Il
disco di cui parlo oggi è The
Passage, di Maelstrom.
Siamo
al cospetto di una “One Man Band”, che nel caso specifico nasconde il nome di Ferdinando Valsecchi, che ha
totalmente autoprodotto, registrato, mixato e masterizzato l'EP, parte di
un progetto Post-Metal.
Atmosfere
dark per queste cinque tracce che presentano un rock… inquietante, laddove il
termine coincide con uno stato di “tensione” che si mantiene costante per tutto
l’ascolto, sfociando a tratti in una sorta di angoscia musicale che scuote i
sentimenti più intimi.
La
voce, utilizzata non in senso tradizionale ma come narratrice, si incastra
perfettamente nel disegno di Maelstrom, diventando linea guida portante.
Il
lavoro in studio rende molto bene l’idea di viaggio introspettivo realizzato
attraverso la musica, e diventerà fondamentale capire se tutto ciò rimarrà
integro in fase live.
Molto
bello l’art work, tra immagini e liriche presenti anche in lingua inglese.
I temi
cari a Valsecchi sono “pesanti” e toccano la sensibilità di ogni essere umano:
la
ricerca del significato dell’esistenza e del proprio ruolo, il destino, la
speranza, la noia, il significato di Dio e dell’Universo, l’essenza della vita
stessa.
Tutto
questo rovesciato su di un tappeto musicale che pone alla sua base una generica
musica rock, che vuole essere contaminata dalla tecnologia e dal metallo puro.
Un
disco apprezzabile, forse un po’ di nicchia, perché il tempo per afferrare i
particolari e capire cosa c’è oltre… beh, sembra sia un lusso di questi tempi!
L’INTERVISTA
Come
nasce “The Passage”? A quel tipo di esigenza corrisponde?
The
Passage nasce dopo aver ascoltato una demo degli Arktika e il loro full lenght.
In quel momento cercavo un genere che neanche io sapevo cosa fosse, ma ebbi la
rivelazione durante l'ascolto. Ad ogni modo il genere dei Maelstrom e quello
degli Arktika non sono così vicini, specialmente dal punto di vista del
"cantato". Per quanto riguarda l'esigenza invece i Maelstrom, prima
di finire di scrivere i primi pezzi nel 2011, nacquero per essere specialmente
attivi in sede live (ironico direi!)
Perché
la scelta di non avvalerti di altri musicisti?
In
teoria avrei dovuto collaborare con un amico, ma non aveva molto tempo a
disposizione e a me le tracce andavano bene così, senza l'aggiunta della componente
di effettistica ambientale come pad o suoni effettati. In futuro ci sarà
qualche collaborazione con altri musicisti, specialmente per la sede live, ma
per quanto riguarda il nucleo compositivo sono sempre stato io al centro dei
Maelstrom.
Riesci
in fase live, come “One Man Band”, ad essere altrettanto efficace che in fase
“studio”?
In
fase live, come accennavo prima, intendevo prendere qualche musicista che già
si è interessato e proposto al progetto, per lo studio invece diciamo che
essendo io principalmente un bassista mi sono scritto le parti di
chitarra in modo che potessi risuonarle. Ad ogni modo la soddisfazione finale è
decisamente superiore.
Come ti
sei formato dal punto di vista musicale? Quali gli esempi che ti hanno segnato?
Io ho
iniziato a studiare musica seriamente e autonomamente quattro anni fa, dopo che
i miei genitori cercarono l’avvicinamento quando ero piccolo e,
successivamente, nell’adolescenza. Non avrei mai immaginato di volerlo fare
come mestiere un giorno. Ora comunque, oltre a continuare l'auto-insegnamento,
seguo un corso di basso alla scuola musicale Lizard. Per quanto riguarda gli
esempi che mi hanno segnato, intendendo come i gruppi più influenti o che mi
hanno colpito di più personalmente, non legati quindi strettamente ai
Maelstrom, direi Iced Earth, Solefald, Agalloch, Borknagar, Latitudes, Arktika,
We Made God e molti altri.
Quanto
sono importanti i testi nella tua musica?
Nella
mia in particolare molto. Nei Maelstrom poi sono fondamentali. Benché le canzoni
fossero nate prima dei testi, e che i testi sono stati sostituiti da quelli
scritti da un mio amico, visto che i miei non mi soddisfacevano da un punto di
vista letterario, le liriche per questi quattro pezzi sono complementari alla
musica; così come la musica segna il passaggio lento, inesorabile, da uno stato
di claustrofobia riguardo a come viene vissuto il mondo, ad uno stato invece di
"libertà", la scoperta della vita fine a sé stessa, che è bella
perché "è", e il testo lo sottolinea con un flusso di coscienza
del personaggio (maschio o femmina che sia) che si evolve con la musica.
Mi
racconti qualcosa a proposito delle liriche?
L’importanza
dei testi è fondamentale e per sottolineare questa affermazione richiamo
l’attenzione sui titoli, che se letti di seguito formano una frase di senso
compiuto: The passage/ In a
painted black word/ I dreamt for a brighter sky/ and I wanted to live / until
the rest of my life. Le quattro canzoni sottolineano il
passaggio (inteso come realizzazione di un pensiero che si evolve) sia musicale
che testuale, la traccia The Passage racchiude le quattro parti in cui sarebbe
diviso l'EP.
Ma è
bene ascoltare, magari accompagnandosi alla lettura del booklet.
Cosa vorresti ti accadesse, musicalmente parlando, nei
prossimi tre anni? Possibilmente che i Maelstrom vengano
conosciuti, e che sempre più persone possano ascoltare i loro cd.
Biografia
Nati
nel 2011 dopo aver ascoltato una demo degli Arktika, Maelstrom è una
one-man-band che spazia fra l'Experimental & il post-metal. Dopo aver
registrato una demo di 4 tracce (Change of Season), la band pubblica il primo
EP ufficiale il 10 Giugno 2012 chiamato The passage. L'EP è stato completamente
composto, registrato, mixato, masterizzaato & prodotto da F.Valsecchi,
ad esclusione dei testi, a cura di M.Simonelli, con le idee di F. Valsecchi.
I testi
sono in italiano, benché sia possibile trovare una traduzione in inglese
all'interno del libretto.
Members: F.Valsecchi - Voices, Guitars, Bass, Drum Programming
INFO