mercoledì 3 giugno 2015

Le Maschere di Clara-"Lynch": in attesa del nuovo album "The Elephant Man"




Le Maschere di Clara si avvicinano al nuovo album, The Elephant Man, e per realizzarlo scelgono la strada del crowdfunding, come evidenziato nella pagina corrispondente al link seguente:

                                                Per sostenere MUSICRAISER

I tempi sono fissati e allo scadere del termine, il 28 giugno, si tireranno le somme.
Per l’occasione Le Maschere di Clara hanno registrato in esclusiva, per MusicRaiser, LYNCH, un EP strumentale riservato a tutti coloro che sosterranno l’iniziativa.
L’EP verrà inviato in digitale dopo l’acquisto di una qualsiasi ricompensa della campagna al raggiungimento del goal finale.

Ho ascoltato in anteprima i brani che compongono la “media lunghezza”, quattro tracce, circa 21 minuti di musica strumentale.
Seguo da molto tempo Le Maschere di Clara e apprezzo la loro proposta musicale che passa, anche, attraverso l’atipicità della formazione, un trio che vede Lorenzo Masotto al piano e basso, Laura Masotto al violino e Bruce Turri alla batteria, con la distribuzione della parte vocale su tutti i membri.
Il commento meramente musicale di idee, concetti e storie, è al contempo affascinante e difficile da captare, perché esiste sempre il rischio di un clamoroso fuori tema, anche se uno dei possibili piaceri per un musicista deriva proprio dall’interazione con l’ascoltatore, da una diversa visione delle cose stimolata dal potere sinestesico della musica.
In questo caso ciò che la band veronese descrive, ora e in prospettiva, è un qualcosa di molto conosciuto e toccante, perché David Linch, e il suo movie The Elephant Man -tratto dai libri The Elephant Man and Other Reminiscences-, hanno smosso le coscienze, toccando il cuore di milioni di persone.
Storia che tratta la differenza tra gli uomini, fisica e morale; racconto che disegna la dignità umana e la metodicità con cui si cerca di minarla; valori come amicizia e solidarietà contrapposti alla crudeltà e alla vigliaccheria, con sullo sfondo, e allo stesso tempo protagonista, un essere inguardabile, la cui mostruosità sparisce quando emerge ciò che da sempre è intrappolato nel suo “io” più profondo.
Tutte queste immagini sono quelle che ci sia aspetta prima che Freak -primo pezzo dell’EP- inizi a rivelarsi, e col passare dei minuti -seguono Istanbul, Pow Wow e Solar- tutte le parti incominciano a combaciare, perché la suggestione è tanta, e appare impossibile non rivivere la storia dell’Uomo Elefante, ad ogni cambio ritmo e modifica armonica.
L’atmosfera creata da LMdC è fortemente simbolica, con sottolineature grevi, potenti, e disegni di scenari musicali ad ampio raggio, e la mia personale impressione è che la libertà fornita da composizioni prettamente strumentali sia servita in questo caso per accentuare la focalizzazione sui soggetti (racconto, attori, comparse e paesaggi).
La fredda Londra della seconda metà dell’ottocento si svela, traccia dopo traccia, con tutte le contraddizioni di un epoca lontana che, purtroppo, sopravvivono, forse ingigantite, negli anni 2000.
Tutto quanto descritto è il frutto di una mia immediata reazione all’ascolto, condizionata da mille ricordi e immagini antiche, una delle tante verità possibili, stimolate dalla musica de La Maschera di Clara, e quindi una quantitativamente modesta visione della loro proposta.
Ma c’è qualcosa di oggettivo, una linea verbale inserita a metà strada in Solar, quando si sottolinea un tema a me caro, legato al concetto di felicità, in questo caso sostituito dal termine “contentezza”, perché alla fine risulterà felice chi si accontenta di ciò che ha…
Il mio concetto di felicità è ben preciso, non spiegabile in questo spazio, ma è sicuramente una leva che porterebbe LMdC a nuove creazioni. Personalmente accantono anche la parola “contentezza” e inserisco “serenità”, un obiettivo, per me, in qualunque ambito ci si ritrovi a “giocare”, uno stato d’animo che, grazie alla mia visione un po’ distorta dei diversi risvolti musicali, ho ritrovato in Lynch: tensione massima che si trasforma stabilità di movimento.

E ora cosa possiamo aspettarci da The Elephant Man quando il 28 giugno diventerà realtà?