Quando alcuni anni fa
ho avuto la possibilità di parlare direttamente con Joe Vescovi, musicista con
cui ho in comune la città di origine, tra i tanti ricordi rispolverati
era nata anche una piccola speranza, quella di rivedere i TRIP ancora insieme,
magari in un tour che toccasse anche la nostra città, Savona.
A parole è una cosa
molto semplice, ma nella realtà si trattava di … sogni ad occhi aperti.
A volte i sogni si
avverano, e il 14 luglio 2012,
a distanza di tre anni da quella chiacchierata, la reunion dei TRIP si è
realizzata, i concerti importanti sono arrivati e anche l’evento ligure è
diventato realtà.
Occorre sottolineare
come il circuito degli amici - in questo caso gli amici di Alassio - sia stato determinante per far
emergere una genere musicale che, seppur in fase di riscoperta, resta al
momento di nicchia, e trovare il giusto interlocutore all’interno delle
istituzioni cittadine è fatto fondamentale. E’ quindi doveroso evidenziare
che sabato scorso si è realizzato qualcosa di storico, musicalmente
parlando, e se gli artisti sono stati gli ovvi attori, la sensibilità, la
passione e la determinazione di chi resta normalmente nell’ombra -
organizzatori e amministratori locali - ha consentito di passare qualche ora
indimenticabile, tra i ricordi, il presente e... il futuro.
Da molti lustri i
TRIP mancavano da Alassio, e mi piace ricordare come la loro sede ufficiale, ad
inizio anni ’70, fosse la vicinissima Cisano
sul Neva, luogo in cui
vivevano e provavano e in cui fu realizzato un festival di caratura nazionale,
manifestazione a cui io, ai tempi adolescente, partecipai.
Ma la serata è stata
caratterizzata dal ricordo di Wegg Andersen, il cofondatore del
gruppo, scomparso prematuramente pochi mesi fa.
Ritorno un attimo al
pensiero di Joe, quando mi raccontava di ciò che era stato, e dell’incidente
giovanile di Wegg che lo tenne lontano dal palco per lungo tempo. Erano quelli
i momenti in cui i bassisti si offrivano per una sostituzione che non avvenne
mai, perché come Vescovi racconta, i TRIP senza Wegg - o Joe - non avrebbero
avuto un senso compiuto, e la tecnica e il gusto musicale in questo caso non
c’entrano.
Era perciò questo
l’unico modo per poter vedere la band in azione, senza uno dei due
pilastri iniziali, situazione benedetta dallo stesso Wegg pochi giorni prima di
lasciarci, quando chiese a Joe di proseguire: “ Joe, i Trip sono nelle tue mani,
non mollare!”.
Non solo TRIP nel
fantastico Auditorium “Enrico Simonetti”, ma una
lunga kermesse musicale che ha visto la partecipazione di due gruppi locali, i Flower Flesh e Il Cerchio d’Oro. Anche in questo caso l’assemblaggio appare nel segno
della commemorazione di Wegg Andersen, una sorta di fil rouge sostenuto da
musicisti - Sgarlato, Piccolini, Pradal, i gemelli
Terribile - che avevano con
lui condiviso momenti importanti e diretti, a contorno della Prog Ehxibition
romana del novembre 2010.
Non ha potuto essere
presente Daniele Nuti, tra
gli artefici dell’organizzazione, e questo mio scritto, unito a qualche
riassunto video, proverà quindi ad essere un’utile testimonianza per chi
non c'era. Tra i più attivi Rudy
Pio, vero punto di riferimento locale.
Il mio personale
concerto è iniziato due giorni prima, quando tutto il gruppo ha utilizzato una
sala del Circolo Artisi di Savona per le prove di rito, durate
due giorni.
E’ stata l’occasione
per rivedere vecchie conoscenze e per stimolare la memoria di Vescovi, uno che
… non dimentica niente. La cena, con Joe, Furio Chirico e altri amici, ha
regalato situazioni e scenette comprese tra l’aneddoto, il gossip e la dura
realtà, ricordi che, per chi ha passioni musicali, sono il valore
aggiunto alle normali conoscenze musicali.
Ecco uno stralcio del
pomeriggio all’Artisi. I protagonisti sono: Joe Vescovi, Furio Chirico, Fabri Kiarelli e Angelo Perini.
Per la serata di sabato erano previsti molti ospiti.
Ad alternarsi sul
palco, assieme ai TRIP, Pino Sinnone, il batterista dei
primi due album, e Silvana Aliotta, indimenticata
vocalist del Circus 2000, accompagnata nell’occasione dalla figlia Valeria Caponnetto, vocal coach e musicista, sulle
orme di Silvana.
Un ospite importante
anche per il Cerchio d’Oro, Giorgio “Fico “ Piazza, primo bassista della
PFM.
Soundcheck frenato da
un po’ di pioggia che, fortunatamente, non disturberà prove e concerto.
Si respira un’aria da
evento atteso, e gli addetti ai lavori si mischiano ai curiosi, attirati dalla
musica o dal semplice movimento visibile nell’anfiteatro, immerso nel Parco San
Rocco.
I motivi di cauta
apprensione riguardano anche i musicisti.
I Flower Flesh si
presentano senza vocalist ufficiale, assente per motivi di salute, e il
sostituto ha dovuto imparare il repertorio in soli due giorni.
Il Cerchio d’Oro,
miscela di musicisti super esperti e giovani uomini, non calca il palco da due
anni e presenta un nuovo chitarrista.
I TRIP sono
professionisti, da ogni punto di vista, ma i sentimenti e gli stati d’animo
sono condizionati dai ricordi, dalle amicizie, dagli amori, e per Joe e Furio
- e Pino Sinnone - non potrà essere un concerto come gli
altri.
I tempi sono
ristretti e vanno rispettati. Attorno alle 21.30 inizia la musica dei Flower
Flesh, con l’handicap a cui accennavo. Beh… la full immersion di due giorni ha
dato buoni frutti, e lo stato generale non ha subito perturbazioni. Un grosso
punto di merito per la formazione di Alberto Sgarlato, se si tiene conto che
non c’è stato praticamente tempo per un corretto soundcheck. Riuscire a caratterizzare
una performance, lasciando tracce importanti, in solo trenta minuti, non è cosa
semplice, ma il gradimento del pubblico è la testimonianza che la musica è
arrivata, e i F.F. possono davvero ritenersi soddisfatti.
Qualche interessante
aneddoto per riempire il cambio set e si riparte con Il Cerchio d’Oro.
Il pubblico è attento
e partecipativo. Tanti vecchi amici, musicisti, e i familiari di Wegg, arrivati
dalla Svizzera, con un documento stampato, un messaggio del vecchio amico Jimmy Page, compagno di
scorribande musicali ai tempi della “Sweet London”, che si scusa per non
poter essere presente. Accidenti!
Il Cerchio riparte
dall’album “Il Viaggio di Colombo”, ma è questa l’occasione per inserire
un paio di chicche che faranno parte del prossimo disco, la cui uscita è
prevista entro la fine dell’anno, con la partecipazione di alcuni importanti
ospiti.
La ruggine, che
probabilmente è fisiologica nella loro situazione, risulterà alla fine poca
cosa e non inciderà sul risultato. Un po’ di emozione e il normale bisogno di
confidenza da palco, sono elementi oggettivi che riguardano più i musicisti che
non il pubblico, quell’audience che ha gradito incondizionatamente la musica di
una band di lungo corso che appare come … all’inizio di una nuova strada.
Il set si conclude
con la sorpresa di cui pochi sapevano, la presenza di Giorgio Piazza,
incaricato di dare la … versione originale della linea di basso di “Impressione
di Settembre”. Chi
meglio di lui poteva riuscire nell’intento?
Ancora qualche
conversazione prima del clou, con l’assessore
al turismo Rinaldo Agostini che
fornisce il suo ricordo seventies, quando non faceva politica ma si occupava di
musica in qualità di D.J. Si è ricordato molto bene dei TRIP e anche a
lui va dato il giusto merito.
Joe Vescovi entra in
scena e sintetizza il significato della serata: poche lacrime e tanta musica…
Wegg avrebbe voluto così!
E così ci troviamo
davanti la prima vera prog band italiana - anche se sarebbe corretto
denominarla italo-inglese - se è vero che l’album “The Trip” uscì nel
1970.
Occorre dire
innanzitutto che il sound attuale è incredibile:
Joe appare quello di
un tempo, ma con l’esperienza di una vita fatta di musica alle spalle. Fascino
inalterato.
Furio è un batterista
eccezionale … potenza, tecnica, gusto, tutte doti che lo porteranno a trovare
la sintesi nell’assolo, momento solitamente dedicato al virtuosismo, ma in
questo caso funzionale al concept, accettato in passato persino da Wegg che, in
virtù del suo status di musicista inglese, non vedeva di buon occhio gli assoli
di batteria negli album.
I due giovani,
Kiareli alla chitarra e Perini al basso, hanno un compito non facile, avere
cura della tradizione e fornire un po’ di nuovo e personale, cogliendo
l’esigenza dei mutamenti temporali.
Ritengo sia
un’accoppiata di qualità, con Fabri che a tratti prende in mano la situazione e
conduce il gioco. Ha anche incredibili doti di vocalist, e dopo averlo
ascoltato dal vivo non potrò più commettere l’errore - in cui sono incappato da
poco - di attribuire ad altri le sue parti. Un tocco più duro, a volte
quasi metal, che aumenta la forza dell’attuale musica dei TRIP.
Si passa da Atlantide
a Caronte, utilizzando un paio di brani un po’ più “esterni”, come “Fortuna”,
in cui Pino Sinnone ritrova Joe dopo quarant’anni, e “Ode a Jimi
Hendrix”. Incredibile duetto vocale, nell’occasione, tra Kiareli e Silvana
Aliotta, quella che dal palco ho definito l’unica cantante rock degli anni ’70,
ma che non ha perso nulla dell’espressività dell’epoca, maturando qualità che
le permettono di essere una cantante da prendere come esempio. La sua
performance non è passata inosservata e immagino che qualche proposta
interessante arriverà.
Accanto a lei, in
“Atlantide”, Valeria Caponnetto che ha contribuito a creare un attimo di
estrema “concentrazione musicale”. Bella sorpresa.
Parole, musica,
sensazioni e fiori sul palco, nel ricordo di Wegg e Billy Gray, anche lui tra i protagonisti dei primi due album e
anch’esso scomparso troppo presto.
Una grande festa che
ritrova uniti tutti i partecipanti, senza distinzioni.
Presente anche Andrea
Rosso, il proprietario della villa che ospitava i TRIP a Cisano, omaggiato da
Vescovi che ha dichiarato nell’occasione che senza di lui certe cose non
sarebbero mai nate.
E ora, dopo aver
chiuso un cerchio lungo una vita, occorre guardare avanti, avendo la
consapevolezza che si ha ancora molto da dare, e che la reunion dei TRIP, ha
ben poco a che fare con la nostalgia, sentimento che resta sospeso nell’aria,
lasciando a Joe, Furio, Fabri e Angelo la certezza che lavorare su nuovo
materiale potrebbe fornire alla band una seconda vita e una nuova pelle, da
utilizzare per il prossimo lungo … viaggio.
Un’altra di quelle
giornata da catalogare come “Io c’ero”… per fortuna.
Un piccolo riassunto
della serata.