Esattamente un anno
fa, girovagando in rete, venivo colpito dalla seguente notizia:
martedì 17 ottobre
2006
Andrea Parodi, l’ex
voce dei Tazenda, è morto all’alba a Cagliari. Parodi, che si era separato dai
Tazenda da tempo, aveva scoperto circa un anno fa di avere un tumore e della
sua malattia aveva parlato in più interviste e durante i suoi concerti. Premiato
dai critici a Sanremo nel 1991 per il brano "Spunta la luna dal
monte", era in coma da alcuni giorni ed è spirato poco prima delle 6.
Il 22 settembre
Parodi era salito l’ultima volta sul palco all’Anfiteatro romano di Cagliari
per un concerto-omaggio alla carriera dell’artista sardo-ligure considerato una
delle figure centrali della scena sarda e nazionale. Insieme con i Tazenda,
l’inconfondibile voce di Andrea Parodi aveva intonato "Desvelos", un
brano breve e inteso fatto proprio per esaltare le sue doti canore. Poi una
serie di classici: da "Carrasecare" a "Sa Festa", da
"A sa zente" a "Non potho riposare", da
"Disimparados" a "Pitzinnos in sa guerra" (nato da una
collaborazione con Fabrizio De Andre’). Il finale, tra lunghi applausi, era
stato dedicato a "Nanneddu meu" e ad una suggestiva versione vocale
del "Deu te salvet Maria", l’Ave Maria in sardo.
Un giovane uomo, un artista apprezzato che se ne è andato.
Io lo avevo conosciuto, nella preadolescenza, quando frequentava le medie Boselli a Savona, città del padre.
A distanza di anni
l’ho rivisto famoso, sul palco di Sanremo.
Lo scorso anno, l’ho
ricordato così.
Savona, 18/12/2006
Ieri ho casualmente
saputo che Andrea Parodi non e’ più con noi.
Capita spesso che la nostra immaginazione venga colpita da avvenimenti
drammatici, di persone visibili, dalle quali ci sentiamo improvvisamente
attratti, e nel momento più doloroso troviamo la forza di partecipare
attivamente.
Eh si, scrivere di qualcuno o di qualcosa significa
rendere immortale quel momento e quindi la partecipazione diventa
cosa concreta.
Ma io Andrea lo avevo
conosciuto in
tempi non sospetti e voglio dire cosa ricordo di lui.
Anzi, partirò dal momento in cui l’ho visto alla televisione, ormai uomo, e ho
pensato: ”…ma io quello lo conosco…”. Dopo aver sentito il suo nome ho avuto
conferma.
La conoscenza con Andrea risale al tempo delle medie, Istituto
Boselli (ora
Pertini), lui un anno più grande.
La città di cui parlo
e’ Savona.
Il mio ricordo e’
molto circoscritto, relativo ad un solo inverno.
Facevo 1°media , ed era il momento in cui si incominciava ad apprezzare il
mondo femminile e le compagnie.
Vivevamo “per strada” ed i genitori non
erano così pressanti come lo sono adesso io con i miei bimbi.
I pericoli non esistevano o perlomeno non ci si pensava.
Forse nemmeno i compiti esistevano, almeno per noi.
Quando si e’ molto
giovani anche un anno di differenza sembra un’eternità e davvero non ricordo
come mi ritrovai assieme ad Andrea e ad altri in un gruppo davvero eterogeneo.
Le mie immagini indelebili sono rivolte ad alcuni pomeriggi che passavamo in
casa di una certa Cinzia.
La casa era
miracolosamente libera e noi maschi giocavamo con le femmine tra le tante
camere.
Niente da non poter raccontare… qualche bacio alla francese (per me i primi,
ovviamente) e niente più… almeno credo.
Tra di noi c’era
appunto Andrea Parodi.
Il suo viso era
esattamente quello che poi ho riconosciuto in TV, a distanza di secoli.
Ricordo bene il suo accento.
Non era tipico savonese
, ma era più genovese e sono queste differenze capibili solo da noi liguri.
Associando il suo modo di parlare al suo cognome, avevo
pensato che fosse davvero di Genova.
Parlava in continuazione e, non vorrei sbagliare, ma mi pare fumasse molto
già a quell’età.
Ricordo una certa allegria e positività che lo faceva apparire un compagnone,
trainante nel gruppo.
Ma la cosa che ho impressa adesso, mentre scrivo, e’ il suo sorriso, che ho
ben presente abbinato agli occhi scuri.
Sto parlando di 38 anni fa e se a distanza di tanto tempo mi
sono rimasti freschi questi particolari, beh,
qualcosa Andrea mi ha lasciato!
Ritrovarlo su un
palco, conosciuto da tutti, mi ha fatto effetto e ricordo di aver pensato:” Ma cosa c’entra
lui con la Sardegna? Non era genovese?”
L’ho rivisto dal vero, ormai famoso, una giornata d' estate, a Savona, in Corso Italia,
intento a fare shopping.
Non ho avuto il
coraggio di avvicinarmi… per dirgli cosa? Ti ricordi quando eravamo bambini?
Ora ho casualmente scoperto che se ne e’ andato e d’impulso mi e’ venuta
la voglia di ricordarlo.
Non per la sua musica, da cui non sono particolarmente attratto, ma perché
capita nella vita, che un piccolo, breve, insignificante (rispetto alla
lunghezza della nostra esistenza) momento,
una minuscola conoscenza, un’impercettibile presenza, possa lasciare un ricordo
che dura una vita.
Questo e’ il mio
saluto… Andrea.
1 commento:
Andrea Parodi, la prima volta che l'ho sentito cantare è stato a Sanremo con "Spunta la luna dal monte". Di solito Sanremo mi scivola addosso e lo seguo solo per "affetto", ma quella volta mi ricordo che mi sono fermata, ho interrotto quello che stavo facendo ed ho ascoltato con attenzione, tant'è che mi comprai la cassetta dei Tazenda appena uscì ce l'ho ancora e l'ascolto ogni tanto. Andrea aveva (ha) una voce bellissima, che mi riporta ogni volta alle mie origini anche se lontane.
Io sono per parte di madre sarda, ed ho sempre seguito i racconti di questa terra magica come un sogno. Mi sono avvicinata con grande rispetto alla Sardegna la prima volta che ci sono stata (in viaggio di nozze 25 anni fa!),ne ho respirato i profumi, la terra, il mare, la gente con una sorta di timore, a testa bassa e con le lacrime agli occhi...ricordare Parodi è stato un bel regalo per me, mi ha fatto rivivere delle emozioni! Grazie! Maga (Raffaella)
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