Le Maschere di Clara si avvicinano al nuovo album, The Elephant Man, e per realizzarlo scelgono
la strada del crowdfunding, come evidenziato nella pagina corrispondente al link seguente:
I tempi sono fissati e
allo scadere del termine, il 28 giugno, si tireranno le somme.
Per l’occasione Le Maschere
di Clara hanno registrato in esclusiva, per MusicRaiser, LYNCH,
un EP strumentale riservato a tutti coloro che sosterranno l’iniziativa.
L’EP verrà inviato in
digitale dopo l’acquisto di una qualsiasi ricompensa della campagna al
raggiungimento del goal finale.
Ho ascoltato in
anteprima i brani che compongono la “media lunghezza”, quattro tracce, circa 21
minuti di musica strumentale.
Seguo da molto tempo Le
Maschere di Clara e apprezzo la loro proposta musicale che passa, anche,
attraverso l’atipicità della formazione, un trio che vede Lorenzo Masotto al piano e basso, Laura Masotto al violino e Bruce
Turri alla batteria, con la distribuzione della parte vocale su tutti i
membri.
Il commento meramente
musicale di idee, concetti e storie, è al contempo affascinante e difficile da
captare, perché esiste sempre il rischio di un clamoroso fuori tema, anche se
uno dei possibili piaceri per un musicista deriva proprio dall’interazione con
l’ascoltatore, da una diversa visione delle cose stimolata dal potere
sinestesico della musica.
In questo caso ciò che
la band veronese descrive, ora e in prospettiva, è un qualcosa di molto
conosciuto e toccante, perché David
Linch, e il suo movie The Elephant Man
-tratto dai libri The Elephant Man and Other
Reminiscences-, hanno smosso le coscienze, toccando il cuore di milioni di
persone.
Storia che tratta la
differenza tra gli uomini, fisica e morale; racconto che disegna la dignità
umana e la metodicità con cui si cerca di minarla; valori come amicizia e
solidarietà contrapposti alla crudeltà e alla vigliaccheria, con sullo sfondo,
e allo stesso tempo protagonista, un essere inguardabile, la cui mostruosità
sparisce quando emerge ciò che da sempre è intrappolato nel suo “io” più
profondo.
Tutte queste immagini
sono quelle che ci sia aspetta prima che Freak
-primo pezzo dell’EP- inizi a rivelarsi, e col passare dei minuti -seguono Istanbul, Pow Wow e Solar- tutte le
parti incominciano a combaciare, perché la suggestione è tanta, e appare
impossibile non rivivere la storia dell’Uomo Elefante, ad ogni cambio ritmo e
modifica armonica.
L’atmosfera creata da LMdC è fortemente simbolica, con
sottolineature grevi, potenti, e disegni di scenari musicali ad ampio raggio, e
la mia personale impressione è che la libertà fornita da composizioni
prettamente strumentali sia servita in questo caso per accentuare la focalizzazione
sui soggetti (racconto, attori, comparse e paesaggi).
La fredda Londra della
seconda metà dell’ottocento si svela, traccia dopo traccia, con tutte le
contraddizioni di un epoca lontana che, purtroppo, sopravvivono, forse
ingigantite, negli anni 2000.
Tutto quanto descritto
è il frutto di una mia immediata reazione all’ascolto, condizionata da mille ricordi
e immagini antiche, una delle tante verità possibili, stimolate dalla musica de
La Maschera di Clara, e quindi una quantitativamente
modesta visione della loro proposta.
Ma c’è qualcosa di
oggettivo, una linea verbale inserita a metà strada in Solar, quando si sottolinea un tema a me caro, legato al concetto
di felicità, in questo caso sostituito dal termine “contentezza”, perché alla
fine risulterà felice chi si accontenta
di ciò che ha…
Il mio concetto di
felicità è ben preciso, non spiegabile in questo spazio, ma è sicuramente una
leva che porterebbe LMdC a nuove
creazioni. Personalmente accantono anche la parola “contentezza” e inserisco “serenità”,
un obiettivo, per me, in qualunque ambito ci si ritrovi a “giocare”, uno stato
d’animo che, grazie alla mia visione un po’ distorta dei diversi risvolti
musicali, ho ritrovato in Lynch: tensione massima che si
trasforma stabilità di movimento.
E ora cosa possiamo
aspettarci da The Elephant Man quando il 28 giugno diventerà realtà?