A QUIET TOWN
Racconto di Marco Grieco utilizzato
nel nuovo album di
The Samurai of Prog
IL DELITTO
Un giovane detective parte in auto da Tallahassee,
dirigendosi verso un paese vicino nella contea di Gadsden, Florida. Una vecchia
amica, che ha conosciuto al catechismo da bambini, lo ha chiamato in fretta e
furia. Lei e un testimone hanno informazioni cruciali su una brutta faccenda e
vogliono incontrarlo nella chiesa del Redentore dopo la messa delle 11.
Il viaggio è stato un incubo a causa dei lavori stradali, ma
il detective arriva appena in tempo prima delle 12. Sorprendentemente, il
sagrato è deserto, e l'amica non risponde al cellulare. Il detective, mostrando
il suo tesserino di polizia, convince il sacerdote a lasciarlo entrare.
All'interno, la chiesa sembra vuota, ma una mano femminile
fuoriesce dal confessionale. Scopre il corpo senza vita della sua amica, uccisa
con evidenti segni di strangolamento. Nella sua mano stringe un pezzetto di
legno con la scritta "I.N.R.I." staccato da una piccola croce lignea
sulla parete.
Nonostante la triste scena, ciò che colpisce maggiormente è il sorriso fuori posto sul volto dell'amica, un sorriso che nasconde sicuramente un messaggio, ma quale? Il detective è determinato a scoprire la verità dietro questo misterioso delitto nella chiesa del Redentore.
GLI INTERROGATORI
IL SACERDOTE
Scosso e incredulo, il sacerdote non smette di ripetere che
dopo la messa si era ritirato in sacrestia per spogliarsi dai paramenti sacri
ed era tornato in chiesa soltanto per chiudere il portone di accesso al luogo
sacro. La conosceva. Era considerata da tutti una poco di buono ma lui aveva
fatto di tutto per invogliarla ad incontrare Dio. Forse per questo, di tanto in
tanto andava a messa, come quella mattina.
Dal tremore delle mani si intuisce facilmente quanto il
povero uomo di chiesa sia ancora visibilmente scosso dall'accaduto Quante volte
aveva provato a portarla sulla retta via, anche discutendo con lei con
veemenza, ma lei aveva sempre voluto fare di testa sua. Povera pecorella
smarrita! Più volte l'aveva vista in compagnia di un uomo d'affari molto
conosciuto in paese che anche quella mattina era presente alla messa ed era
seduto in chiesa proprio di fianco a lei.
L'UOMO D'AFFARI
Si tratta di uno stimato uomo d'affari, un ingegnere agrario che dalla città viene spesso in paese per monitorare il corretto andamento del lavoro nelle coltivazioni delle fabbriche di saponi aromatici che controlla e che danno lavoro a tante persone che vivono in paese. Un uomo gracile, delicato e dai modi gentili. Alla fine, in lacrime, confessa di conoscere la donna e, a modo suo, di amarla. Infatti, lei era la donna con la quale si accompagnava ogni volta che era in paese e che, da quando il Sindaco del paese aveva imposto la linea dura contro la prostituzione, era l'unica che aveva coninuato a lavorare come escort rifiutandosi di accettare le proposte di lavoro fatte alle sue compagne. Durante uno dei loro incontri gli aveva anche confidato che lo stesso Sindaco era stato, in passato, più volte un suo cliente all'insaputa di sua moglie, della sua famiglia e dei suoi elettori e che lei aveva minacciato il Sindaco che, se fosse stata ulteriormente ostacolata nel fare il suo "lavoro", avrebbe pensato seriamente di raccontare tutto ai giornalisti e far pubblicare delle foto imbarazzanti risalenti ai loro incontri. Infine, l'uomo d'affari, pur mostrandosi affranto per la perdita della donna che diceva di amare, supplica di non far sapere nulla a sua moglie di questi suoi ripetuti incontri... potrebbe essere un problema: la proprietaria di tutte le aziende che lui amministra, è lei!
IL SINDACO
Il Sindaco dichiara che quella donna in fondo non aveva avuto
altro che cio' che si meritava! Era solo una bugiarda ricattatrice, una mosca
bianca che non faceva la prostituta per necessità, come le altre sue compagne,
ma per suo interesse personale nel rovinare le famiglie, le vite che uomini
integerrimi si erano costruiti con fatica e sudore, ricattandoli dopo averli
sedotti. Infatti, era l'unica rimasta a fare quel "lavoro" in paese.
Tutte le sue colleghe ora non si prostituiscono più e fanno volontariato nel
Centro Sociale Comunale di Aiuto alle Famiglie. Sostiene infatti che la donna
estorceva denaro a diversi clienti illustri con cui andava a letto,
minacciandoli di rendere di dominio pubblico i loro presunti incontri
clandestini. Le sue farneticazioni erano talmente campate in aria che, tra
questi, aveva persino avuto il coraggio di tentare di infangare il buon nome del
medico del paese, uno stimato internista, orgoglio di tutti i compaesani,
accusandolo di aver tentato di abusare di lei. Pazzesco! Figuriamoci quanto
potesse essere credibile una qualsiasi sua accusa. Il Sindaco si infervora e la
sua corporatura imponente e muscolosa sembra gonfiarsi a dismisura. Si alza
dalla sedia stagliandosi in tutta la sua statura. La copiosa sudorazione gli
macchia la camicia. La politica, dice, ha il dovere di dare il buon esempio e
di essere limpida e condannare qualsiasi stortura del vivere civile. Sembra nel
pieno di un comizio. Prostitute, gay, stranieri, senzatetto, zingari,
vagabondi, atei e comunisti... sono la feccia dell'umanità, ed è soltanto
grazie al buon Dio e alla politica intransigente del Sindaco, se il paese puo'
essere orgoglioso di esserne privo!
IL MEDICO
Il professionista è sorridente. Ostenta una serenità ed una sicurezza contagiose. Senza mai dismettere il sorriso, dichiara di sapere chi fosse quella donna e di quanta cattiveria avesse avuto la forza di scagliargli contro. Il motivo? La donna, giunta nel suo studio, pretendeva che il medico le prescrivesse dei farmaci con effetti allucinogeni da sovradosaggio certificando un quadro clinico della paziente completamente falso. Figuriamoci! A lui che era soltanto un semplice internista. Il sorriso si tramuta in risata sarcastica: "Fossi stato", dice," almeno uno psichiatra, forse avrei avuto la possibilità di prescriverle quanto mi chiedeva... la poveretta non aveva molta dimestichezza con le specializzazioni mediche". Continua a ridere e racconta di come, al suo categorico rifiuto, la donna avesse cercato di corromperlo, aprendosi la camicetta e strusciandosi sul corpo del medico completamente scioccato. Nel frattempo, la assistente del medico era accorsa nella stanza, e la donna avrebbe simulato, d'avanti ai suoi occhi, di essere lei vittima di un tentativo di abuso sessuale da parte del professionista. Ma la assistente, interrogata dal detective, aveva poi dichiarato che, dopo aver sentito il grido di donna provenire dalla stanza del medico, aveva avuto appena il tempo di affacciarsi per vedere la donna, visibilmente scossa, scappare via gridando all'insegna del medico: "Io ti rovino! Io ti rovino!". Quindi, non avendo visto nulla di esplicito, non avrebbe potuto valutare se si trattasse di una simulazione o meno.
LA SOLUZIONE (Parte I)
DETECTIVE:
Gentilissimo Sindaco, esimio Dottore, gentile Ingegnere.
Voglio ringraziarvi sentitamente per aver accettato il mio invito a vederci
qui, stasera, in questa sacrestia, ospiti del qui presente Parroco. Sappiate
che io so esattamente chi tra voi è responsabile della morte della donna
ritrovata nel confessionale, e ho intenzione, prima che scocchi la mezzanotte,
di assicurarlo alla giustizia.
Dottore, quando ha visto l'ultima volta la vittima in vita?
DOTTORE: A messa, stamattina. Come tutti noi.
DETECTIVE: Intendevo dire l'ultima volta prima di oggi.
DOTTORE: Nel mio studio, qualche giorno fa. È venuta a trovarmi chiedendomi di prescriverle degli allucinogeni e al mio rifiuto ha cercato di corrompermi sessualmente. Si figuri. Io che cerco di abusare di una povera prostituta drogata. Ma non scherziamo!
DETECTIVE: Mi scusi, ma visto che la donna cercava di corromperla, che motivo aveva di gridare, attirando l'attenzione della sua assistente? Non crede che, al contrario, avrebbe fatto di tutto, senza far troppo rumore, per convincerla a prescriverle quanto richiesto? Magari in cambio di un pò di divertimento sessuale?
DOTTORE: Io... non saprei! Cosa vuole che possa sapere di cosa le frullasse in quella mente bacata!
DETECTIVE: Dottore: in tutte le foto presenti nel suo studio, dove non è in camice, è sempre molto elegante. Ha sempre una giacca che, nel taschino, contiene sempre un coloratissimo foulard. Deve averne una intera collezione perchè in ogni foto il foulard è sempre diverso. Anche nella foto dell'ultima cena di beneficenza che è appesa qui sulla parete, indossa un bellissimo completo e spunta uno dei suoi coloratissimi foulard dal taschino. Ho chiesto un po' in giro in paese. Tutti le vogliono un gran bene, dottore. E quando ho chiesto loro come riconoscerla, fingendomi un suo nuovo paziente, lo sa cosa mi hanno risposto? Che il dottore si riconosce subito grazie ai suoi bellissimi foulard variopinti che porta sempre nel taschino. Qualcuno la chiama amichevolmente "Dottor Foulard". È per questo che mi sorprende vederla ora qui, seduto davanti a me, nel suo elegante abito beige che indossava oggi a messa ma senza nessun foulard nel taschino. Dov'è finito il foulard rosso-marrone che aveva nel taschino stamattina? In paese tutti mi hanno confermato che questi erano i colori del foulard che indossava oggi. Sa che c'è un gruppo di anziani che scommettono sui colori del foulard che indosserà ogni domenica a messa? La gente è proprio matta! Oggi un signore sulla settantina era felicissimo di aver indovinato i colori giusti. Rosso e marrone. Ha vinto 80 dollari, sa? Eppure, lei ora non ha più con sé quel bellissimo foulard. Mi saprebbe dire dove è finito?
DOTTORE: Non saprei... Mi sarà caduto dal taschino senza che me ne sia accorto! E' una giornata piuttosto ventosa...
DETECTIVE: Già... Sapete cosa stringeva nel pugno, il cadavere? Un
pezzetto di legno staccato da una croce lignea nella navata centrale sul quale
c'è la tipica iscrizione riportata sopra la testa di Nostro Signore... Padre,
potrebbe ricordarcela.
SACERDOTE: I.N.R.I... Sta per Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum...
DETECTIVE: Esattamente. Tradotto dal latino significa: "Gesù Nazareno Re dei Giudei"...
SACERDOTE: Ma... io... io non c'entro nulla! Cosa vuole insinuare?
DETECTIVE: Padre, anche lei è saltato immediatamente alle mie stesse conclusioni. L'omicidio accade in chiesa. Quando io arrivo lei sta quasi per chiudermi fuori, ma io la costringo a farmi entrare mostrandole il mio tesserino. Al momento del ritrovamento del cadavere, lei era l'unico presente in chiesa. Ed ora questa iscrizione che si riferisce chiaramente alla sua vocazione...
SACERDOTE: Ma...Ma... Ma è assurdo! Io sono un uomo di chiesa! Un servo
del Signore!
DETECTIVE: Stia calmo, padre. Non sto ancora accusando nessuno... Concentriamoci sulle lettere. "I", "N", "R", e ancora "I" senza considerare il significato della frase che sintetizzano. Quasi non riuscivo a trovare il nesso con nessuno di voi. Ma quando nel pomeriggio, dottore, le ho chiesto di lasciarci dare una occhiata nel suo studio e incontrare anche la sua assistente per poterla interrogare, quest'ultima è stata davvero preziosa. Mi ha raccontato involontariamente dell'episodio avvenuto nel suo studio relativo alle grida di donna che l'avevano portata ad affacciarsi alla sua porta vedendo poi la vittima scappare via mentre si ricomponeva, beh... Forse si sarà tardivamente accorta di avermi fornito un particolare che poteva mettere lei, dottore, in cattiva luce. E così si è affrettata a tessere le sue lodi, di quanto lei sia un professionista stimato, mostrandomi le foto dei suoi congressi, tutte con i suoi bellissimi foulard nel taschino... Mi ha anche indicato orgogliosamente una targa: "Internista dell'anno". E' lì che ho capito. Quella era la parola che cercavo. "Internista". Bingo! Eccole le lettere che cercavo. Perfettamente in ordine all'interno di quella parola. Precisamente la prima, la seconda, la quinta e la settima: "I", "N", "R" ed infine, la "I".
DOTTORE: Ah ah ah... Cosa vuole che significhi una coincidenza di quattro lettere in una parola? Non ha uno straccio di prova, detective! Sta brancolando nel buio!
DETECTIVE: È proprio qualcosa di molto simile ad un piccolo straccetto
che i miei collaboratori hanno trovato stasera, brancolando nel buio nel bosco
qui vicino... Come diceva lei: oggi è una giornata molto ventosa. Ma non
abbastanza da portare troppo lontano il suo foulard, anche se piuttosto
rovinato e strappato, che ha di proposito o inavvertitamente gettato via mentre
scappava via nel bosco di Sassofrassi qui dietro dopo aver strangolato la mia
amica. Era proprio il suo foulard. E abbiamo rinvenuto, nel tessuto, piccole
particelle di epidermide della mia povera amica. E anche qualcos'altro. Sa
cosa? Una quantità di impronte che vedrà risulteranno perfettamente compatibili
con le sue, dottore.
La dichiaro in arresto omicidio, mio caro dottore. I miei
colleghi le leggeranno i suoi diritti. Portatelo via.
LA SOLUZIONE (Parte II)
SINDACO: Lei sta sicuramente prendeno una cantonata, detective! Ma se i fatti confermeranno quanto dice, la mia comunità saprà come esserle riconoscente per aver assicurato alla giustizia un...
DETECTIVE: Mi risparmi il comizio, signor Sindaco. So che questa è una
comunità molto operosa... A proposito, ingegnere. Molti residenti lavorano
nelle sue fabbriche, giusto?
UOMO D'AFFARI: Sì.
DETECTIVE: Cosa producono le sue fabbriche?
UOMO D'AFFARI: Saponi aromatici.
DETECTIVE: E la materia prima? Da dove viene estratta?
UOMO D'AFFARI: Dalle piante di Sassofrasso... Il nord della Florida è
l'habitat perfetto. I boschi intorno al paese sono tutti, in realtà, delle
piantagioni.
DETECTIVE: Mi corregga se sbaglio: dalle radici viene estratto un olio essenziale
usato nella produzione, giusto?
UOMO D'AFFARI: Giusto.
DETECTIVE: Sindaco... quando oggi l'ho interrogata, ha iniziato ad elencarmi
quelle categorie di persone che ha chiamato "Feccia dell'umanità". E
ho segnato anche l'elenco, mi permetta di dire, molto opinabile, di categorie
che secondo il suo personale codice morale ne farebbero parte.
SINDACO: Confermo e sottoscrivo! La feccia dell'umanità!
DETECTIVE: Eppure... Mi sarei aspettato anche una categoria che, al
giorno d'oggi, non avrebbe dovuto sfuggirle...
SINDACO: Non ho idea di cosa vorrebbe farmi dire!
DETECTIVE: Ingegnere, potrebbe illuminarci circa altri prodotti che si
possono creare, oltre al sapone, lavorando l'olio essenziale di Sassofrasso?
UOMO D'AFFARI: Principi attivi per l'industria farmaceutica.
DETECTIVE: Fuochino, ingegnere... Ora che il dottore è al sicuro in una
cella, vuole dirci cosa ancora si produce da quello stramaledetto olio
essenziale?
UOMO D'AFFARI: Dal Safrolo, prsente nel Sassofrasso, si produce un composto semisintetico appartenente alla classe delle feniletilamine... Una sostanza stimolante ed entactogena... la Metilenediossimetanfetamina...
DETECTIVE: Su, ingegnere, la faccia breve! Come si chiama comunemente
quella schifezza?
UOMO D'AFFARI: Ecstasy.
DETECTIVE: Già, Ecstasy. Una potentissima droga. E non mi meraviglia, signor
Sindaco, che lei poche ore fa, mentre la sua sudorazione eccessiva tradiva uno
stato psico-fisico alterato, primo cittadino di un paese composto in grandissima
parte di poveri drogati, abbia omesso proprio questa categoria dal suo immorale
elenco. Come avrebbe potuto fare altrimenti, essendone lei stesso fautore e
parte integrante?
SINDACO: Ma come si permette?
DETECTIVE: Come lei, Padre. Non è così? Preda, seppur così giovane, di
terribili ed irrefrenabili tremori dovuti all'uso quotidiano e copioso
dell'Ecstasy?
SACERDOTE: Io... Io... Io non volevo... Io...
DETECTIVE: Colleghi. Portate via il Sindaco e il sacerdote e leggetegli
i loro diritti. Io mi trattengo qui con l'ingegnere a... fare finalmente le
quattro chiacchiere che oggi avremmo dovuto fare insieme alla mia povera e
sfortunata amica... Abbiamo molto da dirci, non è vero ingegnere?
IL RAPPORTO
ESTRATTO DAL RAPPORTO UFFICIALE
REDATTO DAL DETECTIVE ASSEGNATO AL CASO SULLA BASE DELLE CONFESSIONI DEGLI
INDAGATI E SUI FATTI ACCERTATI DALLE INDAGINI:
La vittima aveva scoperto, ottenendo una confessione
dall'uomo d'affari, il giro di ecstasy prodotto clandestinamente nei laboratori
delle aziende che quest'ultimo amministrava. Era anche venuta a sapere, dalle
sue ex-colleghe prostitute, che il "lavoro" loro proposto dallo staff
del Sindaco come volontarie nella comunità del CSCAF era una copertura della
attività di spaccio di ecstasy. La proposta non prevedeva un
"rifiuto" perchè altrimenti il Sindaco avrebbe spiccato denunce per prostituzione
e spaccio di droghe nei loro confronti. Chi sarebbe risultato più credibile? Un
uomo politico integerrimo o uno sparuto gruppetto di prostitute, spacciatrici,
drogate e disperate pronte a tutto? Così la vittima aveva supplicato l'uomo
d'affari, in nome dell'amore che provava per lei, di uscire dal giro e smettere
di produrre clandestinamente l'ecstasy e rifornirlo alle sue ex-colleghe. Ma
lui le aveva risposto che gestiva lo spaccio dell'ecstasy era il medico del
paese, che riforniva le ex- prostitute che, senza dare troppo nell'occhio,
sotto la copertura di operatrici caritatevoli, a loro volta spacciavano la
droga alla stragrande maggioranza degli abitanti del paese ridotti oramai a
poveri drogati cronici. A suo dire il medico era la vera "mente criminale"
che aveva organizzato tutto quel giro e che teneva tutti in pugno minacciando
di morte chiunque avesse parlato. La vittima per niente intimorita, era
immediatamente andata dal medico minacciando di denunciare tutto alla polizia
se non avesse lasciato libero il suo amante, l'uomo d'affari, di interrompere
la produzione di ecstasy. Il medico aveva reagito, ridendo, dicendole che
sarebbe stato lui, se lei lo avesse denunciato, a farla uccidere. Anzi, per
perdonarla dell'affronto che gli aveva fatto, la vittima avrebbe dovuto
sottomettersi ai suoi desideri sessuali ogni qual volta lui avesse voluto e
aveva tentato di abusare di lei immediatamente, nel suo studio. La vittima
aveva cominciato a strillare facendo accorrere la assistente e poi scappando
via. A quel punto la vittima aveva promesso all'uomo di affari che sarebbe
ricorsa all'aiuto di un suo vecchio compagno di catechismo, ora in polizia, per
trovare una soluzione che lo salvaguardasse in cambio della collaborazione per
incastrare tutte le pedine del losco giro. L'uomo d'affari aveva accettato di
incontrare insieme il detective, come lei aveva stabilito, subito dopo la messa
domenicale delle 11. Ma alla fine della funzione, dopo che tutti i fedeli erano
ormai usciti, il Sindaco e il medico erano rientrati repentinamente in chiesa:
il Sindaco aveva immobilizzato a sorpresa, da dietro, il gracile uomo d'affari,
cingendo il suo muscoloso bicipite intorno al collo dell'uomo.
Contemporaneamente il medico aveva arrotolato il proprio foulard intorno al
collo della vittima, stringendo con forza e trascinandola fuori dalla panca,
lontano dal suo amante. La vittima aveva capito che la fine era vicina e aveva
cercato disperatamente di inventarsi qualcosa per lasciare un indizio che
riconducesse ai suoi carnefici. Aveva adocchiato la croce lignea e la scritta
"INRI" sopra di essa e, dando fondo a tutte le sue forze, cercando di
opporre resistenza, si era aggrappata proprio a quelle parte della croce
lignea, riuscendo a strappare, non vista, il pezzetto di legno con l'incisione.
I.N.R.I., l'acronimo del messaggio sarcastico che Ponzio Pilato volle far
affiggere sulla croce di Gesù: Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum «Gesù Nazareno Re
dei Giudei».
Tutte e quattro le lettere dell'iscrizione erano comprese
nella parola "internista", la specializzazione del medico, del suo
aguzzino. Ed inoltre il riferimento al "Re dei Giudei" ne
identificava anche il ruolo di capo, di "Re", appunto, di
quell'associazione criminale. Ma la donna, in un guizzo di incredibile
lucidità, era riuscita ad individuare un messaggio che da solo comprendesse
l'accusa per più uomini. L'iscrizione, infatti, come sapeva bene la donna,
cattolica, che aveva seguito da ragazza il catechismo proprio con il
sottoscritto, ora detective e che, nonostante il suo "mestiere",
spesso andava a messa, era stata voluta da Ponzio Pilato che, all'epoca, era il
prefetto della Giudea. Quale occasione migliore per indicare il capo amministrativo
e politico di quella comunità? Un esplicito coinvolgimento del Sindaco. Ma la
donna aveva "visto" molto di più, nei suoi ultimi attimi di vita.
Aveva intuito che non fosse possibile che con le sue grida, i rumori e i
lamenti del suo amante, in quella situazione concitata, il prete potesse non
aver sentito o visto qualcosa. Probabilmente, mentre cercava inutilmente di
respirare, lo avrà persino scorto seminascosto dietro l'altare. E così anche la
parte della iscrizione che significa " Iesus Nazarenus" trovava la
sua ragion d'essere: il rappresentante di Gesù Nazareno, in quel luogo di
culto, era inconfutabilmente il sacerdote, l'unica persona della quale, fino a
quei pochi istanti prima di morire, non aveva ancora sospettato. Quel piccolo
pezzetto di legno costituiva il suo messaggio perfetto. Fu per questo motivo
che nonostante il dolore, il terrore, il soffocamento e la morte che si
avvicinava, si impose di sorridere in modo che quel sorriso potesse restare a
testimonianza della sua soddisfazione nell'essere riuscita a trovarlo. Anche se
non poté mai saperlo, era riuscita nell'intento. Mentre il sacerdote si teneva
nascosto dietro l'altare, il medico, sinceratosi che la vittima fosse cadavere,
si era avvicinato all'uomo d'affari ancora costretto tra i bicipiti del Sindaco
e lo aveva minacciato di morte se avesse detto qualsiasi cosa di quella
faccenda. Gli aveva intimato di andare via e continuare a produrre
clandestinamente l'ecstasy come se nulla fosse accaduto. Avrebbero pensato loro
a far sparire il corpo e a far sì che nessuno si ricordasse di quella donna.
L'uomo d'affari, spaventato e certo di trovarsi al cospetto di criminali senza
scrupoli, era scappato fuori dalla chiesa. A quel punto il medico aveva
chiamato il sacerdote e gli aveva ordinato di nascondere il cadavere nella
cripta. Nottetempo avrebbero poi deciso come liberarsene. Inoltre, si erano
accordati sul fatto che chiunque in futuro avesse dovuto, eventualmente, fare
domande sulla presenza in chiesa della donna quella domenica, loro avrebbero
detto che era con quell'uomo d'affari, in modo da indirizzare i sospetti della
sua scomparsa su di lui. Ma in quel mentre avevano sentito il rumore delle
gomme dell'auto del sottoscritto detective arrestarsi sul selciato all'esterno
della chiesa. Non c'era più tempo. Il sacerdote aveva suggerito ai due uomini
di nascondersi in sacrestia e, se fosse stato necessario, di scappare dalla
porta sul retro. Ma prima si era fatto aiutare a sistemare il corpo,
trascinandolo ancora con il fooulard stretto intorno al collo e facendo
attenzione a non lasciare impronte, all'interno di uno dei confessionali.
Avevano eseguito il tutto con molta fretta. Il medico aveva recuperato il
foulard che poco dopo avrebbe disperso nella boscaglia e insieme con il Sindaco
erano scappati attraverso la sacrestia mentre il sacerdote era andato verso il
portone della chiesa nel tentativo di chiuderlo prima che arrivasse qualcuno.
Ma quel qualcuno, il sottoscritto, sfortunatamente per loro, era appena
arrivato sul luogo del delitto.