteria”. Il nostro prossimo album sarà caratterizzato dall’uso del mellotron su una sola pista.
Come giudichi lo stato della musica nel tuo paese, il Galles?
Ad essere onesti ci sembra di vivere nella terra di cover/tribute band, fatto che personalmente trovo molto triste, ma ci sono in giro alcune band interessanti... Soft Hearted Scientists, Spurious Transients, Consterdine, Chris Weeks...
Sono passati dieci anni dal rilascio del vostro primo EP, e da
allora la vostra discografia ha registrato una discreta espansione: come
spieghi questa intense attività "studio"?
Sì, fin qui siamo stati una band molto prolifica, sia in studio che dal vivo, cioè un lavoro sul palco che si conclude con molti album studio e live, rilasciati poi in Europa e nel Regno Unito. Dal punto di vista della registrazione in studio, mi sembra di avere un sacco di canzoni nella mia testa che si fanno strada e si riversano nel mondo del vinile. La “saggezza” che usiamo nei nostri live ci porta a creare spettacoli ogni volta diversi, a causa della immensa quantità di improvvisazione che mettiamo in atto, tanto che molte etichette hanno voluto immortalare spettacoli dal vivo, e i fan sembrano gradire notevolmente sia le nostre uscite in studio che i live album.
Il vostro ultimo album si intitola "I'll Walk With the Stars
for You": quali sono le maggiori differenze rispetto agli album precedenti?
Il nuovo album è piuttosto insolito per noi, in quanto è stato registrato in un lungo periodo di tempo e in differenti paesi. Tieni conto che alcuni dei nostri album sono stati registrati in un paio di giorni, come Spaceman Bubblegum, per il quale è bastato un pomeriggio in un fienile gallese. "I'll Walk..." è inoltre è caratterizzato dalla presenza di un cantante ospite - fatto inusuale per noi -, il mitico Twink, fondatore dei leggendari Pink Fairies. L'album ha avuto anche un sacco di altri guest, tra cui Nik Turner (flauto su Albatross), Virginia Tate, Roger Morgan e diversi batteristi, tra cui Geoff Chase e Jack Jackson. E 'stato un lungo lavoro d'amore in cui, come ho già spiegato, stavamo cercando di ricreare un classico disco rock anni '70, ma rivestito di un abito contemporaneo. E’ stato registrato in tre paesi diversi e una traccia ha preso avvio a Boston, nel 2008. Così l'intero album ha avuto un periodo di gestazione di 7 anni, con alcune registrazioni che si sono svolte anche in un bunker sotterraneo e in disuso nel centro di Mosca, e anche nel Cardigan (Galles occidentale). Abbiamo usato quattro ingegneri del suono, e la maggior parte del disco è stato mixato da me e da un nostro collaboratore di lungo corso, Aviv, con una traccia che è stata elaborata da un altro collaboratore di lunga durata, Colin Consterdine. E’ stato abbastanza sorprendente vedere come un tale progetto, diluito nel tempo si sia improvvisamente materializzato, e come l’insieme sia apparso così coeso e il suono generale così completo…
Come è nato l’incontro con Davide Pansolin e la sua Vincebus
Eruptum Recordings?
Abbiamo conosciuto Davide attraverso la sua
fanzine Vincebus Eruptum e qualche anno fa, quando ha
deciso di aprire una sua label rigorosamente legata al vinile, si è avvicinato
a noi chiedendoci la licenza per l’album Satori, perché diventasse il suo primo
atto. L’esperienza andò molto bene e… siamo arrivati al quinto lavoro assieme,
e Davide è diventato un nostro grande amico.
Che cosa avete pianificato per l’immediato futuro?
Quest’anno abbiamo festeggiato il decimo anniversario di attività con un sacco di concerti e una pletora di uscite nel Regno unito (Ziggy Stardust, 7" e The Cromlech Chronicles, LP), Germania (Live at Imerrhin, LP ) e in Italia (I'll Walk With The Stars For You, LP). Il nostro album The Cromlech Chronicles è già tutto esaurito e la prossima release è una riedizione tedesca del nostro Pavilion Of Magic, album che uscirà nel mese di settembre (Sunhair Records), a cui verrà riservato un trattamento deluxe, LP con bonus tracks. In occasione del 10° anniversario di attività abbiamo anche previsto un rilascio del nostro album di debutto, Entering The Rainbow Light, e di 14th Dream Of Dr. Sardonicus, e Davide e la sua etichetta stanno preparando una edizione commemorativa di The Satori in Elegance of the Majestic Stonegazer e di The Kaleidoscopic Kat And It’s Autoscopic Ego, in edizione limitata di vinile colorato. E ultimo, ma non meno importante, FDM rilascerà il nostro singolo natalizio a dicembre, una cover di Scott Walker, Nite Flights. Nel mese di agosto ci rifugeremo nel Mwnci Recording Studio, nel Galles, per iniziare a lavorare sul prossimo album... un doppio album!
Sendelica – I'll Walk With The Stars For You
Etichetta: Frg Records – FRGCD 25
Formato: CD, Album
Paese: UK
Uscita: 2016
Genere: Rock
Genere: Rock
Stile: Psychedelic Roc, Space Rock
Elenco tracce
Black Widow Man
|
4:23
|
|
Moscow Bunker Blues
|
11:12
|
|
Albatross
|
4:23
|
|
I
Once Fed Peter Green's Pet Albatross
|
15:39
|
|
Dance Stars Dance
Line up
Pete
Bingham- Guitar/ Electronics.
Glenda Pescado- Bass
Colin
Consterdine- Programing/ Electronics
Lee Relfe- Saxamaphones
Meurig
Griffiths – Drums
Lord Armstrong sealand - theremin.
Crediti
|
5:14
|
·
Artwork – Davidew
·
Flute – Nik Turner (tracks:
3)
·
Guitar – Pete Bingham*
·
Sampler – Pete Bingham*
(tracks: 1,3,4)
·
Vocals – Twink (4) (tracks:
1,5)
Note
Tracks 1 and
3 recorded at Afterhours Studio (Wales).
Tracks 2 and 4 recorded in a bunker in Moscow and Afterhours Studio (Wales).
Track 5 recorded in Boston (USA) and Afterhours Studio (Wales)
Tracks 2 and 4 recorded in a bunker in Moscow and Afterhours Studio (Wales).
Track 5 recorded in Boston (USA) and Afterhours Studio (Wales)
Immagini di
repertorio