Mi soffermo
oggi sull’album “Perdita del Tempo”.
In realtà è lo spunto per raccontare qualcosa dei WilloW, band
di Lecco di cui ho casualmente
conosciuto un componente, Massimiliano
Anfuso, al ProgLigura di La Spezia. La sottolineatura è d’obbligo,
trattandosi di un album del 2007, e in quattro anni un gruppo di giovani matura
enormemente e l’album rischia di non essere rappresentativo del momento attuale
e dello stato di “avanzamento lavori”.
Diventa quindi decisivo lo scambio di battute tra me e la
band, perché “racconta” di loro molto di più di quanto possa fare io attraverso il mero commento della loro
musica.
Sette tracce che, nonostante la dichiarata fretta di
realizzazione, appaiono godibili e mature se messe in relazione alla giovinezza
dei musicisti.
Testi in italiano-è stato questo motivo di approfondimento-
con liriche attuali, ma con una veste magica e carica di mistero; disagio
giovanile e desiderio di raccontare i propri sentimenti senza eccessivo
ermetismo.
Le composizioni si possono collocare nell’area progressiva,
anche se l’aggiunta del metal, come emerge nel corso dell’intervista, potrebbe
indurre a confronti inadeguati.
Il mio feeling da ascolto, quindi scevro da ogni approfondito
giudizio tecnico, mi fa pensare ad influenze che raccolgono decadi
caratterizzate da musica molto differente, ad un unione tra tipicità dei primi anni ’70 e frammenti ‘80/’90.
Un bel sound… un bel album e alcune particolarità tecniche
pregevoli e di forte impatto.
E ora attendiamo con curiosità la nuova veste di WilloW.
L’INTERVISTA
Come sempre parto dal nome della band convinto che, anche se
in modo inconscio, esista sempre un link tra esso la filosofia musicale del
gruppo. Perché “WilloW”?
La parola
Willow significa salice, ed è stata
usata in vari romanzi fantasy, uno in particolare, scritto da Terry Brook, in
cui Willow era una fata che si trasformava in salice piangente. Inoltre il
salice è una pianta con particolari caratteristiche ed è avvolta da molte
leggende, è misteriosa, malinconica, curativa. WilloW è diventato per caso il
nome della band e con il tempo ci ha sempre più rappresentato.
L’album che ho
ascoltato mi pare risalga al 2007. Quattro anni sono lasso di tempo elevato, in
cui si possono subire importanti maturazioni, soprattutto quando si è giovani.
Perché questo gap temporale e… come siete cambiati negli ultimi quattro anni?
E’ una domanda che ci fa un po’ soffrire. Purtroppo in questi anni abbiamo dovuto affrontare dei
brutti momenti, in particolare l'abbandono di tre componenti; quando si fa
“musica propria” è difficile trovare il giusto equilibrio e una volta
raggiunto, è difficile mantenerlo; ora fortunatamente l'abbiamo raggiunto di
nuovo, la band è completa e carica più che mai, non abbiamo mai smesso di
comporre, suonare ed arrangiare, e infatti cercheremo al più presto di dar vita
al nostro nuovo album, frutto di un lungo e sudato lavoro al quale abbiamo
dedicato anima e corpo in questi anni.
Potete spiegare l’idea che vi ha portato alla creazione di “Perdita del Tempo”, l’album a cui ho
accennato?
“Perdita
del tempo” è un album spontaneo e grezzo, perché nonostante stessimo lavorando
da tempo alle canzoni, abbiamo dovuto
arrangiarle e registrarle rapidamente,
con inesperienza e fretta. Dovevamo infatti sfruttare l'opportunità di
registrare l'album grazie alla vittoria di un concorso, i tempi erano davvero
ristretti, noi eravamo euforici all'idea di avere finalmente un nostro cd e
siamo stati letteralmente travolti dalla realizzazione dell'album; tuttavia siamo
riusciti ad imprimere le nostre emozioni e la nostra passione in quelle
canzoni. Ad album ultimato, dato che siamo molto critici con noi stessi,
abbiamo subito capito su che cosa dovevamo lavorare per migliorarci, in
prospettiva di un altro album.
Mi raccontate qualcosa
della vostra cultura musicale e di come siete arrivati a pensare che la musica
dovrebbe essere non solo un passatempo, ma anche il vostro lavoro?
Siamo in
quattro ed ora abbiamo diversi gusti musicali, però siamo tutti cresciuti
ascoltando Queen, Toto, Led Zeppelin, Pink Floyd, Genesis e la musica Italiana
ci ha dato molte emozioni, dal progressive italiano di Area e Banco a Lucio
Battisti, Gaber, Battiato, De Andrè e gruppi come i Matia Bazar con la Ruggiero; ora c'è molta
musica diversa che ci trasmette tante emozioni e ci da ispirazione. Abbiamo
tutti iniziato a suonare da piccoli, sognando di diventare rock star, abbiamo
studiato e rapidamente siamo finiti sul palco, oggi tutti abbiamo un lavoro
fisso e la musica è la nostra arte, la nostra passione, potrebbe diventare un lavoro? Al giorno
d'oggi è difficile, quasi impossibile.
Per ogni nuova formazione che si affaccia a quella
musica che io definisco “di impegno”,
esistono modalità espressive diverse, e non c’è una regola per quanto riguarda
l’utilizzo della lingua. Che cosa vi ha spinto a cantare in italiano( cosa
apparentemente scontata, ma come sapete bene si possono fare altre scelte,
tutte comprensibili)?
Siamo
nati facendo hard-rock cantato in inglese, poi siamo piombati in un'evoluzione
compositiva che ci ha portato a fare progressive; la lingua Italiana ci ha
permesso di evitare le etichette che ormai vengono appiccicate a chiunque si
cimenti in questo genere, oggi è facilissimo essere etichettati con band che
hanno dominato dal punto di vista mediatico il panorama progressive, pensiamo
ad esempio ai Dream Theater, moltissime band vengono etichettate come la loro
brutta copia, noi siamo molto distanti tecnicamente, ma ancora oggi quando al
progressive aggiungi sonorità metal, si rischi l'accostamento che poi diventa
un marchio difficile da oscurare. L'italiano è la nostra lingua naturale, è la
naturale vibrazione del nostro corpo, cantare in italiano ci fa sentire
naturali, creativi, senza limiti e anche
se come dici tu può sembrare banale è invece molto più ricca ed espressiva
dell'inglese, ed è stimolante scrivere canzoni di un genere che a volte si da
per scontato.
Quanto sono importanti per voi le liriche? Potreste
realizzare un album senza testi?
Qui ci
colleghiamo alla domanda precedente, le liriche sono una componente molto
importante nelle quali riversiamo i nostri pensieri e i nostri sentimenti, è
proprio qui che la lingua italiana si rivela difficile applicata a questo
genere musicale che tende ad essere più orecchiabile nell'inglese, dove la
melodia si fonde nelle parole dando origine ad una metrica molto più semplice.
I brani strumentali ci piacciono molto, in questo genere le parti strumentali
infatti sono molto lunghe rispetto a quelle cantate, però noi tendiamo a non
perderci troppo in lunghi fraseggi strumentali, preferiamo piuttosto scrivere
brani solamente strumentali. Un intero album? Non ci abbiamo mai pensato, per
ora non è una cosa che abbiamo in mente.
Parlatemi della vostra verve in fase live. Quanto amate il
confronto con il pubblico?
I live si
differenziano parecchio dall’approccio che teniamo in studio di registrazione,
sul palco ti trovi a dover “affrontare il pubblico “ ed è emozionante e
spaventoso allo stesso modo. Chi suona a volte da per scontato che il pubblico
capirà al volo quello che vuoi trasmettere, ma spesso non è così, dipende dalle
situazioni, ad esempio se suoni per un pubblico che non ti conosce, o che
assiste alla tua esibizione in attesa di un'altra band. Noi amiamo la nostra
musica, dobbiamo amarla, perché quando suoniamo dal vivo vogliamo trasmettere
emozioni, vogliamo dire “noi suoniamo così per questo motivo, questo è quello
che vogliamo dirvi, in questo modo...vogliamo che ci ascoltate e che poi ci
critichiate o ci facciate dei complimenti piuttosto che passere inosservati.”
Che cosa pensate dell’attuale stato della Musica, quella
appunto con la M maiuscola?
La musica
oggi ha tutto e non ha niente, ci sono più possibilità di una volta,
soprattutto grazie al digitale e ad internet, però sembra essere diventato più
un guazzabuglio, forse perché una volta c’era più l’idea di suonare e basta,
suonare per suonare, invece oggi sembra che tutti sono alla ricerca del
successo...che cosa sia poi il successo oggi non lo sappiamo. Quasi tutti i musicisti
sono gelosi di ogni piccola possibilità che gli viene offerta, c'è poco aiuto
tra i musicisti , tra i musicanti, ed è difficile anche dover competere con i
mostri del passato che tornano sulle scene divorando lo spazio che le nuove
leve cercano di difendere. Comunque la
musica non è morta, si è trasformata, sempre grazie all'avvento della
tecnologia digitale, in un vero e proprio prodotto.
Mi dite un nome di una band che vi accomuna e che vi ha
segnato per l’intera vita?
Questa
domanda è difficile... come detto prima ci sono molte band che ci hanno
segnato, se dobbiamo rispondere con una sola voce possiamo dire che
recentemente abbiamo assistito ad un concerto del Banco del Mutuo Soccorso, ci
hanno toccato nel profondo con la loro semplicità umana e la loro bravura
artistica; sono sicuramente dei maestri da seguire.
Approfitto del fatto
che qualcuno di voi era al ProgLiguria. Che commento potreste fare?
Massy:
sono fiero di esserci stato, soprattutto per la causa, immagino quanto sia
stato difficile organizzare un evento del genere, accontentare le richieste dei
vari artisti e tenere tutto sotto controllo. Posso solo dire che ne è valsa la
pena, ripeto, soprattutto per la causa, il resto viene dopo. Ci sono stati
gruppi che mi sono piaciuti, altri no, ma la causa e l’organizzazione hanno
reso l'evento davvero importante, ho potuto vedere alcuni intoppi e che è stato fatto di tutto per risolverli… bravi
a tutti.
Provate a sognare… cosa vorreste vi capitasse, musicalmente
parlando, da oggi al 2015?
Dal punto
di vista musicale speriamo di lasciare il segno come WilloW, speriamo di avere
una possibilità per emergere, di aprire i concerti di artisti importanti come
il Banco o altri stranieri del loro calibro e sogniamo di “diventare qualcuno”
anche per dare a nostra volta la possibilità ad altri artisti talentuosi di
farsi sentire, questo perché troppo spesso tra i grandi non c’è mai l’artista
giovane emergente, tutti gli artisti che “sono arrivati” e che sanno quanto sia
difficile, dovrebbero fare da volano per i gruppi emergenti, ma qui entra in
ballo la questione della musica come merce da vendere...comunque noi facciamo
quello che facciamo per amore di quello che facciamo...è un giro di parole
concedicelo :) ..essere i WilloW a volte è difficile e snervante, nessuno di
noi quattro campa di musica, però componiamo e suoniamo per passione, per
vivere.
BIOGRAFIA
Nell’agosto 2000 Massimiliano Anfuso (chitarrista
e cantante), alla ricerca di una band con cui suonare i brani da lui composti,
incontra Daniele Manzoni (tastierista); i due iniziano a suonare in una piccola
sala prove presso il CAG di Maggianico (Lecco), il feeling è immediato e
nonostante la mancanza di un bassista e di un batterista, arrangiano in poco
tempo “The flower” e “Fly in the dream” i primi due brani originali della band,
che prende il nome di “Shore Dreams”.
Nel 2001 Gianpaolo (batterista) si unisce alla
band che cambia il nome in “Myricae”.
La prima data importante per il gruppo è il 27
Maggio 2001, quando a Maggianico (Lecco), presso il parco di Villa Gomez, si
esibiscono nel loro primo concerto con il nome “Willow”; il nome della band è
ispirato ad un personaggio della serie di romanzi Magic Kingdom of Landover” di
Terry Brooks, la fata Willow, costretta a trasformarsi in un salice ogni 21
giorni per mantenere la sua forza vitale.
Fra il 2002 e il 2003 il ruolo di batterista
passa da Gianpaolo a Samuele Redaelli, già batterista dei Luf e successivamente
a Roberto Zanardo, già batterista degli “Zenobia”, mentre Vittorio, già
bassista dei “Melancoly Soul”, si inserisce stabilmente nella band che ha ormai
composto una dozzina di brani originali Hard rock cantati in inglese.
Il debutto discografico
Fra il 2003 e il 2004 Filippo Valnegri
sostituisce Roberto Zanardo alla batteria e successivamente introduce Giovanni
Galimberti (bassista) con cui milita già negli “Another Code” e negli “Spirit
Crusher”; con i loro innesti i “Willow” ottengono stabilità e raggiungono
finalmente un feeling compositivo.
Con questa formazione, nell’estate 2006 vincono
il concorso “Sottosuono” che gli permette di entrare in studio per registrare
il primo album “Perdita del tempo”; che posiziona la band sui binari del Rock
progressivo italiano.
Nel Giugno 2007, in attesa della pubblicazione dell’album, producono il videoclip del brano “Brucia la strega” diretto da Fabrizio Fogliato; sfortunatamente poco prima della presentazione del disco, Daniele decide di lasciare gli Willow per dedicarsi ad altro, fu un duro colpo per la band, che però si fece forza trovando rapidamente un degno sostituito in Fabrizio Minichini, già compagno di avventura di Giovanni e Filippo in altre bands.
Nel Giugno 2007, in attesa della pubblicazione dell’album, producono il videoclip del brano “Brucia la strega” diretto da Fabrizio Fogliato; sfortunatamente poco prima della presentazione del disco, Daniele decide di lasciare gli Willow per dedicarsi ad altro, fu un duro colpo per la band, che però si fece forza trovando rapidamente un degno sostituito in Fabrizio Minichini, già compagno di avventura di Giovanni e Filippo in altre bands.
Nel Luglio 2007 esce in 500 copie l’album di
debutto “Perdita del tempo”, prodotto in collaborazione con la “Cooperativa
sociale la linea dell’arco” di Lecco per il progetto “Sottosuono”. L’album
desta interesse fra gli appassionati di Rock progressivo italiano e raccoglie
buone impressioni da parte della critica delle più importanti riviste e siti
musicali italiani.
Sfortunatamente, nel Settembre 2007 Filippo
decide di lasciare la band per dedicarsi allo studio musicale, assicurando però
il suo supporto nell’attesa di trovare un sostituto.
Da “Perdita del tempo” ad oggi
Nell’Ottobre 2007 passano le selezioni per “Music
Village 2007″ al quale partecipano dal 14 al 18 dicembre.
Nel Marzo 2008, il batterista Dario Aliotta entra
a far parte della band sostituendo Filippo.
Il 17 Marzo 2008, il brano “Brutti sogni” viene
trasmesso dal programma “Il re del gancio” di Giancarlo Passarella su 106 radio
italiane ed il 18 marzo 2008 aprono la tappa milanese del tour mondiale di Kiko
Loureiro, chitarrista degli Angra (con Mike Terrana e Felipe Andreoli).
Il 5 Aprile 2008 sottoscrivono con “Pirames
International Srl” un contratto di distribuzione digitale per l’album “Perdita
del tempo”.
Nel mese di Giugno 2009 sono finalisti del
concorso “Talenti per Natura 2009″ e il 5 Giugno partecipano alla “Giornata
Mondiale per l’Ambiente” suonando in diretta su Lifegate Radio.
Mondiale per l’Ambiente” suonando in diretta su Lifegate Radio.
Il 23 Luglio 2010 aprono il concerto dei Biglietto
per l’Inferno|Biglietto per l’inferno.Folk nella Piazza Garibaldi di Lecco.
Nel Gennaio 2012, dopo l’abbandono di Dario, il
batterista Tommaso Mangione entra a far parte della band, che è attualmente
impegnata nell’arrangiamento dei brani per il secondo album.
Videoclip
"Brucia la strega"
link: www.willowband.it/brucialastrega
"Perdita del tempo"
info: www.willowband.it/perditadeltempo
MP3 Medley
su myspace: www.myspace.com/willowbandofficial/music/songs/medley-perdita-del-tempo-17892433
link diretto: www.willowband.it/downloads/samples/willow_perdita del tempo_promo.mp3
link: www.willowband.it/brucialastrega
"Perdita del tempo"
info: www.willowband.it/perditadeltempo
MP3 Medley
su myspace: www.myspace.com/willowbandofficial/music/songs/medley-perdita-del-tempo-17892433
link diretto: www.willowband.it/downloads/samples/willow_perdita del tempo_promo.mp3