Fotografia di Alberto Terrile
Per la seconda volta nello
spazio di pochi anni Aldo Tagliapietra ritorna nella stessa location, a
Savona, e si tuffa in una dimensione adatta alla sua attuale proposta sul
versante acustico.
Il Teatro Don Bosco è situazione di tutto
rispetto, anche se non uso a situazioni musicali, essendo periferico - pur trovandosi
nel bel mezzo della città - rispetto al prestigioso Chiabrera, quel luogo in
cui un paio di settimane fa - con ORME e New Trolls in concerto - la gente che
non segue la musica con assiduità si aspettava di trovare il particolare timbro
vocale che ha caratterizzato tutta la produzione della seminale formazione
veneziana.
Don Giovanni, è il gestore di un teatrino che può contare su quasi 300
posti. Don Giovanni è anche un appassionato di musica prog, oltre ad essere
amico di Tagliapietra, persona a cui è legato anche dal punto di vista
spirituale.
Con queste premesse si
è arrivati alla realizzazione di un evento di classe, dove l’influenzato Andrea Bassato è stato sostituito da un
altro Andrea…
De Nardi,
un giovane tastierista che accompagna in elettrico le performance dell’ex
ORME e che tra i numerosi progetti
annovera quello principale dei Former
Life.
A fine concerto sarò
lo stesso Aldo a raccontare come questa dimensione familiare, il contatto
diretto col pubblico, la trasformazione da elettrico ad acustico di alcuni
pezzi, e persino la proposizione di materiale che mai - o poco - era stato messo in scena con il
gruppo originale, sia il mezzo per far conoscere la genuinità dell’uomo e dell’artista,
e la soddisfazione era ben visibile nel suo sguardo e nelle sue parole.
Platea al completo, e
non è da sottovalutare che tutto ciò è accaduto nella serata conclusiva del
Festival di Sanremo, la manifestazione che tutti dicono di non guardare, ma che
di fatto incolla davanti alla TV milioni di telespettatori. Da sottolineare
anche la presenza di persone arrivate da Genova e persino da Alessandria.
Due ore di spettacolo “intimistico”,
con un pubblico che si scalderà sempre di più con il passare dei minuti,
arrivando a cantare trame rimaste in testa per lustri. La cosa per me sorprendente
è stata risentire la canzone “Nella
Pietra e nel Vento”, facente parte del disco uscito pochi mesi fa e quindi
meno conosciuta di quelle tradizionali, cantata dal alcune persone assieme ad Aldo nell’ultimissimo
bis, quello non previsto, dopo che il brano aveva aperto il concerto.
Ed è proprio con l’ultimo
disco - Nella Pietra e nel Vento - che avviene lo start up, con Aldo che pone didascalie
ad ogni inizio brano, raccontando parte
della sua vita, i suoi viaggi, l’incontro con il Dalai Lama, l’amore per il
nipotino, la natura, i sentimenti ed un visione degli aspetti sociali già molto
forte negli anni primitivi.
Una voce, una chitarra
e un tappeto di tastiere…
Non manca il momento
più spirituale, con Aldo Tagliapietra al sitar… un paio di brani preceduti da
un aneddoto su Ravi Shankar a Woodstock che riempie il momento di attesa dovuto
alla difficile accordatura dello strumento. Uno dei momenti più toccanti della
serata:
All’orologio che avanza
viene contrapposto il passato, un gruppo di canzoni che ricordano numerose
tappe di vita per chi le propone e per chi è in attento ascolto.
Si passa da”Amico di ieri” a “Gioco di Bimba”, da “Frutto
Acerbo” a “Canzone d’Amore”, da “Sguardo Verso il Cielo” a “Regina al Troubadour”.
D’obbligo uno stralcio
di “Felona e Sorona”, a quarant’anni
dalla sua creazione.
E’ un crescendo di
suoni e di entusiasmo che conduce verso il tradizionale bis, il primo, quello
programmato. Aldo torna ancora all’album “Collage”
e parte con uno dei pezzi più amati, “Cemento
Armato”, ma più che il tuffo obbligato nel passato sembra quasi un gesto di
appoggio verso un giovane collaboratore pieno di talento, e le divagazioni
tastieristiche di De Nardi, sino a quel momento molto misurato nella sua opera
di cesellatore, evidenziano capacità e fantasia, elementi ormai noti nell’ambiente
musicale.
Un pieno successo,
senza ombra alcuna, e con la soddisfazione stampata sul volto dei protagonisti che
non si sottraggono all’abbraccio del pubblico nel dopo concerto.
Anche in questo caso
Aldo si dimostra felice, proiettato verso il futuro, con un disco nuovo già in
cantiere. E a chi gli chiede: “… un album
prog?”, lui risponde: “… certo, prog, ma in 4/4!).
E noi siamo curiosi di
sentirlo!
Intervista ad Aldo
Tagliapietra, 13 febbraio 2013: