Fotografia di Stefano Mantello
L’occasione musicale, il 27 agosto, è la
mostra personale dell’artista Alessandro Sala, ma Roberto Tiranti è di casa a Sassello, paese dell’entroterra
savonese in cui è da sempre importante il turismo estivo.
Il concerto a cui ho
assistito, realizzato in collaborazione con il Comune di Sassello e La
Cantina dei Frati, è una replica ravvicinata, temporalmente parlando, per molti
partecipanti, ma gli artisti presenti sul palco hanno una certa dimestichezza
nel muoversi in gruppo, essendo un pool di amici che abbinano l’arte musicale
al divertimento, un binomio che non dovrebbe mai mancare quando la passione è
comune.
E lo spirito appena
descritto si è palesato completamente nella piazzetta che ha ospitato il super
team, una location occupata dall’audience in ogni minimo spazio.
Fotografia catturata in rete
Elenco in ordine
sparso i protagonisti, senza sottolineare il loro spaventoso curriculum, anche
se non sono certo che sia chiara per tutti la loro storia, ma una ricerca su
Google, come ha suggerito De Scalzi, potrà chiarire le idee: Aldo De Scalzi, Roberto Tiranti,
Massimo Ben Trigona,
Luca Cresta, Andrea Maddalone, Lorenzo
Ottonello e Danilo Madonia; ospiti Mauro Culotta e Jenny Costa.
Il tutto coordinato da
un tecnico di lungo corso, Enzo
Albertazzi, anche lui giocatore in casa.
Con le incredibili
pitture di Alessandro Sala a fare da
sfondo al palco gremito, inizia una performance che durerà un paio di ore e che
vedrà proporre, oltre ad alcuni brani del nuovo album di Tiranti, molteplici must di artisti che hanno fatto la storia della musica… vado a memoria: Bee Gees, Stevie Wonder, Alan Parsons,
Louis Armstrong, Queen, Jimi Hendrix e Supertramp.
L’angolo “guest”
permette un excursus sul mondo di Eric Clapton, con gli assoli di Mauro Culotta su “Cocain”.
Particolarmente toccante ed efficace la presenza di Jenny Costa, coreografa della canzone
in LIS, Lingua dei Segni Italiana: la
sua partecipazione attiva, anch’essa documentata nel video a seguire, ha dato
valore aggiunto alla serata.
Il clima è
cameratesco, volutamente “leggero”, e questo permette una discreta interazione
con il pubblico. Se le doti e le competenze musicali dei presenti sono
facilmente documentabili, per alcuni -i partecipanti casuali- può essere stata
una sorpresa trovare due mattatori da palco come De Scalzi e Tiranti, e anche
questo è elemento che fa la differenza.
L’immagine che creano
è quella della situazione soft, dove tutto potrebbe andare bene visto che “si è
in famiglia”, ma l’adattabilità e l’improvvisazione, stati richiesti in questi
casi, evidenziano un’enorme professionalità e talento, fattori che permettono
di giostrare su diversi strumenti, di sintonizzarsi rapidamente sul cambio di
tonalità e di afferrare al volo testi che non si conoscono a memoria e che
necessitano dell’ausilio tecnologico.
A seguire propongo un
medley che ripercorre alcuni momenti della serata e, isolato, un brano di Louis
Armstrong, “What a wonderful word”,
che a detta di De Scalzi ha avuto una riuscita … emozionante: come non essere d’accordo!?
Serata semplice,
aggregante, magica, di “livello”… un connubio tra arte figurativa, musica e
paesaggio, una serata serena, tra suoni e colori, e di questi tempi non si può
proprio chiedere di più!
Medley...
What a worderful world...