Non capita spesso di poter abbinare l’uscita di un album alla
sua rappresentazione live, ma quando accade si riesce a dare seguito ad un progetto,
magari di lunghissima gestazione, che gratifica musicisti e presenti.
È da poco uscito “Puer Aeternus”
degli Ancient Veil, e il 7 dicembre è
andato in scena a Genova il concerto/presentazione a La Claque in Agorà -
Teatro della Tosse.
Questo il mio commento al disco e l’intervista ad Alessandro
Serri e Edmondo Romano:
https://athosenrile.blogspot.com/2023/12/ancient-veil-commento-puer-aeternus-e.html
Un teatro gremito ha quindi partecipato ad una proposizione davvero complessa suddivisa in diversi episodi.
Occorre dire che i protagonisti ospiti nel disco sono
moltissimi, solo in parte presenti sul palco, ma in ogni caso la formazione più
completa di serata ha visto 14 persone on stage.
Una prima parte ad appannaggio di Sophya Baccini che,
tra voce e piano, ha proposto suoi brani dall’album “ANIMATESI”,
coinvolgendo anche Martin Grice e Edmondo Romano.
Molto coinvolgente, apprezzata dall’audience, ha saputo creare
attimi di intimismo puro, come si potrà catturare dal video a seguire.
Alla fine della sua performance entrano in scena gli Ancient
Veil e, senza commento alcuno, snocciolano tutto il nuovo album,
presentando su palco un sestetto di archi e fiati composto da: Roberto Piga e Fabio Biale al violino,
Ilaria Bruzzone alla viola, Kim Schiffo al violoncello, Francesco
Travi al fagotto, Valeria Trofa all’oboe.
A loro si sono aggiunti a tratti Sophya Baccini alla
voce, Martin Grice ai fiati e Simona Fasano alla voce.
Davvero complicato poter assemblare così tanti strumenti di
natura diversa e rendere l’idea di suono immaginata da Romano e Serri, ma ciò
che arriva al pubblico, competente e attivo, è un sound avvolgente, con trame
molto complicate che uniscono teatralità a classicità, rock a momenti acustici,
e l’apprezzamento è generalizzato.
Per inciso la band è composta da Alessandro Serri -
chitarre e voce -, Edmondo Romano - tutti i fiati possibili e voce - Luca
Scherani alle tastiere, Massimo Palermo al basso e Marco Fuliano
alla batteria.
Immagino la sorpresa per chi ha ascoltato per la prima volta “Puer
Aeternus”.
La terza parte di spettacolo è stata dedicata a musica
pregressa del binomio Serri/Romano, un excursus sul versante prog che ha
entusiasmato i presenti.
Meravigliosi i duetti tra Baccini e Fasano, delicati gli
interventi di Grice, interessante la performance del “sestetto”, probabilmente
abituato a situazioni più auliche, eccezion fatta per il mio concittadino Fabio
Biale, di cui conosco personalmente la versatilità, e a un certo punto mi è
sovvenuto un concerto olandese degli YES nel 2001, quando un gruppo di
orchestrali seriosi, molto rigidi e composti durante la performance, nel corso
del bis (“Rondabout”) si scatena e dimostra che la musica, certa musica,
induce alla modifica di comportamenti ortodossi.
Mi è piaciuta molto l’amalgama della band che, oltre ai due “creatori”
ha messo in evidenza un grande Scherani e una potente sezione ritmica, con un
Fuliano che ha dimostrato di poter “vivere” a pane e tempi composti.
Tre ore di concerto, un grande divertimento e un
apprezzamento incondizionato.
Lo so, i musicisti non sono mai contenti, la perfezione pare
l’unico obiettivo possibile, ma i live servono ad altro, ad esempio a creare un
rapporto osmotico col pubblico, un continuo dare e avere che è il sale della performance.
Nel video a seguire, oltre a Baccini/Grice, propongo un altro
brano che fa parte della terza parte dello spettacolo e quindi non compare mai il
“sestetto delle meraviglie”, ma per quello ci sarà tempo, perché tutto è stato
registrato e al momento opportuno, suppongo, verrà messo in circolo.
Una bella serata di musica, di più non si poteva chiedere!
Un po' di scatti di Ago Sauro