Corrado Rossi ritorna all’impegno discografico e svolta, o meglio, ritorna al punto di partenza, lasciando un attimo da parte il successo d’oltreoceano legato alla sua Word Music e proponendo “quartetti d’archi e pianoforte”: cambiando i fattori il prodotto resta immutato, dal momento che il suo In the Peony Garden è stato premiato in un concorso realizzato dall'Akademia Music Awards di Los Angeles, come miglior album nella categoria “Musica Classica”.
Nove tracce
magiche, registrate a Budapest, con musicisti della Budapest Symphonic Scoring Orchestra, permettono a Corrado di
ripercorrere la sua vita, con l’influenza degli affetti più cari - e questa è
una realtà - ma immaginando un momento intenso in un luogo d’altri tempi,
circondato dalla pace assoluta, in perfetto accordo con la natura rigogliosa,
curata e curatrice, di certo protettrice: le peonie regnano, ma sono in buona compagnia.
E’ questo il
sottofondo che permette al pianista bergamasco di inventare musica e poesia,
epigrammi musicali che sanno raccontare, come e più di una lirica.
Invidio chi,
immaginando luoghi, persone e cose, riesce ad isolarsi dalla frequente noia e
mediocrità del quotidiano, dedicando suoni e armonie a idee e concetti,
firmando con un titolo che marchierà a vita un brano musicale e il suo protagonista,
che vivrà per sempre attraverso quei pochi minuti di ispirazione.
La musica che
Corrado Rossi propone nel nuovo disco ha questa peculiarità, con il valore
aggiunto che gli episodi di vita “raccontati” diventano con semplicità gli
stessi dell’attento ascoltatore, che entra in piena sintonia con l’autore.
Apro il CD, lo
estraggo, e ciò che appare è la frase che sintetizza l’album, un’anticipazione
che induce a pigiare rapidamente lo start per un primo giro di giostra…
“Nei miei
giardini
ti schiudi, Malinconia,
profumo di ricordi
inquietudine dolce
speranza e domani”.
L’INTERVISTA
E’ da poco uscito il tuo ultimo lavoro, “In the Peony Garden”: mi spieghi
la motivazione del titolo?
“In The Peony
Garden” può forse sembrare un titolo inusuale, ma per me è qualcosa di
speciale: ho pensato infatti di ambientare l'album in un giardino, uno di quelli
tipici delle ville padronali del 1700 che ho sempre ammirato, con vegetazione
lussureggiante, laghetti, ponti, fontane e naturalmente peonie (i fiori
preferiti di mia moglie). Vivendo in un appartamento in città, ho sentito il
bisogno di evadere almeno mentalmente dal caos e così mi sono immaginato
all'interno di questo giardino, seduto al pianoforte e ho preso spunto da ciò
che la mia immaginazione vedeva e sentiva, o voleva semplicemente vedere e
sentire... “Nei miei giardini”, che rappresentano metaforicamente la mia
interiorità, hanno preso poi vita tanti “personaggi” con le loro storie e le
loro emozioni.
In cosa si differisce dai tuoi precedenti dischi, in
particolare dall’elettronico “Panta
Rei”?
Questo è un album di genere neoclassico, sono dieci
quintetti (quartetto d'archi e pianoforte) che ho registrato lo scorso maggio a
Budapest con alcuni musicisti della Budapest Symphonic Scoring Orchestra. Qui
non c'è niente di elettronico, ma sono un pò ritornato alle mie origini. É
stato emozionante registrare nel magnifico Studio 22, presso la sede della
Radio Nazionale Magiara, su uno stupendo Bosendorfer Imperial!
Sbaglio o ci sono passaggi dedicati ad una persona che
ti è molto vicina?
Tutto l'album ripercorre un pò alcuni momenti della mia
vita e non potevano mancare quelli con Anna. C'è anche la nostra storia e il
primo e l'ultimo brano ne fanno capire bene il senso: da “In The Beginning” fino a “For
A Lifetime”... Anna mi ha dato la motivazione a comporre ed è sempre la
prima che ascolta i miei brani, mi dà suggerimenti e cura “ l’immagine” dei
miei lavori (packaging e grafiche).
Quando poi è arrivato mio figlio Davide, la mia vita è
diventata più completa: fare il papà mi piace molto. Un brano è composto
appositamente per lui e mentre lo registravo ho sentito un nodo salirmi in gola
e a stento sono riuscito a trattenere
l'emozione.
E’ un album facilmente replicabile dal vivo? Hai
pensato a proporlo in quella veste?
Non ti nascondo che ci ho pensato, perché questo lavoro
si presterebbe molto bene a essere suonato dal vivo. Mi piacerebbe, ma è sempre
difficile trovare spazi e sponsor. Spero
di trovare qualcuno che mi proponga un certo numero di date, altrimenti, come
si suol dire, la spesa non varrebbe l'impresa: come ben sai, per affiatare un
gruppo di musicisti ci vogliono un po' di prove... le partiture, comunque, sono
già pronte!
A chi ti sei affidato per art work, produzione e
distribuzione?
Anna ha curato la parte relativa all'immagine del
disco, sono sue infatti le foto che sono state poi utilizzate per la copertina.
L'album è distribuito dalla casa di produzione Soundiva
di Milano che ha co-prodotto il disco insieme a me e, per la prima volta, è in
vendita il CD fisico nel negozio storico della mia città!
Hai programmato anche una sorta di pubblicizzazione
/divulgazione?
Durante la registrazione a Budapest il mio editore ha
ripreso varie tracce video che poi sono state montate e sincronizzate in
editing. Ne sono nati 10 video, uno per ogni brano dell’album, che sono serviti
per pubblicizzare il disco. Ho partecipato anche ad una trasmissione radio
della mia città che trasmette attraverso un canale televisivo: in
quell'occasione ne hanno mandati alcuni. Prossimamente avrò una breve
intervista a Radio Mozart, una web radio.
Sono abituato ai tuoi successi oltreoceano: c’è
qualcosa che bolle in pentola?
Beh, ci ho provato e ho mandato il disco ad un concorso
organizzato dall'Akademia Music Awards di Los Angeles. Qualche giorno fa ho
ricevuto una mail che mi avvisava che “In The Peony Garden” aveva vinto come
miglior album nella categoria “Musica Classica” con questa motivazione:
“Corrado Rossi
delivers a compelling and distinct album with enchanting piano, graceful
strings and flawless arrangements tying all together; each song richly worthy
of mention.”
“Corrado Rossi propone un Album interessante ed
elegante, con un Pianoforte incantevole, archi leggiadri e perfetti
arrangiamenti. Ogni brano è meritevole di menzione.”
Certo vincere fa piacere, ma sapere di essere stati
ascoltati e che qualcuno per il quale sei un perfetto sconosciuto abbia speso
delle parole per la tua musica, dà la carica e la voglia di andare avanti e non
mollare mai!