mercoledì 31 marzo 2010

Intervista a Alfio Vitanza


L’intervista che propongo oggi ha per me un sapore particolare perché, come spiego in una delle domande, il primissimo gruppo visto dal vivo, quando ero poco più che un bambino, fu quello dei Latte e Miele, e di quel trio mi rimase impresso Alfio Vitanza, prima ancora che iniziasse a suonare. Non sapevo chi fossero ma emergeva l’esagerata giovinezza di quel batterista occhialuto, dai lunghi capelli, e in qualche modo il messaggio che mi arrivava era del tipo ”… se lui è sul palco, ed è poco più grande di me, significa che potrei esserci anche io..”
Una specie di alimentazione delle illusioni, che a sedici anni sono solo un peccato veniale.
Avere oggi la possibilità di interloquire con lui, è un privilegio che mi gratifica, e ringrazio Alfio per il tempo dedicatomi.

Era il 30 maggio del 1972 quando ottenevo il permesso di vedere il mio primo concerto, pomeridiano, all’Alcione di Genova. L’obiettivo erano i Van Der Graaf, ma posso dire che il mio battesimo con la musica dal vivo avvenne con i Latte e Miele, il gruppo “spalla”. Che ricordi hai di quei giorni? 
E' passato tanto tempo da allora, e i ricordi sono molto offuscati, ma devo dire che allora non avevamo paura di niente e nessuno, avevamo un'energia che ci faceva fare cose incredibili, e nonostante non avessimo una lira in tasca, la musica ci faceva fremere ogni attimo della giornata e anche suonare accanto ai Van Der Graaf fu una passeggiata. Non so esattamente quanto durò il tour, ma di sicuro ricordo che avevamo stretto una bella amicizia con loro.

Una delle caratteristiche della musica prog è il concept album. Perché utilizzaste il tema religioso? Da dove nacque l’ispirazione ? 
Tutto partì da un'idea di Oliviero di rifare la Passium Secundum Matteum di Bach, da lì la successiva decisione della casa discografica di farne una composta da noi. Il testo lo prendemmo dai Vangeli e non fu una scelta religiosa, ma pensammo che la storia fosse così bella da raccontare ai nostri coetanei indipendentemente dal fatto che potesse essere cattolica o no. Era solo una bella storia di duemila anni fa che è ancora attuale oggi.

Ho sempre sostenuto che il Prog, la musica che più amo, non potesse durare a lungo per una certa complessità contraria al “facile ascolto” di cui pare la maggior parte del mondo abbia bisogno. Perché , secondo te, il Prog nel tempo si è ritagliato solo uno spazio di nicchia? 
Proprio perché è una musica che dura nel tempo; come tutte le cose importanti non ha un grosso seguito, è come la musica classica o la grande pittura. Il Prog è rivolto ad un pubblico intelligente, a persone che hanno il tempo di sentire un album e capirne il contenuto, e magari riascoltarlo dopo venti anni e riscoprirlo ancora interessante. Pensa che a novembre dell'anno scorso siamo stati a suonare in Corea e precisamente a Seul. Abbiamo fatto dei concerti da duemila persone con teatri esauriti mesi prima, e tutto con dischi che abbiamo fatto trentacinque anni fa ... questa è la potenza del Prog.

Mi racconti un episodio significativo, positivo o negativo, che ha caratterizzato la tua storia musicale? 
Non saprei cosa risponderti, tutte le mie esperienze musicali sia negative che positive hanno comunque arricchito il mio bagaglio musicale, e sia con i New Trolls che con altri artisti con cui ho collaborato sono riuscito a trarne sempre momenti di grande intensità.

Esiste un musicista che ti ha influenzato e a cui ti sei ispirato? 
Vedi, noi abbiamo vissuto un momento storico musicale molto intenso; sono partito con i Beatles, per passare a Hendrix, ai Led Zeppelin, i Deep Purple, fino ad arrivare a Zappa al jazz e poi dai Police a Gino Vannelli, insomma le influenze bussavano alla porta tutti i giorni e onestamente le nostre orecchie erano eccitate continuamente da nuovi suoni e da nuovi modi di suonare, per cui non avevo particolari amori o influenze.

Ho letto che nel 2008 avete tenuto concerti all’estero, da oriente a occidente.

Quale paese in particolare ha dimostrato particolare entusiasmo? 
La Corea del Sud, come ho già evidenziato in una precedente domanda.

Hai qualche rimpianto per un treno che ti è passato accanto e non hai avuto il coraggio o la voglia di afferrare? 
No, nessun rimpianto, anzi devo dire che il buon Dio mi ha sempre messo sul treno giusto al momento giusto.

Che cosa ami e che cosa non apprezzi di quella che su Rock Map è definita “Scuola Genovese”?
La scuola genovese è sicuramente stata molto importante, ma direi soprattutto per merito dei cantautori degli anni 60/70. Per il resto tutte le scuole italiane hanno dato molti frutti gustosi, basti pensare alla scuola musicale napoletana a quella milanese, anche il prog romano; la scuola genovese ha certamente dato molto, ma non dimentichiamo anche le produzioni liguri così dette Easy, tipo Ricchi e Poveri, Matia Bazar e per un periodo gli stessi Trolls, certamente divertenti, ma non sicuramente impegnate musicalmente.

So per esperienza cosa sia il vivere in simbiosi con uno strumento musicale, anche quando non lo si utilizza. Qual è il tuo rapporto con la batteria? 
Io ho un buon rapporto con il mio strumento, anche se ti devo dire che non ho mai avuto manie didattiche come oggi fanno molti miei colleghi che passano ore e ore al giorno a studiare; ho sempre vissuto la musica come suono globale, cioè non ho mai pensato alla batteria come prolungamento della mia anima, ma solo come espressione personale, la batteria è stata un tramite per esprimermi, ma il mezzo potrebbe essere stato qualunque altro strumento.

Cosa dobbiamo aspettarci, prossimamente, da Alfio Vitanza e dai Latte e Miele? 
Intanto è uscito il nuovo CD, Marco Polo, per il quale abbiamo già avuto dei commenti e dei feedback molto entusiasmanti da più parti del mondo. Ma come dicevo prima sono cose che sanno solo gli appassionati di Prog, l'ascoltatore medio non ha la possibilità di saperlo perché di questo tipo di musica se ne occupano solamente i giornali specializzati o le rubriche web o blog tipo il tuo. Abbiamo avuto il piacere di fare interviste con importanti giornali Giapponesi Coreani, svedesi Francesi e perfino Russi, tutti articoli con foto e bellissime recensioni. Dovrebbe prendere forma anche un Musical del Marco Polo del quale è già pronta la sceneggiatura, ma in questo caso noi saremo solo gli autori della musica, ma non presenti sul palco. Spero di poter fare qualche concerto in Italia, sono convinto che molte persone sarebbero felici di ascoltarci dal vivo, soprattutto i giovani che hanno ascoltato i nostri dischi, ma non ci conoscono come gruppo live. Speriamo...


Biografia (da italianprog)

Tra i gruppi genovesi, i Latte e Miele sono stati tra quelli con le più forti influenze classiche.

Il gruppo era stato formato nel 1971 dal chitarrista Dellacasa, che aveva collaborato con i Giganti nel loro Terra in bocca, e il batterista Vitanza aveva appena 16 anni. Un trio tastieristico, nello stile di Emerson Lake & Palmer o Le Orme, il loro primo album è stato Passio secundum Mattheum nel 1972, con musica ispirata da Bach e testi basati sul Vangelo. Un'opera ambiziosa, con bei momenti ma leggermente monotona a tratti.

I componenti del gruppo erano tecnicamente dotati, ma la formula tastiere/basso/batteria era ripetitiva e unita ad una voce melodica con un risultato non completamente convincente.

Un secondo album, Papillon, uscì un anno dopo, in uno stile simile, ma con una produzione molto migliore. L'album contiene due brani che occupano un'intera facciata ciascuno, con la beethoveniana Patetica su gran parte della seconda facciata che costituisce un ottimo esempio del loro stile. Venne anche registrata una versione inglese del disco, che però è stata pubblicata solo nel 1992 in CD.

Il gruppo fece anche diversi concerti, suonando di spalla ai Van der Graaf Generator in uno dei loro tour italiani. Una buona registrazione live del 1974 è stata pubblicata dalla Mellow sul CD Latte e Miele Live.

Dopo un paio di singoli nel 1974, l'ultimo dei quali melodico e di livello inferiore agli LP, il gruppo si sciolse, e venne riformato nel 1976 dal batterista Vitanza con tre nuovi componenti.

La nuova formazione registrò un album per la Magma, Aquile e scoiattoli, molto buono, forse il loro album migliore e più originale, contenente un rifacimento di Beethoven in Opera 21 e la bellaPavana, lunga suite di oltre 23 minuti, uscita in estratto anche su 45 giri (ma curiosamente su etichetta Grog).

Il gruppo continuò a suonare fino all'inizio degli anni '80 con un suono sempre più commerciale, ma i 45 giri non hanno avuto un successo particolare. L'ultimo nel 1980, Ritagli di luce, li portò addirittura al Festival di Sanremo. La formazione comprese nell'ultimo periodo il bassista Dario Carlevaro ed il batterista Enzo Barbieri.

Un album registrato nel 1979 non è mai uscito, ed è stato pubblicato in CD dalla Mellow nel 1992. Intitolato Vampyrs, e suonato dal trio Gori/Poltini/Vitanza, è prevalentemente pop-rock e non regge il confronto con le produzioni precedenti.

Il batterista Alfio Vitanza ha collaborato con Vittorio De Scalzi in una delle varie formazioni dei New Trolls alla fine degli anni '90, e suona tuttora con la recente reincarnazione dei New Trolls guidata da De Scalzi e chiamata La Storia dei New Trolls. Nelle sue intenzioni c'è l'idea di riformare il trio originale dei Latte e Miele per un nuovo CD.

Un singolo commerciale uscito per la Grog nel 1976 e attribuito agli LM Special, nascondeva in realtà proprio i Latte e Miele.

I Latte e Miele sono tornati insieme nel 2008 per una serie di concerti come quartetto, con i componenti originari Oliviero Lacagnina, Marcello Dellacasa ed Alfio Vitanza, e Massimo Gori, che aveva suonato nella seconda formazione. Da uno di questi concerti, tenuto in Canada, è stato tratto un bel CD dal vivo intitolato Live tasting.

Un nuovo album in studio per la rinata formazione è uscito nel 2009, con il titolo Marco Polo - Sogni e viaggi.