Sono
particolarmente contento di proseguire il mio racconto Prog con
un gruppo italiano.
Lo
sento quasi come un obbligo, dal momento che Joe Vescovi, mente dei Trip,
è di Savona.
A
me i Trip piacevano tantissimo, e la loro musica era qualcosa che riconduceva
agli ELP, grazie alla tipica formazione, tastiere, basso batteria (almeno
per un certo periodo).
Da
segnalare che nella primissima formazione dei Trip (senza Vescovi) militò il
futuro chitarrista dei Deep Purple, vale a dire Ritchie
Blackmore.
Propongo
ora alcune "immagini "che ho già fornito (senza la soddisfazione di vederle
pubblicate) su un sito di un fan, aneddoti che rappresentano i miei ricordi di
inizio anni 70.
Nella
mia città c’era un esponente autorevole, Joe Vescovi, di cui ho tre
immagini distinte.
La prima riguarda la sua partecipazione ad alcune prove di
un gruppo che a quei tempi seguivo quotidianamente, il cui nome era “Il
Sigillo di Horus”.
Lui era stato invitato (non so tramite quali conoscenze) per dare un parere da esperto.
Tra noi ragazzi (un po’ più giovani) si era sparsa la voce di questo arrivo e c’era una certa eccitazione.
Lui era stato invitato (non so tramite quali conoscenze) per dare un parere da esperto.
Tra noi ragazzi (un po’ più giovani) si era sparsa la voce di questo arrivo e c’era una certa eccitazione.
Ricordo
che alla fine del pezzo presentato, ascoltato in religioso silenzio, lui
sentenziò qualcosa del tipo: ”Questo non e’ adatto, ci vuole qualcosa di più
orecchiabile, di più commerciale!”
La seconda immagine e’ relativa ad un festival che si svolse a Cisano sul Neva (72 o 73), dove i Trip provavano in quel periodo.
Ricordo
solo la presenza di Bennato, arrivato in autostop, e i Trip che si
esibivano.
La terza immagine riguarda un pomeriggio passato nel centro città, a Savona, e precisamente in via Pia, luogo antico per eccellenza.
La terza immagine riguarda un pomeriggio passato nel centro città, a Savona, e precisamente in via Pia, luogo antico per eccellenza.
Lui
camminava, con quei lunghi capelli biondi alla Wakeman, la
barba da asceta, e con la postura e la figura simile ad un Gesù Cristo che
cammina sulle acque.
Tutti noi ammalati di musica e di immagini associate, ci toccavamo un braccio e sottovoce dicevamo:”Hai visto chi c’e’ là?” … e lui si muoveva conscio dell’alone di mistero di cui era circondato.
Tutti noi ammalati di musica e di immagini associate, ci toccavamo un braccio e sottovoce dicevamo:”Hai visto chi c’e’ là?” … e lui si muoveva conscio dell’alone di mistero di cui era circondato.
La
primissima formazione dei Trip risale al 1967 ed è tutta inglese. I suoi membri
sono Arvid Andersen (bassista), Jan
Broad (batterista), William Gray (chitarrista) Ritchie
Blackmore (chitarrista), che subito dopo questa brevissima esperienza
andrà a fondare quel mostro sacro del rock che ha nome Deep Purple.
Anche
se questa formazione non ha avuto lunga vita e non ha lasciato alcuna
"testimonianza scritta" (come 45 giri o bootlegs) è importante perché
ha al suo interno Arvid Andersen (che negli ambienti del blues londinese di
metà '60 ha già suonato con membri degli Yardbirds e dei
futuri Led Zeppelin), il quale rimarrà nel gruppo fino al '73
(scioglimento ufficiale dei Trip).
Inoltre,
scorrendo l' esiguo materiale inerente questi Trip "embrionali", si
riscontrano tutte quelle velleità che accompagneranno il gruppo: un' attitudine
"underground" estrema ed una ricca e peculiare ricerca di sonorità
uniche ed irripetibili .
Nel
'69 avviene
la defezione di Blackmore e Broad, i "nuovi acquisti" della band sono Joe
Vescovi (tastierista) ed il ventiduenne Pino Sinnone (all'
epoca percussionista da soli tre anni); grazie a questa felice contaminazione
di elementi italiani con altri inglesi si incomincia ad intravedere l' ossatura
storica della band.
Con
la firma del contratto (1970) con la RCA, il gruppo comincia a cogliere i primi
(timidi) successi, rafforzati dalla partecipazione nel film "Terzo
canale avventura a Montecarlo", dove i Trip interpretano loro stessi
sullo sfondo di un' improbabile trama farsesca, ricca di scenette a dir poco
agghiaccianti....
La
casa cinematografica decide che per i membri della band non è prevista alcuna
retribuzione, in ragione di ciò Vescovi tronca ogni rapporto con essa: il
progetto che vuole i TRIP protagonisti di altre pellicole è sfumato per sempre.
Comunque
sia questo film rimane (ovviamente) un "must" per i fans
del gruppo di ogni generazione e si fa apprezzare per la sua iconografia di
marcato stampo hippie.
E'
dello stesso anno il 45 giri "Bolero Rock" e l' LP "The
Trip-Musica Impressionistica".
Nel
1971 David Gray e Pino Sinnone dopo l' uscita dell' album "Caronte" decidono
di abbandonare la band (che in Italia ha pochissimo seguito, così come in
Inghilterra).
La
sezione ritmica, l' anno successivo, viene quindi affidata al giovanissimo Furio
Chirico (che dopo la parentesi con i Trip andrà a fondare un' altra
prog band, ovvero Arti e Mestieri).
Sinnone,
per sua scelta, appenderà le bacchette al chiodo per oltre trent' anni, per poi
riprenderle seguendo un altro progetto, ovvero la Gualtiero Accornero
Blues Band.
Nel
'72 i tempi sono maturi per l' uscita di un nuovo LP (lo storico
"Atlantide"). Con una formazione a tre in chiaro stampo Classic Prog,
i Trip si impongono agli occhi della critica come drastica risposta
"underground" a formazioni più blasonate quali Emerson, Lake
& Palmer, Le Orme e Atomic Rooster .
Su
tutte spicca l' istrionica figura di Joe Vescovi, che si pone al
centro dell' attenzione come virtuoso delle tastiere in grado di
rivaleggiare con grossi nomi del calibro di Keith Emerson, Dave
Greenslade e Rick Wakeman.
Sono
di questo periodo le prime soddisfazioni legate ad un discreto successo di
pubblico.
Nel
1973 esce sul mercato quello che sarà l' ultimo lavoro dei Trip, ovvero "Time
of Change". Mai titolo per un album fu così profetico: la band cambia
etichetta (la fallimentare Trident Music), il successo consolidato con
Atlantide non riesce a perpetuarsi ed inoltre Furio Chirico (che grazie al suo
talento suscita gli appetiti musicali di molti musicisti) decide di dedicarsi
ad altri progetti.
L'
anno successivo (1974) i membri "sopravvissuti" si rivolgono a Nunzio
Favia (batterista). Ma questo nuovo terzetto ha vita breve, sembrano
essersi spente le idee nella fucina creativa dei Trip; dopo pochi mesi la band
si scioglie, Vescovi si unisce dapprima agli Acqua Fragile e
poi ai Dik Dik (dove lo seguirà anche Favia).
Arvid
Andersen torna in terra di Albione per dedicarsi a progetti personali, poi si
trasferisce in pianta stabile in Svizzera, dove tutt' ora risiede, dedicandosi,
fra l' altro, all' hobby dell' archeologia.
L'
attività musicale di Joe Vescovi dura tutt' oggi negli ambienti del pop-rock .
Discografia dal 1970 al 73
(The Trip, Caronte, Atlantide,
Time of Change) .
1 commento:
In passato sicuramente I Trip sono stati uno dei gruppi che ho seguito con più interesse.A contribuire a questo interesse l'esclusiva novità di una band italo-inglese...la presenza agli esordi di un grande chitarrista come Ritchie Blackmore e non ultima la musica,i capolavori degni del miglior "progressive"..come i due concept album,Caronte e Atlantide...ed è proprioo con Caronte che i Trip sbalordiscono critici e pubblico...La chitarra di Billy Gray..le tastiere di Vescovi
ricordano i "Nice" di America in un composto elaborato,che spazia dal rock melodico a deliziosi spunti sinfonici .Con l'album successivo, Atlantide. i Trip perdono Billy Gray e Vescovi rimane la mente illuminata del gruppo .Qualche critica di esterofilia ne limitò il successo in italia..ma allo stesso tempo per molti questo fu motivo di gran interesse.
Posta un commento