lunedì 6 febbraio 2012

WilloW-"Perdita del Tempo"

            
Mi soffermo oggi sull’albumPerdita del Tempo”.
In realtà è lo spunto per raccontare qualcosa dei WilloW, band di Lecco di cui ho casualmente    conosciuto un componente, Massimiliano Anfuso, al ProgLigura di La Spezia. La sottolineatura è d’obbligo, trattandosi di un album del 2007, e in quattro anni un gruppo di giovani matura enormemente e l’album rischia di non essere rappresentativo del momento attuale e dello stato di “avanzamento lavori”.
Diventa quindi decisivo lo scambio di battute tra me e la band, perché “racconta” di loro molto di più di quanto possa fare  io attraverso il mero commento della loro musica.
Sette tracce che, nonostante la dichiarata fretta di realizzazione, appaiono godibili e mature se messe in relazione alla giovinezza dei  musicisti.
Testi in italiano-è stato questo motivo di approfondimento- con liriche attuali, ma con una veste magica e carica di mistero; disagio giovanile e desiderio di raccontare i propri sentimenti senza eccessivo ermetismo.
Le composizioni si possono collocare nell’area progressiva, anche se l’aggiunta del metal, come emerge nel corso dell’intervista, potrebbe indurre a confronti inadeguati.
Il mio feeling da ascolto, quindi scevro da ogni approfondito giudizio tecnico, mi fa pensare ad influenze che raccolgono decadi caratterizzate da musica molto differente, ad un unione tra tipicità dei  primi anni ’70 e frammenti ‘80/’90.
Un bel sound… un bel album e alcune particolarità tecniche pregevoli e di forte impatto.
E ora attendiamo con curiosità la nuova veste di WilloW.





L’INTERVISTA
Come sempre parto dal nome della band convinto che, anche se in modo inconscio, esista sempre un link tra esso la filosofia musicale del gruppo. Perché “WilloW”?
La parola Willow significa salice,  ed è stata usata in vari romanzi fantasy, uno in particolare, scritto da Terry Brook, in cui Willow era una fata che si trasformava in salice piangente. Inoltre il salice è una pianta con particolari caratteristiche ed è avvolta da molte leggende, è misteriosa, malinconica, curativa. WilloW è diventato per caso il nome della band e con il tempo ci ha sempre più rappresentato.

 L’album che ho ascoltato mi pare risalga al 2007. Quattro anni sono lasso di tempo elevato, in cui si possono subire importanti maturazioni, soprattutto quando si è giovani. Perché questo gap temporale e… come siete cambiati negli ultimi quattro anni?
E’ una domanda che ci fa un po’ soffrire. Purtroppo in questi anni abbiamo dovuto affrontare dei brutti momenti, in particolare l'abbandono di tre componenti; quando si fa “musica propria” è difficile trovare il giusto equilibrio e una volta raggiunto, è difficile mantenerlo; ora fortunatamente l'abbiamo raggiunto di nuovo, la band è completa e carica più che mai, non abbiamo mai smesso di comporre, suonare ed arrangiare, e infatti cercheremo al più presto di dar vita al nostro nuovo album, frutto di un lungo e sudato lavoro al quale abbiamo dedicato anima e corpo in questi anni.

Potete spiegare l’idea che vi ha portato alla creazione  di “Perdita del Tempo”, l’album a cui ho accennato?
“Perdita del tempo” è un album spontaneo e grezzo, perché nonostante stessimo lavorando da tempo alle canzoni,  abbiamo dovuto arrangiarle e  registrarle rapidamente, con inesperienza e fretta. Dovevamo infatti sfruttare l'opportunità di registrare l'album grazie alla vittoria di un concorso, i tempi erano davvero ristretti, noi eravamo euforici all'idea di avere finalmente un nostro cd e siamo stati letteralmente travolti dalla realizzazione dell'album; tuttavia siamo riusciti ad imprimere le nostre emozioni e la nostra passione in quelle canzoni. Ad album ultimato, dato che siamo molto critici con noi stessi, abbiamo subito capito su che cosa dovevamo lavorare per migliorarci, in prospettiva di un altro album.

 Mi raccontate qualcosa della vostra cultura musicale e di come siete arrivati a pensare che la musica dovrebbe essere non solo un passatempo, ma anche il vostro lavoro?
Siamo in quattro ed ora abbiamo diversi gusti musicali, però siamo tutti cresciuti ascoltando Queen, Toto, Led Zeppelin, Pink Floyd, Genesis e la musica Italiana ci ha dato molte emozioni, dal progressive italiano di Area e Banco a Lucio Battisti, Gaber, Battiato, De Andrè e gruppi come i  Matia Bazar con la Ruggiero; ora c'è molta musica diversa che ci trasmette tante emozioni e ci da ispirazione. Abbiamo tutti iniziato a suonare da piccoli, sognando di diventare rock star, abbiamo studiato e rapidamente siamo finiti sul palco, oggi tutti abbiamo un lavoro fisso e la musica è la nostra arte, la nostra passione,  potrebbe diventare un lavoro? Al giorno d'oggi è difficile, quasi impossibile.

Per ogni nuova formazione che si affaccia a quella musica  che io definisco “di impegno”, esistono modalità espressive diverse, e non c’è una regola per quanto riguarda l’utilizzo della lingua. Che cosa vi ha spinto a cantare in italiano( cosa apparentemente scontata, ma come sapete bene si possono fare altre scelte, tutte comprensibili)?
Siamo nati facendo hard-rock cantato in inglese, poi siamo piombati in un'evoluzione compositiva che ci ha portato a fare progressive; la lingua Italiana ci ha permesso di evitare le etichette che ormai vengono appiccicate a chiunque si cimenti in questo genere, oggi è facilissimo essere etichettati con band che hanno dominato dal punto di vista mediatico il panorama progressive, pensiamo ad esempio ai Dream Theater, moltissime band vengono etichettate come la loro brutta copia, noi siamo molto distanti tecnicamente, ma ancora oggi quando al progressive aggiungi sonorità metal, si rischi l'accostamento che poi diventa un marchio difficile da oscurare. L'italiano è la nostra lingua naturale, è la naturale vibrazione del nostro corpo, cantare in italiano ci fa sentire naturali,  creativi, senza limiti e anche se come dici tu può sembrare banale è invece molto più ricca ed espressiva dell'inglese, ed è stimolante scrivere canzoni di un genere che a volte si da per scontato.

Quanto sono importanti per voi le liriche? Potreste realizzare un album senza testi?
Qui ci colleghiamo alla domanda precedente, le liriche sono una componente molto importante nelle quali riversiamo i nostri pensieri e i nostri sentimenti, è proprio qui che la lingua italiana si rivela difficile applicata a questo genere musicale che tende ad essere più orecchiabile nell'inglese, dove la melodia si fonde nelle parole dando origine ad una metrica molto più semplice. I brani strumentali ci piacciono molto, in questo genere le parti strumentali infatti sono molto lunghe rispetto a quelle cantate, però noi tendiamo a non perderci troppo in lunghi fraseggi strumentali, preferiamo piuttosto scrivere brani solamente strumentali. Un intero album? Non ci abbiamo mai pensato, per ora non è una cosa che abbiamo in mente.

Parlatemi della vostra verve in fase live. Quanto amate il confronto con il pubblico?
I live si differenziano parecchio dall’approccio che teniamo in studio di registrazione, sul palco ti trovi a dover “affrontare il pubblico “ ed è emozionante e spaventoso allo stesso modo. Chi suona a volte da per scontato che il pubblico capirà al volo quello che vuoi trasmettere, ma spesso non è così, dipende dalle situazioni, ad esempio se suoni per un pubblico che non ti conosce, o che assiste alla tua esibizione in attesa di un'altra band. Noi amiamo la nostra musica, dobbiamo amarla, perché quando suoniamo dal vivo vogliamo trasmettere emozioni, vogliamo dire “noi suoniamo così per questo motivo, questo è quello che vogliamo dirvi, in questo modo...vogliamo che ci ascoltate e che poi ci critichiate o ci facciate dei complimenti piuttosto che passere inosservati.”

Che cosa pensate dell’attuale stato della Musica, quella appunto con la M maiuscola?
La musica oggi ha tutto e non ha niente, ci sono più possibilità di una volta, soprattutto grazie al digitale e ad internet, però sembra essere diventato più un guazzabuglio, forse perché una volta c’era più l’idea di suonare e basta, suonare per suonare, invece oggi sembra che tutti sono alla ricerca del successo...che cosa sia poi il successo oggi non lo sappiamo. Quasi tutti i musicisti sono gelosi di ogni piccola possibilità che gli viene offerta, c'è poco aiuto tra i musicisti , tra i musicanti, ed è difficile anche dover competere con i mostri del passato che tornano sulle scene divorando lo spazio che le nuove leve cercano di difendere.  Comunque la musica non è morta, si è trasformata, sempre grazie all'avvento della tecnologia digitale, in un vero e proprio prodotto.

Mi dite un nome di una band che vi accomuna e che vi ha segnato per l’intera vita?
Questa domanda è difficile... come detto prima ci sono molte band che ci hanno segnato, se dobbiamo rispondere con una sola voce possiamo dire che recentemente abbiamo assistito ad un concerto del Banco del Mutuo Soccorso, ci hanno toccato nel profondo con la loro semplicità umana e la loro bravura artistica; sono sicuramente dei maestri da seguire.

Approfitto del  fatto che qualcuno di voi era al ProgLiguria. Che commento potreste fare?
Massy: sono fiero di esserci stato, soprattutto per la causa, immagino quanto sia stato difficile organizzare un evento del genere, accontentare le richieste dei vari artisti e tenere tutto sotto controllo. Posso solo dire che ne è valsa la pena, ripeto, soprattutto per la causa, il resto viene dopo. Ci sono stati gruppi che mi sono piaciuti, altri no, ma la causa e l’organizzazione hanno reso l'evento davvero importante, ho potuto vedere alcuni intoppi e  che è stato fatto di tutto per risolverli… bravi a tutti.

Provate a sognare… cosa vorreste vi capitasse, musicalmente parlando, da oggi al 2015?
Dal punto di vista musicale speriamo di lasciare il segno come WilloW, speriamo di avere una possibilità per emergere, di aprire i concerti di artisti importanti come il Banco o altri stranieri del loro calibro e sogniamo di “diventare qualcuno” anche per dare a nostra volta la possibilità ad altri artisti talentuosi di farsi sentire, questo perché troppo spesso tra i grandi non c’è mai l’artista giovane emergente, tutti gli artisti che “sono arrivati” e che sanno quanto sia difficile, dovrebbero fare da volano per i gruppi emergenti, ma qui entra in ballo la questione della musica come merce da vendere...comunque noi facciamo quello che facciamo per amore di quello che facciamo...è un giro di parole concedicelo :) ..essere i WilloW a volte è difficile e snervante, nessuno di noi quattro campa di musica, però componiamo e suoniamo per passione, per vivere.




BIOGRAFIA

Nell’agosto 2000 Massimiliano Anfuso (chitarrista e cantante), alla ricerca di una band con cui suonare i brani da lui composti, incontra Daniele Manzoni (tastierista); i due iniziano a suonare in una piccola sala prove presso il CAG di Maggianico (Lecco), il feeling è immediato e nonostante la mancanza di un bassista e di un batterista, arrangiano in poco tempo “The flower” e “Fly in the dream” i primi due brani originali della band, che prende il nome di “Shore Dreams”.
Nel 2001 Gianpaolo (batterista) si unisce alla band che cambia il nome in “Myricae”.
La prima data importante per il gruppo è il 27 Maggio 2001, quando a Maggianico (Lecco), presso il parco di Villa Gomez, si esibiscono nel loro primo concerto con il nome “Willow”; il nome della band è ispirato ad un personaggio della serie di romanzi Magic Kingdom of Landover” di Terry Brooks, la fata Willow, costretta a trasformarsi in un salice ogni 21 giorni per mantenere la sua forza vitale.
Fra il 2002 e il 2003 il ruolo di batterista passa da Gianpaolo a Samuele Redaelli, già batterista dei Luf e successivamente a Roberto Zanardo, già batterista degli “Zenobia”, mentre Vittorio, già bassista dei “Melancoly Soul”, si inserisce stabilmente nella band che ha ormai composto una dozzina di brani originali Hard rock cantati in inglese.
Il debutto discografico
Fra il 2003 e il 2004 Filippo Valnegri sostituisce Roberto Zanardo alla batteria e successivamente introduce Giovanni Galimberti (bassista) con cui milita già negli “Another Code” e negli “Spirit Crusher”; con i loro innesti i “Willow” ottengono stabilità e raggiungono finalmente un feeling compositivo.
Con questa formazione, nell’estate 2006 vincono il concorso “Sottosuono” che gli permette di entrare in studio per registrare il primo album “Perdita del tempo”; che posiziona la band sui binari del Rock progressivo italiano.
Nel Giugno 2007, in attesa della pubblicazione dell’album, producono il videoclip del brano “Brucia la strega” diretto da Fabrizio Fogliato; sfortunatamente poco prima della presentazione del disco, Daniele decide di lasciare gli Willow per dedicarsi ad altro, fu un duro colpo per la band, che però si fece forza trovando rapidamente un degno sostituito in Fabrizio Minichini, già compagno di avventura di Giovanni e Filippo in altre bands.
Nel Luglio 2007 esce in 500 copie l’album di debutto “Perdita del tempo”, prodotto in collaborazione con la “Cooperativa sociale la linea dell’arco” di Lecco per il progetto “Sottosuono”. L’album desta interesse fra gli appassionati di Rock progressivo italiano e raccoglie buone impressioni da parte della critica delle più importanti riviste e siti musicali italiani.
Sfortunatamente, nel Settembre 2007 Filippo decide di lasciare la band per dedicarsi allo studio musicale, assicurando però il suo supporto nell’attesa di trovare un sostituto.
Da “Perdita del tempo” ad oggi
Nell’Ottobre 2007 passano le selezioni per “Music Village 2007″ al quale partecipano dal 14 al 18 dicembre.
Nel Marzo 2008, il batterista Dario Aliotta entra a far parte della band sostituendo Filippo.
Il 17 Marzo 2008, il brano “Brutti sogni” viene trasmesso dal programma “Il re del gancio” di Giancarlo Passarella su 106 radio italiane ed il 18 marzo 2008 aprono la tappa milanese del tour mondiale di Kiko Loureiro, chitarrista degli Angra (con Mike Terrana e Felipe Andreoli).
Il 5 Aprile 2008 sottoscrivono con “Pirames International Srl” un contratto di distribuzione digitale per l’album “Perdita del tempo”.
Nel mese di Giugno 2009 sono finalisti del concorso “Talenti per Natura 2009″ e il 5 Giugno partecipano alla “Giornata
Mondiale per l’Ambiente” suonando in diretta su Lifegate Radio.
Il 23 Luglio 2010 aprono il concerto dei Biglietto per l’Inferno|Biglietto per l’inferno.Folk nella Piazza Garibaldi di Lecco.
Nel Gennaio 2012, dopo l’abbandono di Dario, il batterista Tommaso Mangione entra a far parte della band, che è attualmente impegnata nell’arrangiamento dei brani per il secondo album.