sabato 6 ottobre 2007

Quicksilver Messenger Service


In questo BLOG, che ho deciso di nutrire con una certa frequenza e varietà di argomenti, ho iniziato il gioco degli "Indovinelli Musicali".

Non ci sono premi in palio, ma nell'idearlo ho pensato a due cose:

a)un minimo di interattività che possa
stimolare l'eventuale visitatore del blog.
b)un' ipotetica similitudine tra il "passante" e me,
relativamente al modo di vivere il mondo dei suoni,
tra immagini, letture ed ascolto.

Ho cioè idealizzato amanti della musica che abbiano voglia di farsi trascinare nella ricerca di cose mai ascoltate, seppur antiche, in un effetto domino senza regole.
Insomma, da pezzo a pezzo, da info a info,nello sterminato mondo musicale.


Il primo indovinello e' stato risolto dal mio amico Nazario che ha scoperto "Dino's Song", dei Quicksilver Messenger Service.


Aggiungo due note storiche sul gruppo,"rubate" da Internet, e ripropongo lo stesso brano, questa volta sotto forma di filmato, on stage.

Personalmente mi colpisce la freschezza di questa musica, e l'atmosfera della performance mi riporta ai concerti vissuti da adolescente, vestito da figlio dei fiori, su un sentiero molto pericoloso , le cui insidie sono riuscito fortunatamente a schivare.

Buona visione.



Generalmente i più trascurati nella classica triade dei protagonisti del rock psichedelico di San Francisco, a vantaggio dei "rivali" Grateful Dead e Jefferson Airplane, i Quicksilver Messenger Service presentano tratti non meno affascinanti di quelli dei loro più fortunati colleghi, per lo meno nella fase iniziale della loro carriera.Passati alla storia per le loro jam infuocate, cui negli anni si sono alternate digressioni country-pop-rock più convenzionali,sono da ricordare sia per l'incredibile bravura ed estro del mai troppo compianto John Cipollina(uno dei migliori chitarristi di tutti i tempi,poche ciance) e sia per l'incredibile album "Happy Trails",terzo (e più trascurato) pilastro della psichedelia californiana di fine anni 60',insieme al "Live/Dead" degli amici Grateful Dead e "Volunteers" dei Jefferson Airplane.La prima facciata del disco è occupata da una versione-suite di circa 25 minuti di "Who Do You Love" di Bo Diddley, trasfigurata in un tour de force di duelli chitarristici e assoli taglienti e urticanti, il manifesto del sound dei Quicksilver ed uno dei capolavori della psichedelia californiana.Anche il lato B (presumibilmente in studio) accoglie l'ascoltatore con l'inconfondibile ritmo sincopato tipico di Diddley: si tratta di "Mona", a cui viene riservato un trattamento simile a quello di "Who Do You Love" nella prima facciata, ma per una durata più breve. Presto, infatti, la grintosa cover sfocia nella grandiosa "Maiden Of The Cancer Moon",un brano chitarristico al vetriolo. "Calvary" è invece la gemma di Duncan,che rallenta il ritmo per sferrare vere e proprie flagellazioni sonore su un tappeto cupo e ossessivo.Grandiosi.

Da riscoprire...

Nessun commento: