Debutta il progetto DECEPTION STORE, con un album licenziato al
tramonto del 2021 dal titolo “Pindaric Flights”.
Propositore/realizzatore è Marco Pantozzi -
autore di musica e testi - che approda alla Ma.Ra.Cash Records e
trova ambiente favorevole per lo sviluppo della sua idea di rock contaminato da
sentieri progressivi e psichedelici.
Sveliamo il mood su cui si dipana
il disco, partendo dalla decodificazione del titolo che, come spesso accade,
rappresenta la massima sintesi - spesso efficacie - del pensiero di chi crea.
Il “volo pindarico”, inteso come
termine metaforico, ha assunto oggigiorno un significato facile, chiaro e
abusato, inserito nel parlare quotidiano, senza distinzione di ceto.
Ma il concetto di “volo”,
nell’idea di Pantozzi, assorbe connotati nobili e pieni di speranza.
La nostra mente ci permette di
elevarci oltre le leggi della fisica, di accorciare spazi e tempi, di sognare, di ricordare, di
perlustrare luoghi proibiti e di fuggirne rapidamente dopo aver provato eventuale
disagio; nessuno può arrestare un viaggio che é privo di coordinate pianificate,
che nasceranno invece spontanee, sul momento, seguendo l’umore personale.
La musica in tutto questo ha
ruolo fondamentale, stimolando la memoria, permettendo di fissare per sempre le
emozioni istantanee, regalandoci una unità di misura certa, quella del tempo
che scorre inesorabile; ma sarà proprio grazie a “LEI”, la “MUSICA” appunto,
che il “volo” potrà essere gestito a piacimento, con piena soddisfazione.
Sono queste le considerazioni che
mi sono nate spontanee ascoltando “Pindaric Flights”, un album che,
vista la premessa, diventa ai miei occhi “concettuale”, o perlomeno legato da
un fil rouge.
Entriamo nell’oggettività del
lavoro e utilizziamo le note del comunicato ufficiale:
Al disco hanno lavorato Joe
Chiericati e Stefano Nicli in qualità di produttori, arrangiatori e musicisti,
rispettivamente al piano/tastiere e alle chitarre acustiche ed elettriche, con
Thomas Ebner alla batteria e Teo Ederle al basso. Nella traccia 2 e 12 la voce
femminile è di Roberta Staccuneddu.
La copertina e la grafica del
booklet interno sono opera di Gigi Cavalli Cocchi, famoso non solo per le sue
capacità grafiche ma anche come batterista di Ligabue.
D’obbligo soffermarsi sul titolo
- Deception Store (l'Emporio dell'Inganno) - inteso da Pantozzi come rappresentativo
di una situazione ben conosciuta, quella che nasconde truffe travestite da
opportunità, quelle trappole su cui cadono facilmente gli esseri meno protetti.
Nello specifico esiste un
collegamento con il brano "One more time", in cui l'autore
si occupa del tema drammatico dell’azzardopatia (da non scambiare con la
ludopatia, termine che viene spesso ed erroneamente usato in questi casi…), una
dipendenza da gioco letale che l’autore trasferisce sul video a cui si ha
accesso cliccando sul titolo precedente in azzurro.
Dopo la doverosa premessa
scivoliamo sulla musica, l’essenza, il collante, lo scopo, e anche se mi pare
non sia questo un album facilmente inseribile in una delle caselle che tanto
piacciono al rigore selettivo dei musicofili, provo a fornire il mio pensiero, inserendolo
nell’ortodossia del neoprogressive, ma sarà bene che ognuno elabori una propria
idea attraverso l’ascolto che propongo a seguire:
https://maracashrecords.bandcamp.com/album/pindaric-flights
Sono dodici i brani, cantati in
lingua inglese, episodi che mantengono il profumo del passato, caratterizzati
da quella oniricità che è poi il tema portante del progetto.
Partenza col botto con la
floydiana “Lifetime”, che permette di entrare in contatto con
l’autore e con la sua filosofia musicale, che é condizionata dalla formazione
pregressa: perfetta colonna sonora per una tematica filmica… e il cammino
prende il via…
“I Do It My Way”
prosegue il sogno, con la voce di Pantozzi che realizza un quadretto
intimistico di livello, sino all’entrata di Roberta Staccuneddu, per un duetto
che impreziosisce il tutto, tra effetti e luci variopinte che si possono solo…
immaginare!
Si è già accennato a “One
More Time”, il dramma della dipendenza da gioco; il pathos sonoro porta
ad immaginare la situazione e si materializza lo stato di ansia attraverso un
cambio di ritmo che si distacca dalle tracce precedenti, e la descrizione del
crescendo della tragedia diventa il leitmotiv del pezzo.
Si arriva a “Rock-Star
(Meteorite)”, che descrive un nuovo e comune dream - non solo
tra i giovani -, quello che prevede il desiderio di passare dall’anonimato alla
piena visibilità, in questo caso nel mondo musicale.
Un brano rock adeguato alla lirica,
con l’elettrica protagonista ed una sezione ritmica adeguata al tema.
Coinvolgente!
“New Bad Day” ci
riporta alla realtà, all’oscurità del quotidiano, ad un giorno nero come tanti
vissuti in precedenza, senza captare la luce in fondo al tunnel.
Cala l’incedere spinto, il sapore
aulico prende campo e parte lo spleen che non ti lascia più…
E si arriva alla title track, “Pindaric
Flights”, la traccia più lunga, oltre sette minuti, una sorta di
mini-suite.
Prima parte acustica con uno
scivolamento progressivo verso un ambiente gilmuriano, che disegna
perfettamente l’immagine di volo e libertà.
Una chicca che penso possa
simboleggiare l’intero lavoro.
“A New World”
idealizza il vero sogno di generazioni, l’illusione - legittima - di poter vivere
in un mondo migliore e, fuor di retorica, Pantozzi descrive un sentimento
comune che propone sotto una forma facile da immaginare come canto comune di
giovani che si esprimono all’unisono, tenendosi realmente o metaforicamente per
mano.
“Timeline” propone
un sound più pop-rock e forse più “recente”, ma su di una progressione
temporale dichiarata dal titolo ci si può muovere a piacimento e quindi possono
convivere i tempi composti tipici del prog, il rock duro e l’elemento acustico
che caratterizza l’ultimo minuto del brano.
“Distant Lover”
racconta una storia conosciuta, quella che vede la distanza tra gli affetti, un
dolore a volte insopportabile, attenuato solo dalla speranza di accorciar
presto il gap e, nel frattempo, il viaggio con la mente - e la musica - sarà di
grande ausilio. Un paio di minuti da sogno…
… e così, ad occhi chiusi, sognare
sarà molto più facile, come ci suggerisce “Close Your Eyes”,
un’altra fantastica ballata che riporta a momenti già vissuti e che non ci si
stanca mai di vedere emergere. Brividi!
Il breve “Free”,
poco più di un minuto, è l’unico strumentale, un uomo e il suo piano, un attimo
di estrema libertà, la conclusione del sogno che sta per terminare, e il
momento catartico suggella il percorso e apre la strada alla chiusura del
disco.
La fermatura del cerchio è
affidata a “E Immagino Se”, unico cantato in italiano - ancora
con la presenza di Staccuneddu - e, come dice l’autore, canzone adatta alla
rotazione radiofonica.
A seguire propongo il video che,
meglio delle mie parole, chiarirà l’intento di Pantozzi.
Un gran bel disco, che presenta
la somma delle esperienze di Marco Pantozzi, tra un know how acquisito nel
passato e una necessità espressiva adatta ai nostri giorni; ne emerge un quadro
generale godibile e trasversale, che rifiuta l’inquadramento in uno dei tanti
generi ufficialmente riconosciuti.
In tanti si ritroveranno in un
album che, oltre alla bellezza estetica, è ricco, ricchissimo di contenuti.
Davvero superbo il contributo grafico!
Un bel debutto!
TRACKLIST
01. Lifetime (3:08)
02. I Do It My Way (4:10)
03. One More Time (3:42)
04. Rock-Star (Meteorite) (3:09)
05. New Bad Day (3:21)
06. Pindaric Flight (7:36)
07. A New World (3:45)
08. Timeline (3:18)
09. Distant Lover (2:12)
10. Close Your Eyes (4:20)
11. Free (1:15)
12. E Immagino Se (4:10)
LINEUP
Marco Pantozzi / vocals
Joe Chiericati /
keyboards, piano
Stefano Nicli /
guitar
Teo Ederle / bass
Thomas Ebner / drums
“Pindaric Flights é stato
registrato al JAM Studios di Merano e masterizzato presso l'Elfo Studio
Recording di Tavernago (Piacenza), stampato e distribuito a livello mondiale a
partire dalla MA.RA.CASH Records (http://store.maracash.com/)