Era il mese di febbraio dell’anno di
grazia 1974, più precisamente il giorno 3.
Per gli italiani antichi, amanti dei Genesis
e della musica di quei giorni, è meglio segnalare la data con la cifra
numerata: “03.02.1974”, più facile da abbinare
al concerto torinese in cui la band inglese propose “Selling England by
the Pound”.
Ho ricordi lontani legati alla mia adolescenza, ma sono rimaste tracce che mai si cancelleranno e che cercherò di delineare.
Il concerto era previsto per le ore
18, al Palasport di Torino. I miei 17 anni suonati mi davano la possibilità di
una concessione genitoriale, nonostante dopo poche ore mi aspettasse la scuola.
Non ricordavo esattamente che giorno fosse, ma avevo ben nitido il monito dei
miei genitori che mi esortavano a tornare velocemente a casa, perché il giorno
dopo avrei avuto lezione. Una rapida ricerca su internet mi ha chiarito le idee sulla data: era domenica.
Conoscevo già molto bene “Selling
England by the Pound”, “oggetto” promozionale del tour, album uscito da
pochi mesi.
Credo sia interessante mettere in rilievo come la musica “nobile” di quel tempo, anche se il fenomeno si sarebbe poi rivelato di breve durata, fosse una fantastica malattia contagiosa. I tempi sono cambiati e certe rappresentazioni si vivono con maggior distacco, perché rientrano nella sfera della normalità, ma in quei giorni era possibile una mobilitazione generale per un evento musicale che, nel mio caso, avveniva a 150 km di distanza da percorrere in treno, di sera, con ritorno notturno. Il quartiere in cui sono nato e in cui abitavo, si chiama Santa Rita, e avrà contato una trentina di persone con età simile alla mia, e una buona parte di quelle anime si ritrovò al Palasport di Torino.
La stazione di Savona era poi il punto di riferimento in
cui si raccoglievano i ragazzi che arrivavano dai paesi periferici e tra le
immagini confuse rimaste in testa, una riguarda un gruppo molto nutrito di
giovani, tutti visi conosciuti, magari amici degli amici, tutti con lo
stesso obiettivo.
Non ricordo nulla dei discorsi
dell’andata, ma posso immaginare l’argomento.
La picture che segue è relativa al
palco e a un fiume umano, che probabilmente mi parve tale perché messo in
relazione al pubblico pomeridiano del genovese Teatro Alcione che normalmente
frequentavo.
Sicuramente lo spazio non era
adeguato all’evento, perché ricordo molti ragazzi lamentarsi all’esterno per
l’impossibilità di trovare un biglietto.
Forse nacque anche qualche
tafferuglio, ma non ne sono certo.
L’immagine successiva è quella di
Peter Gabriel che compare con uno dei suoi abiti spettacolari e presenta
l’enorme vuoto di capelli nella parte centrale della testa, una sorta di “riga
ampliata”, come era solito fare in quel periodo.
Non sono in grado di ricordare la set
list (che ho recuperato dalla rete e propongo a seguire), ma ricordo con
estrema chiarezza un forte brivido che mi percorse la schiena, lo stesso che ho
sentito le volte successive in cui ho ascoltato Steve Hackett proporre i
Genesis - quindi anni 2000 - performance che per un attimo mi ha fatto tornare
indietro a quel lontano ’74, quando partì il piano di “Firth or Fifth”.
E poi mi appare il vuoto sugli elementi oggettivi, ma rimane l’eccitazione, la partecipazione, la sensazione, già allora, di aver preso parte a qualcosa di storico. Negli anni a seguire, quel tour sarà ricordato come l’ultimo, vero, dei Genesis targati Gabriel.
Faccio estrema fatica ad andare oltre
con la memoria, ma ho bene in mente come, nei giorni a seguire, l’argomento
principe di quei ragazzi di Santa Rita, che vivevano a pane e CIAO 2001, fosse
la rivisitazione dell’esperienza vissuta.
Esperienza che costò molto cara ad
elementi del nostro gruppo, qualche “bravo ragazzo” che si fermò in stazione
sino a notte inoltrata e compì qualche sciocchezza (prelievo di giornali
impacchettati, in attesa di essere smistati). Cose tutto sommato innocenti, ma
che ebbero importanti implicazioni giudiziarie.
E anche questo aspetto negativo ha
contribuito a rendere indelebile un vecchio ricordo.
Mai avrei pensato che, a distanza di
una quarantina di anni, avrei conosciuto e intervistato su di un palco Steve
Hackett!
SET LIST
Watcher
of the Skies
Dancing
with the Moonlit Knight
The
Cinema Show
I
Know what I Like
Firth
of Fifth
The
Musical Box
More
Fool me
The
Battle of Epping Forest
Supper's
Ready
Bis: The Knife
Un mio caro amico e compagno di
concerti, nonché batterista del nostro primo gruppo, Paolo Macchia, ha
conservato il biglietto che io ho perso chissà dove.
Mi sembra un bel modo per tornare
sull’evento.