mercoledì 9 gennaio 2013

Jethro Tull live in Modena-il racconto di Francesco Pullè


L’amico Francesco Pullè regala la sua recensione del concerto di Ian Anderson e Jethro Tull, evento andato in scena a Modena un mese fa.
Fantastiche le foto di Francesco.

Serata di grazia per i rockettari più attempati il 4 dicembre al Pala Modena.
Il buon Ian, 65 primavere sul groppone, con l'aiuto di una calibratissima band, di un talentuoso giovane ballerino-mimo-cantante dotato di versatile ed eccentrica teatralità, nonché di svariati inserti video autoironici e particolarmente divertenti (così mi hanno detto alcuni fortunati della platea poiché dal mio scranno popolare era impossibile apprezzarli), ci ha regalato una passionale e vibrante esecuzione di Thick As A Brick Part 1 & 2.
Il vecchio pastiche proggy in salsa folk, hard e blues, funziona ancora alla grande e la ripresa ne è decisamente all'altezza, con gli incisivi e coerenti movimenti di un song cycle caratterizzato dal generoso contrappunto flautistico, reminescente del miglior Roland Kirk, dai capaci polmoni del bardo celtico.
Bella l'idea di esplorare le diverse possibili esistenze di un quasi cinquantenne Gerald Bostock, ora banchiere, poi gay senzatetto, quindi militare in Afghanistan o tele evangelizzatore ed infine modesto bottegaio in un corner shop.
Impeccabile pure la resa scenica, tra dissertazioni sulla prostata nella tarda età, interruzione della suite per improvvisa chiamata sul cellulare dell'artista e jam con una violinista in teleconferenza.
Due ore scivolate piacevolmente tra nostalgiche sonorità seventies e tagliente humour britannico.
E confesso che quando al fatidico bis il leader ha intonato  le magiche ed agognate paroline "in the shuffling madness..." l'emozione accumulata si è quasi sciolta in un lacrimone, liberatorio per molti di noi.
Respiro della locomotiva da pelle d'oca e arcani della settima musa, niente come la catarsi del vecchio prog per un trip spazio-temporale coi fiocchi.
No way to slow down.