Album
d'esordio per Filippo Cosentino,
che propone le sue “Lanes”,
le sue corsie, su cui scorrono le esperienze pregresse, gli stili
assimilati, le influenze e le contaminazioni che modellano la
formazione di ogni artista.
Nove
tracce - cinque inediti più quattro riletture di standard jazz -
per raccontare una visione personalissima di un mondo musicale fatto
di libertà espressiva, melodia, tecnica ed una certa semplicità
che colpisce già dal primo ascolto.
Non
c'è rischio di “narcisismo musicale”, non c'è esigenza di
dimostrare le proprie skills, non c'è il bisogno di anteporre il
virtuosismo al mix generale, e il risultato finale è un disco
omogeneo, dove alle trame jazz si uniscono i semi del rock e del
blues e dove emerge il “mestiere” di Cosentino, chitarrista di
valore e … molto di più.
Nel
corso dell'intervista a seguire emerge molto della sua filosofia
musicale e della sua storia, ed anche un suo certo modo di vedere il
mondo fatto di principi e di pulizia morale.
Una
bella sorpresa... da ascoltare.
L’INTERVISTA
Come
nasce la tua passione musicale… quale la scintilla che ha
illuminato la tua strada?
Ho
iniziato a suonare da bambino. Ovviamente la musica è diventata
prima una passione e solo successivamente una professione. Non posso
dirti che c’è stata una scintilla che ha illuminato la mia strada,
perché per poter vivere di musica devi lavorare ogni giorno affinché
questo si realizzi: vedo il mio lavoro come un altrO…
Esistono
riferimenti musicali del passato che ritieni da sempre tue linee
guida?
Sono
più riferimenti al modo di comportarti nella vita che ho trasferito
nella musica: primo ricordarsi sempre degli altri senza mai tradirne
la fiducia e la stima; essere quindi persone oneste e sincere;
piuttosto di fare un grande passo in carriera a danno di un altro,
non lo faccio. Ecco... credo che queste siano le linee guida del mio
stare al mondo, con e senza musica. Devo dirti che non ne vedo molti
altri che la pensano così... forse è il segno dei tempi che ci
porta ad essere egoisti e pensare prima a “me stesso”.
Le
tue “Lines” sono cariche di differenti stili musicali. Esiste
però un modo di esprimerti che ami particolarmente e che si eleva
rispetto ad altri?
Lanes,
non Lines. E' concettualmente differente: lanes significa corsie e,
per rispondere alla tua domanda, sono strade – parallele o meno –
che nella mia vita musicale ho percorso e continuerò a percorrere.
Quindi no, non esiste uno stile o un modo che prediligo... finisce
che se non contamino la mia musica poi mi annoio.
Uno
dei maggiori esercizi, da sempre, è quello di stilare classifiche
di merito tra i vari strumentisti, e si possono spesso notare scale
di valori poco comprensibili. Quando, secondo te, possiamo dire che
un chitarrista è bravo? Quando è tecnico? Quando ha gusto? Quando
sa innovare?
E'
una domanda attuale perché trovo che il nostro mondo si sia dato un
ordine di idee totalmente inutile e utile a compiacere il proprio ego
( d'altra parte il mito di Narciso non l'hanno mica inventato in
Oriente ). Se ci pensi, dai soldi alle classifiche sono tutte scale
di valori che in realtà non aggiungono niente alla tua persona.
Non
so dirti quando un chitarrista è bravo, tecnico, con gusto e
innovatore quindi... le trovo cose sterili e un po' troppo fini a se
stesse. Secondo me bisognerebbe tornare a sentire la musica per
quello che ci dà, al cuore dico e non alla testa. Applaudite ciò
che veramente vi piace. Torniamo a pensare con la nostra testa.
Mi
racconti qualcosa a proposito dell’album? Quali le maggiori
soddisfazioni realizzative?
L'album,
che è il mio primo, è stato registrato nel giro di un anno. E'
semplicemente la mia versione di che cos'è la musica secondo me:
melodia, orecchiabilità, immediatezza.
Quanto
ami la performance live e che tipo di interazione riesci a stabilire
col pubblico?
Col
pubblico mi trovo bene perché noto che i complimenti che fanno sono
rivolti alla musica e ai brani originali che ho suonato e non alla
tecnica con la quale sono stati suonati. Significa che il mio brano
“gli è arrivato”. Direi quindi che il concerto mi piace, il
disco serve a questo: andare a suonare dal vivo!
Perché,
secondo te, è così difficile vivere di sola musica,
indipendentemente dal talento personale?
In
Italia intendi? Perché siamo un Paese dove il contraddittorio è il
re di tutte le situazioni. E' comunque un discorso troppo complesso
da affrontare in una unica domanda e credo che ognuno di noi avrebbe
qualcosa da dire e ridire.
Che
cosa pensi delle nuove tecnologie, in genere, applicate al tuo
lavoro?
Che
sono utilissime: il mio lavoro è circondato di tecnologia sin da
quando lavoro in studio e poi dal vivo.
Ho
letto alcune dichiarazioni di altri che ti giudicano un ottimo
“chitarrista, arrangiatore e compositore”. In quale ruolo ti
trovi più a tuo agio?
Sono
tre competenze che applico normalmente nel mio lavoro: scrivo colonne
sonore per il cinema, faccio l'arrangiatore e chitarrista per altre
situazioni ( dischi, orchestrazioni, etc ) quindi non saprei dirti.
Chiaro è che suonare la chitarra è la prima cosa che ho fatto.
Prova
ad esprimere un desiderio, Cosa vorresti ti accadesse, musicalmente
parlando, nei prossimo tre anni?
Vivo
il mio lavoro e tutto ciò che mi capita con estrema razionalità e
quindi il o i miei sogni me li tengo nel cassetto e ti rispondo che
vorrei continuare a lavorare
intensamente
come sto facendo.
INFORMAZIONI
SITO
DI RIFERIMENTO: http://www.filippocosentino.com
TITOLO:
LANES
ETICHETTA: GREEN
PRODUCTION
EDIZIONI:
SFEM EDIZIONI MUSICALI
DISTRIBUZIONE:
iTunes, Believe Digital, Mondadori, Amazon
Adriana
Riccomagno Ufficio Stampa e Booking Filippo Cosentino cell. 348 96 20
906 e-mail press@filippocosentino.com
BIOGRAFIA
DAL SITO UFFICIALE
Filippo
Cosentino è
uno dei chitarristi più ricercati dell’attuale panorama musicale.
Ha collezionato numerose collaborazioni sia in tournée sia in ambito
discografico con affermati artisti italiani e internazionali: nel
pop, Emile
Rivera, Alan Bonner, Luca Mercurio, Pest e Personaggi Scomodi, Hi
Life Connection, Daniele
Bruno, Mariano
Pappalardo
ed Alessandro
Angeletti
(Green Production) con i quali collabora in qualità di sessionman
e arrangiatore; nel blues con James
Thompson, Marco Pandolfi, Nick Becattini, Giorgio Cavalli;
nel jazz:
Javier Girotto, Tom Kirkpatrick, Barend Middelhoff, Don Stapleson,
Craig Silbergshlag,
Giuseppe Bima, Teo
Ciavarella,
Renzo Coniglio, Federica
Gennai, Pietro Lomuscio,
Alessandro Maiorino, Alessandro Minetto, Simone Pirisi, Irene
Robbins,
Riccardo Ruggeri, Gianni
Serino,
Marco Soria, Giuseppe Tortorelli, Wann Washington, The Michele
Borlini Jazz Band per citarne alcuni. Ha anche collaborazioni nel
mondo del teatro
(con Andrea
Giordana)
e in quello del cinema:
nel 2010 ha composto la colonna
sonora
del cortometraggio Elogio
alla solitudine (RaiCinema)
del regista Emanuele Caruso. Il corto è stato selezionato per il 63°
Festival del Cinema di Cannes e
per il Trento Film Festival. Chitarrista apprezzato per la sue
versatilità, è stato spesso invitato ad importanti festival
italiani ed internazionali: Alba
Music Festival, Suoni dalle Colline di Langhe e Roero,
Moncalieri Jazz, Acoustic
Guitar International Meeting,
finalista alla 13° edizione del Premio
Internazionale Massimo Urbani. Vincitore
nel 2003 del concorso nazionale “Buona
musica a tutti!”
della rivista Chitarre. È Direttore Artistico del Premio Targa
Milleunanota, del festival Cantautori d’Italia ed è endorser
Furch Guitars. A fine 2011 è stato pubblicato il suo disco
solista
dal titolo "Lanes"
con ospiti
Fabrizio Bosso
e Davide
Beatino,
bassista di Samuele Bersani.