Dopo un anno di sosta forzata è ritornato il Prog Festival
di Veruno (a me piace chiamarlo così, nonostante la denominazione
specifica), anche se l’emergenza sanitaria ha condotto ad un differente spazio
di incontro, che potesse permettere un accesso e una permanenza in sicurezza,
secondo le norme vigenti.
Dalla caratteristica e raccolta piazzetta di Veruno ci si è
spostati al campo sportivo di Revislate, munito di 2500 sedie e posti numerati
e collegati ad un nominativo.
Il momento contingente ha stravolto le abitudini del deus ex
machina Alberto Temporelli e dei suoi compagni di viaggio, e questo ha portato
al cambio obbligato di location e un ricorso all’assoluto made in Italy, una
proposta fatta esclusivamente di prog nostrano, a differenza dell’equilibrio pianificato
nelle edizioni precedenti.
Cast stellare, in ogni caso, il meglio del meglio tra i top e
spazio aperto alle novità.
Certo è che un trittico formato da ORME/BANCO/OSANNA, all’interno
della stessa manifestazione, è un sogno che, pur foriero di novità, ha permesso
di accorciare spazi temporali cinquantennali.
Ho partecipato alla sola giornata conclusiva e non ho avuto
la possibilità di realizzare video da posizione favorevole per cui - ed è
questa la prima volta che mi capita in anni di frequentazione - non proporrò il
solito medley ma mi limiterò al racconto dell’atmosfera.
Il mood, l’feeling, l’atmosfera appunto… credo sia questa la
parte più importante, perché l’aria che si è respirata ha permesso di dimenticare
la drammaticità del quotidiano e pensare che i momenti di comunione, quelli che
solo la musica può dare, siano nuovamente possibili.
Visto da occhio esterno, utilizzando il vissuto della terza
giornata, posso dire che tutto è sembrato perfetto, a partire da quell’immenso
prato verde, carico di sedie - che sono certo in molti avranno gradito -
accompagnato da un cielo di un azzurro intenso e da una temperatura mite (in
occasioni precedenti il freddo si era fatto sentire!), con il continuo
accompagnamento della campana della chiesa a ricordare le priorità della
comunità.
Un concertone all’aperto, molto partecipato, con un afflusso
che ha superato i numeri certi del prog, quei limiti spesso rigidi in questa
occasione superati, con tanti giovani partecipanti e molti stranieri, a
certificare che Veruno resta tra gli appuntamenti più importanti in Europa.
Qualche camper pittoresco all’interno di un flusso composto
mi ha permesso di realizzare un’immagine nuova, una sorta di manifestazione tipica
dei seventies vissuta però con la maturità degli anni duemila, e il tutto ha
prodotto una serenità che era palpabile nei tanti amici incontrati.
Organizzazione perfetta, controlli accurati, nessuna
lamentela, una macchina da guerra oliata e capace di produrre
cultura e benessere in qualsiasi luogo si trovi ad agire.
Tanti i musicisti stratosferici e innovative certe proposte
da palco, ma mi piace sottolineare le performance multiple di una orchestra di
Varese composta da giovanissimi che, dopo il prestigioso connubio con Alberto Fortis e il Maestro Claudio Fabi, ha contribuito all’omaggio a Luis Bacalov in
ausilio a Il Rovescio della Medaglia e agli Osanna (portatori, anche, del
messaggio dei New Trolls): c’è da sperare che il loro incontro con la musica
progressiva del passato produca nuovi stimoli e un allargamento degli orizzonti
musicali.
La naturalezza con cui i frequentatori del festival possono godere
di tali meraviglie potrebbe portare a semplificare e a minimizzare l’impegno
ma, se è vero che la lunga esperienza accumulata semplifica le cose, il lavoro
che produce questi risultati è enorme ed è il frutto di un grandioso team work
che può essere preso ad esempio, non solo in campo musicale.
Propongo a seguire alcuni frammenti “atmosferici” - registrati
nel corso del soundcheck e quindi non rappresentativi del grande pubblico che
di lì a poco avrebbe riempito lo stadio -, certo che le testimonianze sonore
arriveranno presto, copiose, in attesa del DVD ufficiale.
Il settembre musicale di Veruno prosegue, non è finito il 5 settembre, ma gli accaniti sostenitori della “NOSTRA” musica stanno già pensando alla prossima edizione prog, magari nella solita piazzetta di Veruno, perché tornare alle origini significherebbe, anche, aver sconfitto il mostro che ci ha tolto un pezzo di vita…