“L’impatto”
è l’ultimo
album di
Quarzomadera, un duo/trio la cui storia è sintetizzata a fine post. Il
gioco di parole “duo/trio”, testimonia la presenza dello zoccolo duro formato
da Davide Sar e Tony Centorrino, a cui si unisce come ospite fissa Simona
Pozzi - ora anche in studio -, in
qualità di corista.
Estremamente complicato descrivere la loro proposta, fatta di un rock
che attraversa vari decenni, caratterizzato da una voce fuori dai canoni
tradizionali, quella di Davide Sar.
Ho faticato un po’ nel metabolizzare la loro musica, che non
conoscevo prima de “L’impatto”. Non
sono riuscito ad afferrarne e a capirne l’originalità sino a che il CD ha
raggiunto il terzo giro.
La contaminazione derivante dagli ascolti pregressi impedisce
spesso di costruire un reale prodotto nuovo… è fatto naturale, spesso inconscio
e comunque apprezzabile. Ma quando dal cilindro saltano fuori brani come “La
Ballata dei pregiudizi” (http://www.youtube.com/watch?v=6ZsqWoEpwTs)
e “Incanto”,
tanto per citarne due che amo particolarmente, bisogna prestare orecchio e
approfondire, ovvero riascoltare alla scoperta dei dettagli. E in questa mia
ricerca trova giustificazione l’affermazione precedente, quel “fatta di un rock che attraversa vari decenni”
che trova perfetta sintesi nel brano “Spore”, dove ad un inizio alla Depeche Mode fa seguito una trama forse
sconosciuta alla stessa band, quella che riporta ai The Who di fine anni
’60.
Testi intimistici e art work futuristica completano un album
davvero godibile.
Sottolineo anche la bellezza dei due brani disponibili in rete, e la
forma di espressione video pare si addica particolarmente alle esigenza di Quarzomadera.
Album da condividere selvaggiamente.
L’INTERVISTA
Avete alle spalle oltre dieci anni di attività. Riuscite a sintetizzare
la vostra storia artistica dal duemila ad oggi?
Nonostante la lunga attività la formazione si è
stabilizzata da poco tempo, riuscendo comunque a mantenere inalterate le
proprie coordinate musicali di base e contemporaneamente a crescere e ad
evolversi. Da “Lunica”, il primo ep autoprodotto, passando per gli album
“Cardio & Psiche”, “Orbite” ed il nuovo dal titolo “L’impatto”, c’è stata
una costante voglia di misurarci con noi stessi e con l’ascoltatore, cercando
di introdurre ogni qualvolta delle novità: nell’ultimo, ad esempio, c’è un uso
maggiore di elettronica e tastiere che, uniti alla consueta impronta
chitarristica, crediamo possano dare ulteriori nuovi stimoli all’ascolto per
chi già ci segue e un’immagine ancor più completa su quanto proponiamo per chi
ancora non ci conosce.
La vostra biografia descrive un duo come zoccolo duro della band. Qual è
il motivo di una formazione così ristretta?
Siamo un duo con l’aggiunta di un’ospite fissa ai cori dal
vivo e, in occasione del nuovo album, anche in studio: con questa line-up
abbiamo maggiore controllo su ciò che facciamo sotto tutti gli aspetti, in fase
compositiva, nei live (sia grandi che piccoli) e anche gli spostamenti sono più
pratici e veloci. Fino a poco tempo fa avevamo problemi nel reperire un
bassista e un tastierista di ruolo, così abbiamo deciso di programmare noi
stessi basso e tastiere sul synth, utilizzandone le basi sia in studio che dal
vivo. Dopo un po’ di pratica sui sequencer, ci siamo trovati benissimo con
questo metodo e non sentiamo per ora l’esigenza di tornare indietro.
Come sono organizzati i vostri set live? Amate l’interazione col
pubblico?
Indipendentemente dal tipo di luogo dove suoniamo ci esibiamo
in trio, con Davide alla voce/chitarra e sintetizzatore programmato, Tony alla
batteria/percussioni e Simona ai cori (salvo poi avere qualche ospite nelle
occasioni più importanti): come spesso accade, nei live scaturisce un vigore
musicale differente rispetto allo studio ed essendo sempre nostra intenzione
suonare essenzialmente per chi viene a sentirci più che per noi stessi, è
automatico cercare di catturare l’attenzione del pubblico sia visivamente che
verbalmente, per un maggiore coinvolgimento e una migliore partecipazione.
Ascoltando il vostro album, L’impatto, si percepiscono influenze differenti. Non amo
molto le etichette, ma sono utili per fornire spiegazioni al curioso. Come
definireste la vostra musica?
Una miscela compatta di varie correnti del rock, con
cantato in italiano e una decisa attitudine alla psichedelia. La nostra sfida è
quella di essere il più originali possibile mantenendo uno stile facilmente
riconoscibile: anche noi non amiamo molto le definizioni, crediamo comunque che
“indie-rock-psichedelia” sia la più calzante.
Se doveste dare un peso ai due componenti, lirica e musica, che valore
ponderale dareste ad entrambi, in relazione al vostro modo di comporre?
E’ innegabile che, essendo musicisti, in fase di
composizione la musica prenda forma prima delle parole: ciò avviene nella
maggior parte dei casi, ma non è una regola. A volte abbiamo in mente uno
slogan o una frase per noi particolarmente comunicativa che diventa la parte
centrale di una strofa o di un inciso da dove partire per svolgere il brano, se
non addirittura un titolo che ci ispiri poi un tema musicale sul quale
ricamarci sopra il testo. Questo per dire che riteniamo i due aspetti
decisamente legati l’uno all’altro, salvo poi esprimerci, quando crediamo sia
necessario, con dei brani parzialmente o interamente strumentali (come
l’intermezzo della traccia 8 su quest’album o il lungo raga del precedente).
Cosa pensate dell’attuale situazione della musica e delle opportunità (e
degli svantaggi) derivanti da internet?
Sappiamo tutti che il mondo della musica non sta
attraversando un momento particolarmente felice per diversi motivi: c’è la
crisi commerciale del settore discografico e spesso anche le proposte musicali
sono un po’ lontane dagli standard artistici del passato. Per fare fronte a
questa situazione crediamo ci voglia maggiore collaborazione e partecipazione
da parte di tutti, dai musicisti agli addetti ai lavori, non cercando quindi di
fare gara a sé, ma piuttosto di unirsi nell’intento di incuriosire e riavvicinare
i non musicisti alla mondo della musica. Per questa ragione riteniamo internet
uno strumento utilissimo allo scopo, purché sia usato con intelligenza e
professionalità, altrimenti può anche sortire gli effetti opposti.
Cosa avete pianificato per il vostro immediato futuro artistico?
Il desiderio è sempre quello di fare più live che
possiamo, contando magari anche su piccoli aiuti dall’esterno: inoltre vorremmo
fare altri videoclip di brani estratti dall’album nuovo per una sempre maggior
diffusione, in rete e non, della nostra attività musicale, anche in prospettiva
di un eventuale (ce lo auguriamo) seguito di “L’impatto”.
BIOGRAFIA
Quarzomadera è una band nata a Monza nel 2000 dalle esperienze
raccolte nei gruppi locali e con alle spalle diversi concerti. Nel 2003 viene
stampato in poche copie il mini-cd Lunica.
Nel 2006 con molta soddisfazione esce l'album Cardio & Psiche
(Videoradio/Linea Alternativa), lanciato dalle riviste musicali nazionali con
lo spot La miscela di rock italiano e
psichedelia e accompagnato dal videoclip del brano Inverno
(già contenuto nell'EP precedente).
A fine 2009 viene pubblicato Orbite, secondo disco del gruppo
dove il pop e il rock melodico fanno l'occhiolino alla psichedelia. Pubblicato nuovamente
dalla Videoradio di Beppe Aleo, vede come musicisti ospiti Luca Urbani (Soerba, Zerouno), Stefano Floriello (Rapsodia) e David Flores. Da Orbite vengono estratti i
singoli "Agrodolce" e "TV ipnosi" con relativi video.
I Quarzomadera sono:
Davide Sar: voce, chitarre e programming
Tony
Centorrino: la
batteria
I brani possono essere ascoltati interamente in streaming su Deezer.com. Il cd è acquistabile (oltre
che online e a richiesta nei negozi)
direttamente dai Quarzomadera durante i loro concerti.
Info: