Non conoscevo Adolfo Durante e quindi posso solo “registrare” che il suo primo
album solista, Stanza 219, è uscito
nel 2012 e… la biografia ed i dettagli sono elementi disponibili nel sito di
riferimento, indicato a fine post.
Mi focalizzo al
contrario su ciò che ho avuto modo di ascoltare, vedere, percepire, sentire
nell’aria, afferrare nel corso della fruizione di tutto ciò che è legato a Libertà, il disco fresco di rilascio di questo
artista nato a Salerno, ma residente a Mantova: una sorpresa positiva.
Banalizzo chiosando
che il concetto di “libertà”, applicato alla musica attuale, può anche
significare esprimersi in qualsiasi modo lo si voglia, avendo cura di fissare
il tutto su formato digitale per poi contribuire alla riduzione degli spazi
esistenti riempiendo il mondo di dischetti in policarbonato, che ahimè, nessuno
ascolterà mai (Bill Bruford docet). Santa tecnologia!
Anche il progetto di
Adolfo Durante cresce ed evolve grazie a ciò che il nuovo mondo mette a
disposizione, ma il fine mi appare come… libertà
di ricercare la qualità.
Ricostruendo la storia
di “Libertà” ho annotato come l’avvicinamento al momento clou sia stato accompagnato da vari
steps, brani del futuro album proposti come micro movie, storie da raccontare,
momenti da commentare lasciandosi coinvolgere.
Niente è lasciato al
caso, tutto appare creato con estrema professionalità, e la singola clip risulta
come rappresentativa della bontà del lavoro totale, un brand che fa presupporre
che qualunque cosa arriverà successivamente sarà sotto il segno
dell’eccellenza.
Io non ho vissuto
questo tipo di approccio, avendo ricevuto il contenitore nella sua interezza,
ma mi sono divertito a camminare a ritroso per poi ripercorrere la strada nel
corretto verso temporale e ho trovato le conferme che cercavo.
Il disco è quindi la
ovvia prosecuzione dell’antipasto musicale, e occorre a questo punto
evidenziare in modo oggettivo tutti gli attori, partendo da musicisti importantissimi: Andrea
Zuppini (chitarra), Gabriele
Evangelista (contrabbasso), Bernardo
Guerra (batteria), Francesco Bruni
e Ferdinando Olivieri(chitarre), Natty Fred (corista), Lorenzo Forti (basso elettrico) e Pasquale Rimolo (fisarmonica). Sarà
facile trovare in rete le importanti collaborazioni che arricchiscono il
curriculum di questi virtuosi dello strumento.
Per realizzare il suo
sogno Adolfo Durante si avvale delle
liriche e della sensibilità di Sandra von Borries, affidando poi la produzione e gli arrangiamenti a Enrico Andreini.
Otto tracce tra cui è
inserita una chicca, Per quanto bella sei,
composta da Andrea Zuppini, che
mette in musica un testo di Oscar
Avogadro, mancato da alcuni anni ma indimenticato autore di brani
evergreen.
Tutto questo ben di
Dio è a disposizione di Adolfo Durante, dotato di una voce incredibile, forse
unica nel suo facile e naturale passaggio tra i generi, con una modulazione che
niente ha a che vedere con il puro esercizio o la prova di abilità, situazioni
che spesso attraggono l’artista di talento, ma il cambio di frequenza avviene
in funzione del topic che via via si propone.
Impossibile collocare
la proposta in una delle tante etichette riconosciute, perché Libertà
appare un album trasversale, dove il jazz si mischia all’etnia, la
melodia sposa il rock, le trame classiche si impregnano di folk e i sentimenti
viaggiano su atmosfere rarefatte. E’ questa è l’esperienza del passato, fatta
di “musica nostra” e contaminazione multipla, di strada e studio.
E nasce così un album
concettuale, anche se il focus musicale è di tipo cantautorale e non certo
progressivo, contenitore in cui hanno sempre prolificato i concept.
La liason tra i vari
momenti è quindi la libertà… eccoli elencati:
Battiluscio, Forse, Il
funambolo, Irraggiungibile, Libertà, Luna gitana, Per quanto bella sei e
Pioggia leggera.
Appoggi la puntina sul
primo solco e… inizia la magia.
Le liriche di Sandra von Borries - e quella di Avogadro - si reggono da sole, sono concetti, poesie,
immagini, dipinti, cuore e sostanza che guadagnano assoluta dignità nel momento
in cui passano da testa a carta. Ma la completezza, la cornice, il matrimonio,
arriva quando la musica, certa musica, interviene a fornire le giuste
proporzioni e le parole camminano più veloci, e se si assimila il tutto con
sufficiente sensibilità - e umiltà - troveremo che… “ … ah, è vero, è proprio così, lo
avevo in testa da sempre ma non mi usciva fuori!”.
Questa possibilità di interazione mi pare elemento insostituibile, ma non alla portata di
chiunque, perché non basta mettersi a tavolino per pianificare la perfezione,
ma occorre molto di più, probabilmente un mix di talento e professionalità
conditi dalla piena coscienza della realtà che ci circonda.
Adolfo Durante riesce
in tutto questo, emozionando ad ogni giro d’angolo, raccontando il quotidiano
attraverso metafore e piena realtà, descrivendo il suo concetto di “libertà”,
uno stato che spesso pensiamo di possedere, governare e gestire, pur sapendo
che i buoni propositi e l’onestà non sono sufficienti a spezzare le catene che
qualcuno ci ha delicatamente messo, spesso con il nostro aiuto.
Libertà potrebbe anche essere realizzare il disco che si ha dentro
da tanto tempo, da costruire con il team e le modalità desiderate, magari senza
avere in testa il chiodo fisso della visibilità ad ogni costo, ma privilegiare
il racconto personale, disegnato con trasporto e trasparenza: Adolfo Durante
riesce a mio giudizio nell’intento, e a questo punto mi auguro che la cura
degli aspetti meno artistici - ma necessari
per ottenere il giusto spazio - sia egualmente efficace, perché un disco
di questa portata, nonostante le convinzioni generiche di Bill Bruford (“Autobiografia
alla batteria”) la sua collocazione la troverà… la deve trovare.
POST RECENSIONE
Casualmente ho scritto queste poche righe in un giorno in cui
la parola “libertà” è chiara a tutti o, meglio ancora, è palese la sua
negazione. Da poche ore infatti è avvenuto l’attentato al Charlie Hebdo, fatto
di cui mi sono “accorto” solo nel tardo pomeriggio. Bando alla retorica, mi
preme dire che ognuno da per quello che può, e il contributo di Adolfo, Sandra,
Enrico ed il Dream Team al completo, in questo triste giorno, mi appare ancora
più concreto di quello che avrebbe dovuto essere.