martedì 7 agosto 2012

Filippo Cosentino - "Lanes"


Album d'esordio per Filippo Cosentino, che propone le sue “Lanes”, le sue corsie, su cui scorrono le esperienze pregresse, gli stili assimilati, le influenze e le contaminazioni che modellano la formazione di ogni artista.
Nove tracce - cinque inediti più quattro riletture di standard jazz - per raccontare una visione personalissima di un mondo musicale fatto di libertà espressiva, melodia, tecnica ed una certa semplicità che colpisce già dal primo ascolto.
Non c'è rischio di “narcisismo musicale”, non c'è esigenza di dimostrare le proprie skills, non c'è il bisogno di anteporre il virtuosismo al mix generale, e il risultato finale è un disco omogeneo, dove alle trame jazz si uniscono i semi del rock e del blues e dove emerge il “mestiere” di Cosentino, chitarrista di valore e … molto di più.
Nel corso dell'intervista a seguire emerge molto della sua filosofia musicale e della sua storia, ed anche un suo certo modo di vedere il mondo fatto di principi e di pulizia morale.
Una bella sorpresa... da ascoltare. 




L’INTERVISTA

Come nasce la tua passione musicale… quale la scintilla che ha illuminato la tua strada?

Ho iniziato a suonare da bambino. Ovviamente la musica è diventata prima una passione e solo successivamente una professione. Non posso dirti che c’è stata una scintilla che ha illuminato la mia strada, perché per poter vivere di musica devi lavorare ogni giorno affinché questo si realizzi: vedo il mio lavoro come un altrO…

Esistono riferimenti musicali del passato che ritieni da sempre tue linee guida?

Sono più riferimenti al modo di comportarti nella vita che ho trasferito nella musica: primo ricordarsi sempre degli altri senza mai tradirne la fiducia e la stima; essere quindi persone oneste e sincere; piuttosto di fare un grande passo in carriera a danno di un altro, non lo faccio. Ecco... credo che queste siano le linee guida del mio stare al mondo, con e senza musica. Devo dirti che non ne vedo molti altri che la pensano così... forse è il segno dei tempi che ci porta ad essere egoisti e pensare prima a “me stesso”.

Le tue “Lines” sono cariche di differenti stili musicali. Esiste però un modo di esprimerti che ami particolarmente e che si eleva rispetto ad altri?

Lanes, non Lines. E' concettualmente differente: lanes significa corsie e, per rispondere alla tua domanda, sono strade – parallele o meno – che nella mia vita musicale ho percorso e continuerò a percorrere. Quindi no, non esiste uno stile o un modo che prediligo... finisce che se non contamino la mia musica poi mi annoio.

Uno dei maggiori esercizi, da sempre, è quello di stilare classifiche di merito tra i vari strumentisti, e si possono spesso notare scale di valori poco comprensibili. Quando, secondo te, possiamo dire che un chitarrista è bravo? Quando è tecnico? Quando ha gusto? Quando sa innovare?

E' una domanda attuale perché trovo che il nostro mondo si sia dato un ordine di idee totalmente inutile e utile a compiacere il proprio ego ( d'altra parte il mito di Narciso non l'hanno mica inventato in Oriente ). Se ci pensi, dai soldi alle classifiche sono tutte scale di valori che in realtà non aggiungono niente alla tua persona.
Non so dirti quando un chitarrista è bravo, tecnico, con gusto e innovatore quindi... le trovo cose sterili e un po' troppo fini a se stesse. Secondo me bisognerebbe tornare a sentire la musica per quello che ci dà, al cuore dico e non alla testa. Applaudite ciò che veramente vi piace. Torniamo a pensare con la nostra testa.

Mi racconti qualcosa a proposito dell’album? Quali le maggiori soddisfazioni realizzative?

L'album, che è il mio primo, è stato registrato nel giro di un anno. E' semplicemente la mia versione di che cos'è la musica secondo me: melodia, orecchiabilità, immediatezza.

Quanto ami la performance live e che tipo di interazione riesci a stabilire col pubblico?

Col pubblico mi trovo bene perché noto che i complimenti che fanno sono rivolti alla musica e ai brani originali che ho suonato e non alla tecnica con la quale sono stati suonati. Significa che il mio brano “gli è arrivato”. Direi quindi che il concerto mi piace, il disco serve a questo: andare a suonare dal vivo!

Perché, secondo te, è così difficile vivere di sola musica, indipendentemente dal talento personale?

In Italia intendi? Perché siamo un Paese dove il contraddittorio è il re di tutte le situazioni. E' comunque un discorso troppo complesso da affrontare in una unica domanda e credo che ognuno di noi avrebbe qualcosa da dire e ridire.

Che cosa pensi delle nuove tecnologie, in genere, applicate al tuo lavoro?

Che sono utilissime: il mio lavoro è circondato di tecnologia sin da quando lavoro in studio e poi dal vivo.

Ho letto alcune dichiarazioni di altri che ti giudicano un ottimo “chitarrista, arrangiatore e compositore”. In quale ruolo ti trovi più a tuo agio?

Sono tre competenze che applico normalmente nel mio lavoro: scrivo colonne sonore per il cinema, faccio l'arrangiatore e chitarrista per altre situazioni ( dischi, orchestrazioni, etc ) quindi non saprei dirti. Chiaro è che suonare la chitarra è la prima cosa che ho fatto.

Prova ad esprimere un desiderio, Cosa vorresti ti accadesse, musicalmente parlando, nei prossimo tre anni?

Vivo il mio lavoro e tutto ciò che mi capita con estrema razionalità e quindi il o i miei sogni me li tengo nel cassetto e ti rispondo che vorrei continuare a lavorare
intensamente come sto facendo. 



INFORMAZIONI

SITO DI RIFERIMENTO: http://www.filippocosentino.com

TITOLO: LANES
ETICHETTA: GREEN PRODUCTION
EDIZIONI: SFEM EDIZIONI MUSICALI
DISTRIBUZIONE: iTunes, Believe Digital, Mondadori, Amazon


Adriana Riccomagno Ufficio Stampa e Booking Filippo Cosentino cell. 348 96 20 906 e-mail press@filippocosentino.com
BIOGRAFIA DAL SITO UFFICIALE
Filippo Cosentino è uno dei chitarristi più ricercati dell’attuale panorama musicale. Ha collezionato numerose collaborazioni sia in tournée sia in ambito discografico con affermati artisti italiani e internazionali: nel pop, Emile Rivera, Alan Bonner, Luca Mercurio, Pest e Personaggi Scomodi, Hi Life Connection, Daniele Bruno, Mariano Pappalardo ed Alessandro Angeletti (Green Production) con i quali collabora in qualità di sessionman e arrangiatore; nel blues con James Thompson, Marco Pandolfi, Nick Becattini, Giorgio Cavalli; nel jazz: Javier Girotto, Tom Kirkpatrick, Barend Middelhoff, Don Stapleson, Craig Silbergshlag, Giuseppe Bima, Teo Ciavarella, Renzo Coniglio, Federica Gennai, Pietro Lomuscio, Alessandro Maiorino, Alessandro Minetto, Simone Pirisi, Irene Robbins, Riccardo Ruggeri, Gianni Serino, Marco Soria, Giuseppe Tortorelli, Wann Washington, The Michele Borlini Jazz Band per citarne alcuni. Ha anche collaborazioni nel mondo del teatro (con Andrea Giordana) e in quello del cinema: nel 2010 ha composto la colonna sonora del cortometraggio Elogio alla solitudine (RaiCinema) del regista Emanuele Caruso. Il corto è stato selezionato per il 63° Festival del Cinema di Cannes e per il Trento Film Festival. Chitarrista apprezzato per la sue versatilità, è stato spesso invitato ad importanti festival italiani ed internazionali: Alba Music Festival, Suoni dalle Colline di Langhe e Roero, Moncalieri Jazz, Acoustic Guitar International Meeting, finalista alla 13° edizione del Premio Internazionale Massimo Urbani. Vincitore nel 2003 del concorso nazionale “Buona musica a tutti!” della rivista Chitarre. È Direttore Artistico del Premio Targa Milleunanota, del festival Cantautori d’Italia  ed è endorser Furch Guitars. A fine 2011 è stato pubblicato il suo disco solista dal titolo "Lanes" con ospiti Fabrizio BossoDavide Beatino, bassista di Samuele Bersani.