Rolling Stone
Stories From The Edge
Sbarca dal 18 febbraio su Amazon Prime Video, distribuito da102 Distribuition, “Rolling Stone - Stories From the Edge”, il docufilm che ripercorre gli ultimi 50 anni di musica, politica e cultura pop attraverso la storia della rivista Rolling Stone.
Ho avuto la possibilità di vedere in
anteprima “Rolling Stone - Stories From the Edge”,
il docufilm realizzato nel 2017 che celebra i cinquant’anni di attività della
rivista “Rolling Stones” e che verrà proposto tra pochi giorni su Amazon Prime
Video, tradotto nella nostra lingua.
A seguire propongo il comunicato stampa ufficiale, quello che delinea i contenuti e chiarisce sinteticamente gli argomenti proposti, ma prima di regalare l’oggettività provo a proporre le mie impressioni.
Dopo pochi minuti di visione mi sono reso conto che avevo dato lo start a qualcosa che mi riguardava da vicino e che avrei dovuto gustare a piccole dosi, per non perdere neanche un’immagine, un commento, una narrazione. Ho così diviso su tre giorni le tre ore e quarantacinque minuti del filmato, ricorrendo più volte allo stop and rewind, quando i richiami alle mie esperienze diventavano marcati.
Cinquant’anni di storia che iniziano
con il brano “Like a Rolling Stones”, performato da Jimi Hendrix, e finiscono
con l’autore di quella canzone, Bob Dylan, simbolo di una generazione che diede
il via ad una rivoluzione musicale e culturale che nasceva dall’altra parte del
mondo.
La rivista nacque proprio a San
Francisco, nel 1967 (solo negli anni ’80 si spostò a New York) per opera di
Jann Wenner (tuttora editore) e del critico musicale Ralph J. Gleason, e anche
se inizialmente si identificava con la scena hippie col passare del tempo diventò
molto di più che l’amplificazione di un movimento, trasformandosi in ampio polo
informativo basato su di una prospettiva editoriale liberale.
Non solo musica, ma politica, cultura, conflitti e prese di posizioni nette che hanno reso Rolling Stones giornale di culto.
Seguire gli avvenimenti correlati
all’evoluzione del giornale diventa, per quelli della mia età, lo scorrere del
film della propria vita, e credo sia questo un motivo che catturerà un pubblico
specifico, che apprezzerà l’avvio pionieristico - tipico dei sogni giovanili, soprattutto americani -
che, almeno in questo caso, si trasforma in grande impresa e fenomeno di
costume nobilitato dal riconoscimento certificato dai risultati, e fa un certo
effetto, nel susseguirsi delle immagini, osservare Wenner chiacchierare con
Bill Clinton o comodamente seduto alla Casa Bianca con Obama.
Sono tante le star di cui si parla, quelle di cui si è occupata la redazione di R.S. in mezzo secolo di storia, ma ciò che più colpisce è la prova dell’incisione di quel tipo di stampa nella vita reale, un’espansione dei limiti di azione che non mi era per nulla chiara e che mi ha portato ad approfondire argomenti di cui non avevo memoria, una sorta di effetto domino che riconduce, ad esempio, a Patricia Hearst, Roxanne Pulitzer o al predicatore evangelista Jimmy Lee Swaggart e a tutte le vicende ad essi collegate.
Ma Rolling Stone è stato soprattutto la principale forza promozionale per la musica nella cultura americana ed è esemplificativo realizzare come l’iniziale diffidenza dei musicisti si sia trasformata nel tempo in complicità, in taluni casi in amicizia.
La fotografia è magnifica, la
suddivisione in periodi è efficace e trovo che il progetto sia uno strumento
dalla forte connotazione didattica, utile non solo per ricordare e non
dimenticare ma anche per raccontare ai giovani un mondo che non esiste più, con
la sottolineatura che anche nel paese in cui i sogni imprenditoriali possono
diventare realtà si debba fare i conti, oggigiorno, con i drastici cambiamenti
che fanno sì che il businnes sia l’unica via da seguire e a cui tutto deve
piegarsi. Non è certo questo il concetto che aveva in testa il “borghese”
Wenner nel 1967, idealista, coraggioso, arguto.
Con le sue parole termina “Rolling Stone - Stories From the Edge”…
La battaglia continua, nessuno ha vinto e nessuno ha perso, e io sono convinto che gli eredi della nostra generazione, i nostri figli, credano in tutto questo e continueranno a combattere la battaglia e saranno anche più bravi di noi… il tempo è dalla nostra parte…”.
Imperdibile!
Stralcio del video in lingua originale…
Sarà disponibile in esclusiva sulla
piattaforma Amazon Prime Video a partire dal 18 febbraio,
distribuito da 102 Distribution, il docufilm “Rolling
Stone – Stories From The Edge”.
Negli ultimi 50 anni Rolling Stone ha saputo raccontare e dare forma al mondo intorno a sé. Musica, politica, arte, letteratura, cultura pop, tutto è stato documentato ed influenzato dalla rivista fondata nel 1967 da Jann Simon Wenner e Ralph J. Gleason per parlare dell'evoluzione del rock&roll e dei cambiamenti che ha provocato.
"Rolling Stone - Stories from
The Edge”, diretto da Alex Gibney & Blair Foster, racconta la storia
dell’iconica rivista e il modo in cui ha saputo aprire e tracciare una strada
creando un proprio innovativo stile di giornalismo investigativo. Unico strumento
di conoscenza del Who is Who nell’universo caotico ed elettrizzante della Pop
Culture, Rolling Stone nel corso degli anni si è trasformato stando sempre al passo
con i tempi, ampliando i contenuti, migliorando costantemente la grafica e assumendo
via via le diverse vesti che hanno caratterizzato intere epoche della storia
recente.
Vero e proprio termometro della temperatura culturale planetaria, da cinque decenni Rolling Stone produce immagine e informa basando la sua intera Gestalt sul potere della musica.
Diviso in 4 episodi, dagli anni '60 fino ad oggi, il documentario unisce immagini indelebili a parole indimenticabili. È la storia di una rivista rivoluzionaria ed una cronaca del nostro tempo piena di fotografie innovative, interviste rivelatrici e scrittura d'avanguardia. Gli artisti che hanno definito le nostre vite ci sono tutti, John Lennon, Mick Jagger, Tina Turner, David Bowie, Kurt Cobain, The Clash, i Sex Pistols e Britney Spears. Tutti, incluso il visionario fondatore Jann Wenner, si sono rivelati in profondità raccontando le loro verità più personali. Fondamentale il contributo dei collaboratori storici della testata: Ben Fong Torres, Cameron Crowe, Jon Landau e Charles M. Young. La voce narrante del documentario è di Jeff Daniels (The Martian, The Newsroom).
Non potevano mancare gli scrittori che hanno raccontato le turbolenze e i momenti di gioia, le vittorie e le sconfitte, gli alti e bassi di cinque decenni, sempre tenendo la musica come filo conduttore di un percorso assolutamente capillare: Hunter S. Thompson, Tom Wolfe e Matt Taibi. Restano poi impresse nell’immaginario collettivo le immagini dei più grandi fotografi degli ultimi 50 anni, da Annie Leibovitz a Richard Avedon a Mark Seliger. Da Woodstock alla Guerra in Iraq, dallo scandalo Watergate al rapimento di Patricia Hearst, dal caso Clinton - Lewinsky a Obama, questo eccezionale documentario attraversa non solo la storia della musica americana ma anche l'evoluzione del panorama politico e culturale americano degli ultimi 50 anni.