Venerdì 20 luglio, in
Piazza Rocca a Loano era di scena la
Marcello
Chiaraluce Band.
Marcello è un musicista dai molteplici
progetti, ed è cosa normale vederlo su di un palco accanto a qualche
personaggio dal nome altisonante e dal valore esagerato, ma i disegni personali
sono quelli che danno maggiori soddisfazioni, che permettono di dare e darsi una
misura, riportando la tecnica alla giusta dimensione e dando evidenza della
creatività e delle doti di leader.
Avevo già visto la band nel periodo natalizio, e a distanza di sei
mesi ho ritrovato gli stessi artisti con un piglio decisamente maturo, una
situazione che si acquisisce col tempo e che porta ad una consapevole e
piacevole sicurezza.
La location è molto suggestiva, e la piazza risulterà gremita per
tutta la durata del concerto.
Difficile stabilire una maggioranza anagrafica perché il pubblico
è sembrato variegato e alla fine, dalla mia postazione centrale, affianco al fonico, l’amico Mazzitelli, ho potuto notare
un turnover continuo che ha tenuto costantemente piene le sedie disponibili.
Quale l’idea della serata? Quale il tema dominante?
Di scena la storia dei Guitar Heroes, attraverso i brani famosi che hanno reso celebri loro e le
band di appartenenza.
Geniale… prendi un tema musicale e prova a sviscerarlo ripercorrendo
un lungo periodo storico… il pubblico capirà e gradirà!
E così è stato.
Per chi non lo avesse mai sentito Marcello Chiaraluce è un chitarrista con i fiocchi, capace di
emergere nelle situazioni più complicate, tra il prog e il rock blues, la fase
acustica e quella classica. Ma gli altri componenti non sono da meno.
Sono sei i musicisti ufficiali: oltre a Marcello ( chitarre e
voce) Serena Torti ( voce), Mauro Mugiati ( tastiere, chitarra e
voce ), Luca Grosso (batteria), Kenny
Valle alla tastiere e Daniele
Piglione al basso. Davide Spalle
(vocalist) mi pare il settimo elemento, anche se presentato come “ospite”.
Ripercorrere una fetta di storia musicale significa anche
attraversare ere e culture diverse, e mi è sembrato significativo il “tenere la
scena” della - anche - modella Serena. Evidenziare la sua bellezza è cosa scontata, ma che nulla
aggiunge all’elemento musicale, mentre mi preme sottolineare i frequenti cambi d’abito che hanno accompagnato la progressione temporale in atto sul palco.
Sono arrivato a concerto iniziato e vedere una giovane donna
ballare e cantare con abiti in voga nell’era hippie, con tanto di pantaloni a zampa
di elefante e fascia sulla fronte, mi ha immediatamente colpito.
E la musica? Quali gli eroi della sei corde?
Vado a memoria e spero di non dimenticare troppo… Eric Clapton, Carlos
Santana, Pete Townshend, Brian May, Mark Knopfler, David Gilmur,
Martin Barre e l’immancabile tributo a Jimi Hendrix.
Ma c’è stato spazio anche per la sezione Prog, con un trittico da favola che ha riportato a Steve Howe, Robert Fripp e Steve Hackett.
In questa occasione qualcuno si alza, ma viene immediatamente
rimpiazzato, e la “storia della chitarra” regala un senso supplementare a questa
notte dei ricordi, diventando quasi elemento didattico da utilizzare per i
tanti giovani presenti, una sorta di The
School of Rock già apprezzata nella proposta video di Jack Black.
Il pubblico apprezza e il gradimento innesca la gioia da palco,
palpabile per chi consoce l’ambiente dei concerti.
C’è anche un discreto spazio per i brani di produzione propria,
tratti dai due album della marcello Chiaraluce Band, ed il brano “Guitar Hero”, tratto dal primo CD, si
inserisce perfettamente nel contesto della proposta.
Bello il gioco di squadra, con l’alternanza delle voci tra i
quattro vocalist, e ottima la resa generale. Le doppie tastiere, la doppia
chitarra e le molteplici voci forniscono al gruppo una vasta gamma di
possibilità espressive, sulla strada di un rock che si ascolta con grande
piacere e che in fase live appare trascinante.
Un bellissima serata di musica in una cittadina, Loano, che ad
ogni angolo presentava un trio musicale, quasi fosse Beale Street.
Le mie riprese video sono state inficiate da un problema allo
zoom, ma resta un discreto audio che ci ricorda chi siano stati gli YES, e
quale valore avesse l’album FRAGILE, rappresentato in questo caso dalla
magnifica ROUNDABOUT.
Bella l'esecuzione di casa nostra.
Bella l'esecuzione di casa nostra.