“Si consiglia l’ascolto al buio e ad alto volume…”.
E’ questa una delle
possibili modalità utili alla fruizione di questo secondo lavoro discografico
degli Spettri,
riportata all’interno del booklet, ma è certo che il poter comprendere qualcosa
in più sulla storia, passata e recente, favorisce in ogni caso la godibilità
dell’album, perché poterne capire lo spirito, visti i contenuti, mi pare un
obbligo per ogni buon musicofilo.
Un lungo titolo, 2973 - MMCMLXXIII - La nemica dei ricordi, è
il preludio ad un immaginario salto temporale nel futuro, che disegna scenari,
purtroppo, conosciuti.
Nell’intervista a
seguire ciò che all'mpatto appare misterioso viene svelato, e di fatto ci troviamo al
cospetto di una estrema continuità, un proseguimento della storia musicale
scritta nei seventies e ripresa oggi dopo attenta analisi… precisa ma
drammatica, perché i temi di fondo rimangono gli stessi.
Se i problemi sociali
affrontati nel primo album -il live datato 1972, riesumato/rimasterizzato nel
2011- erano tipici di quei giorni “caldi”, il salto in avanti ripropone
situazioni tragiche, e si arriva alla conclusione che nulla è cambiato, perché
il problema è l’uomo, e tutto ciò che si è annidiato al suo interno. Il tema
del viaggio, valido in ogni epoca, suggerisce una possibile soluzione, che non
risiede nella fuga, ma nella ricerca di se stessi, attraverso la conoscenza del
mondo circostante, e la nave utilizzata diventa il simbolo del possibile
cambiamento, un’opportunità da cogliere, senza certezza di risultato, ma con la
consapevolezza che all’accidia e all’ignavia debbano essere contrapposte
l’azione e la positività.
E’ dunque questo un
caso raro di concept album che racchiude oltre 40 anni e lega a doppio nodo due
dischi.
Di quel periodo è
rimasto molto per gli Spettri, a partire dalla strumentazione -la stessa di
allora- sino ad arrivare ai metodi di registrazione, che prevedono la scelta
analogica rispetto a quella digitale, e nel caso della realizzazione del vinile
l’LP risulterà completamente AAA, con una produzione limitata in MONO.
Quarantasette minuti di musica, suddivisi su otto tracce, presentano sonorità davvero tipiche
del periodo d’oro del prog, per la gioia degli amanti del genere, e la facilità
di comprensione dei testi in lingua italiana permette di seguire con semplicità
l’evoluzione del racconto; e se il tutto si accompagna alla proposta iniziale
-oscurità e alto volume- l’ascolto globale diventa un’esperienza, come dovrebbe
accadere quando la musica è costruita e proposta con rilevante impegno, che di
conseguenza si travasa sull’ascoltatore.
Un grande art work
-come nella migliore tradizione Black Widow- è il perfetto completamento del
modello vintage disegnato dagli Spettri.
L’iter evolutivo
ideato dalla band toscana prevede un paio di momenti in cui si cerca
collaborazione esterna, e così ritroviamo Elisa
Montaldo, de Il Tempio delle Clessidre, che presta la sua voce nel brano Il Delfino Bianco, e occorre
sottolineare come si stia ampliando l’orizzonte della musicista genovese,
richiesta solitamente come tastierista, suo ruolo primario.
Chiude l’album il
brano L’approdo, l’atto finale in cui
l’atmosfera prevede il colore celestiale dell’arpa celtica, proposta dal
secondo guest, Stefano Corsi. Per il
resto dei credits rimando all’immagine di fine post.
Un power sound che
riporta volutamente, con convinzione, al profumo di hammond, al vortice del leslie,
ai fiati crimsoniani, alla durezza di certa musica che viaggiava su linee
parallele al prog negli anni’70, ad una vocalità metallica che si dimostra
efficace e funzionale al progetto.
Gli Spettri (Stefano Melani alle tastiere, Raffaele
Ponticiello alle chitarre, Vincenzo
Ponticiello al basso, Mauro Sarti alla batteria, Matteo Biancolani al sax e Ugo Ponticiello alla voce) sono una
band live, e tutto ruota attorno a questo concetto, ben radicato nei vari componenti, e facilmente riscontrabile visionando il filmato relativo alla
performance del FIM 2014 (https://www.youtube.com/watch?v=qxvXFtpFino), La nemica dei ricordi,
brano che fa parte del nuovo album.
Una bella storia di
musica, di talento e competenza, ingredienti che si possono ritrovare, in toto,
nel secondo episodio della vita discografica degli Spettri.
Voto altissimo
all’album!
L’INTERVISTA
Ho scritto del vostro
album “storico” circa quattro anni fa, e ora vi ripresentate con un nuovo impegno
discografico: quali sono le differenze più importanti nello scrivere musica
quando si è giovani rispetto alla piena maturità -e non mi riferisco solo all’elemento
“esperienza”, che ovviamente pesa?
Guarda è una cosa che
mi sono chiesto anch'io, e riflettendo posso tranquillamente dire che non è
cambiato molto. La voglia di suonare e raccontare una storia è sempre la stessa.
L'impegno è sempre quello, forse oggi c'è più libertà nel senso che non ci
poniamo più il problema del cercare di fare " successo ", e poi per
noi si tratta solo del secondo progetto, quindi è come se il tempo non fosse
passato! Peccato per i chili in più e i capelli bianchi.
Il disco è la
prosecuzione ideale della storia iniziata negli anni ’70, e così la
concettualità di pensiero non si limita a questo nuovo lavoro, ma allaccia
epoche molto diverse tra loro… eppure sembra che poco sia cambiato: può essere
questa l’anima del disco?
Sì, il fluire del
tempo non conta, poiché il problema è sempre lo stesso e cioè il cercare risposte
alle ingiustizie del sistema. I problemi sono sempre i soliti ! Il Vietnam è
diventato la Siria e l'umanità continua ad essere divisa fra privilegiati e
infelici. Nel primo disco la soluzione pareva fosse la rivoluzione sociale, ma
la risposta che il protagonista riceve è da ricercarsi nella natura umana. In
questo disco quindi la ricerca diventa viaggio interiore, ed i mostri da
affrontare abitano l'intimo. Alla fine si arriva ad una nuova consapevolezza ed
equilibrio. Quindi questo viaggio è la prosecuzione naturale del primo, come se
gli anni non fossero passati, anzi forse non sono passati!
Mi spiegate il titolo
complesso, “2973-MMCMLXXIII-La Nemica DeI Ricordi”?
Semplice: il primo
disco era stato registrato live nel 1972. Visto che il nuovo ne è il seguito,
l'avremmo potuto sicuramente registrare l'anno dopo e quindi nel 1973... Purtroppo
invece sono passati molti anni, tanto che abbiamo deciso di quantificare in
tempo “spettrale ", in 1000 anni, e quindi 1972 + 1 + 1000 = siamo
nell'anno 2973! Poiché nell'eterno spettrale, gli anni si contano in numeri
romani ecco spiegato anche l'anno in numeri romani. La nemica dei ricordi è il
sottotitolo ed in qualche modo, essendo la morte la peggiore delle paure da
affrontare, riassume anche il senso di questo nuovo viaggio.
Che cosa avete messo in
campo per la registrazione, dal momento che siete molto… analogici?
Noi usiamo normalmente
gli stessi strumenti degli anni settanta. L'hammond è quello che ho comprato
nel ‘71, stessa cosa per il leslie e le chitarre, inoltre volevamo rimanere
fedeli alla linea e registrare nello stesso modo che avremmo fatto nel ’73, quindi
abbiamo scelto uno studio che ci garantisse gli stessi strumenti e suoni di
quegli anni. Abbiamo registrato le basi live su nastro a 24 tracce passando da
un banco Neve del 76.
Il mix per l'Lp è
stato fatto su un 2 tracce francese del ‘70 e masterizzato sempre in analogico.
Il risultato è un LP completamente AAA. Oggi che il vinile è tornato
giustamente di moda, pensiamo sia importante non prendere in giro nessuno e
farne uno finalmente tutto analogico, visto che la maggior parte dei prodotti
stampati recentemente sono solo dei riversaggi di mix digitali. Per quanto
riguarda il CD invece abbiamo mixato e masterizzato in digitale, e nel mix ci
sono dei leggeri cambiamenti rispetto a quello dell'LP.
Vorrei citare il
nostro fonico Francesco Landi che ha fatto un grande lavoro.
Penso sia anche
importante notare che rispetto al line up del primo disco ci sono due novità importanti. La prima è il nostro
batterista Mauro Sarti, che nei primi ‘70 aveva formato i Campo di Marte, la
seconda riguarda il sax di Matteo Biancalani
che, pur avendo solo 30 anni, è riuscito ad inserirsi e far suonare il
suo sax da vero 70's rocker!
Parliamo un po’ degli
ospiti: con che criterio è avvenuta la scelta?
Tutto il progetto è
stato realizzato con una metodologia filmica; una volta concordato il soggetto
abbiamo scritto la sceneggiatura e composto seguendone lo svolgimento.
Ad un certo punto
della storia, o meglio del viaggio, il tempo si ferma, il mare si placa, e
avevamo bisogno di una voce femminile che interpretasse il brano (Il delfino bianco).
Avevamo conosciuto
Elisa da poco e ascoltato il nuovo disco del Tempio delle Clessidre poco prima
di registrare il nostro. Fin da subito ho pensato che oltre ad essere una
bravissima strumentista sia anche una incredibile cantante ed interprete. Quando
le abbiamo proposto di cantare il brano ha accettato subito. È venuta a Firenze
ed in poche ore lo ha imparato e cantato... Fantastica!
Alla fine del viaggio
invece, il nostro protagonista arriva con la sua nave su un'isola. Volevo che
quest'isola assumesse quasi un colore mitologico, quasi fosse una nuova Avalon,
e quindi mi è venuto naturale pensare all'arpa celtica. Guarda caso il miglior
arpista sulla piazza è anche un grande amico (Stefano Corsi- Whisky Trail) e
così è stato facile contattarlo e farlo partecipare.
Mi è piaciuto molto
l’artwork: me ne parlate?
La copertina è stata
realizzata dal giovane Mattia Sarti (figlio del nostro batterista). Ci piace
molto avere dei collaboratori giovani che possano interpretare le nostre idee
in modo attuale. Gli abbiamo spiegato un pò il soggetto e lui si è messo al
lavoro col suo stile fantasy e talento innato. Penso che abbia colto molto bene
lo spirito del viaggio e aiuti a proiettarne l'atmosfera nell'immaginario
dell'ascoltatore. Le grafiche all'interno sono state fatte invece da Laura
Strino che è una pittrice nostra amica che vive a Parigi. A lei abbiamo invece
dato i testi e chiesto che ne interpretasse il significato in immagini
simboliche.
E’ prevista l’uscita
anche in vinile? Black Widow è molto sensibile a questo aspetto!
Certamente, anzi,
visto che lo abbiamo realizzato completamente AAA, Pino Pintabona ha anche ben
pensato di farne anche una versione limited in mono! L'uscita è prevista a
breve.
Avete pianificato la
pubblicizzazione dell’album?
Abbiamo presentato il CD
a Firenze con una conferenza stampa alla libreria Ibs; prossimamente
presenteremo l'LP e stiamo organizzando il tutto con la Black Widow.
Per quanto riguarda i
concerti, dopo averne presentato una breve anteprima al FIM dell'anno scorso,
abbiamo fatto la presentazione al Club il Giardino e stiamo pianificando le
date per l'autunno.
Eravate al FIM, questa
volta in veste di spettatori: che giudizio potete dare della musica ascoltata
sul Palco Verde, quello dedicato al Prog?
In generale il FIM è
una cosa fantastica da vedere nel nostro paese, quindi complimenti agli
organizzatori! Per quanto riguarda il palco verde quest'anno abbiamo potuto
apprezzare solo i gruppi di domenica e siamo rimasti molto impressionati dalla
qualità eccezionale di tutte le band, ma su tutte dobbiamo sicuramente
menzionare la grandezza di Bernardo Lanzetti, che ci ha veramente impressionato,
sia per la bravura che per la freschezza della voce! Immortale!
D’obbligo una domanda
rivolta al futuro: chi vi ferma più ormai!
Il desiderio adesso è
di poter recuperare il tempo perso e poter riuscire a suonare nei posti che
contano in questo genere di musica, facendo
conoscere il nuovo disco al maggior numero di appassionati, nel frattempo
stiamo già pensando a Spettri 3 e
quindi, fra un concerto e l'altro, cercheremo di smaterializzarci per farci il
prossimo
"trip".