MirkoJymiMusicalProject - “Moments Of Reflection”
Non conoscevo il progetto ideato da Mirko Jymi, denominato MirkoJymiMusicalProject.
Per saperne di più propongo a seguire
uno scambio di battute che permette di delimitare il perimetro musicale in cui l’artista
si muove.
Mirko è romano ma vive in Brasile, e il suo posizionamento
geografico appare incidere sulle sue creazioni, mix di culture e pensieri approfonditi.
L’amore per certa musica lo porta nel 2020 a realizzare “Planets”,
album che fonde prog, ambient, jazz ed elettronica, realizzato in proprio, tra
l’Italia e il Brasile.
Anche il nuovissimo “Moments Of
Reflection” propone la dimensione autarchica dell’autore che,
tra tastiere, sintetizzatori, hammond, piano, chitarra, basso e sample loops realizza
un album strumentale, sintesi del suo credo musicale applicato al momento contingente.
Mirko Jymi riannoda i fili delle sue passioni originali e presenta
un album facilmente collocabile nella sfera del prog, caratterizzato dallo
spaziare liberamente in tutto quanto unanimemente riconosciuto, ma con uno
sguardo agli anfratti e ai luoghi impensati, azione facilitata dal suo virtuosismo e
dalla tecnologia disponibile.
Sono sei le tracce di un disco strumentale (circa 33 minuti) che si delinea attraverso titoli e sonorità abbinate, una sorta di viaggio in cui si rende omaggio, anche, ai miti del passato.
Apre il percorso “Illusions” che propone il
protagonismo chitarristico e tempi composti intricati. È un viaggio melanconico
con atmosfere costruite sul sinfonismo genesisiano misto, a tratti, ad un modus
fusion. L’amore per Steve Hackett si palesa e caratterizza il brano, anzi, i
brani!
Segue il pezzo più lungo - quasi nove minuti - intitolato “Improvisation
part 3”. Due terzi di traccia molto
“tirati”, segnati ancora dall’elettrica che spazia appoggiata da una sezione ritmica
sostenuta, una sorta di percorso ad alta velocità che trova pace nell’ultima
parte, quando si sviluppa la dimensione onirica e prendono corpo spontaneamente
immagini reali. E se è davvero un’improvvisazione… complimenti!
Con “Indian Tribes” si cambia registro e la dimensione folk, di una cultura popolare specifica, sfocia verso l’ambient, con il contributo di un percussionismo ossessivo e tribale che è leitmotiv del brano.
E si arriva all’autobiografica - almeno credo - “Italian Emigrants In Brazil”. Dopo circa un minuto di introduzione riflessiva, esplode la forza della musica di Mirko Jymi, un rock dalle sonorità a tratti distopiche, e mi piace immaginare il pezzo come una sintesi di uno stato d’animo preciso, legato alla condizione di italiano lontano dalla propria terra: l’artista ha questa possibilità unica, quella di trasferire i sentimenti del momento sulle sue creazioni!
La title track, “Moments Of Reflection”, propone una decisa dicotomia, che è poi tipica di ogni momento di riflessione degno di tale nome. Il pensiero altalenante conduce verso spazi sconfinati, tra dolore e compiacimento e, in questa occasione, l’iniziale quiete sonora viene raggiunta e sorpassata dall’agitazione ritmica e dalla preminenza chitarristica.
Si chiude con “Past And Present” e l’analisi del vissuto appare come la quiete dopo la tempesta. L’elettrica lascia spazio alla classica e l’ipotetico disegno avanguardistico diventa improvvisamente un delicato acquarello alla portata di tutti, e lo sfogo protratto nel tempo - ovvero nei brani precedenti - scema e prende la giusta pausa, in attesa di un nuovo capitolo, di un nuovo pensiero, di una nuova dedica e, in fondo, di un nuovo episodio musicale.
Felice di essere incappato in questo
progetto che si presta ad usi diversificati e che potrebbe interessare non
soltanto i seguaci della musica progressiva.
La connotazione che Mirko Jymi riesce a regalare al suo progetto potrebbe inoltrarsi oltre i confini stabiliti diventando, ad esempio, colonna sonora o commento ad un percorso di vita.
Ecco cosa mi ha raccontato…
La mia prima curiosità riguarda la tua storia, la tua
formazione musicale, i tuoi punti di riferimento…
Il mio amore per la musica nasce da
adolescente ascoltando generi di tutti i tipi. Col tempo ho coltivato questa
passione e ho acquistato una chitarra Yamaha classica, divertendomi a suonare cover
di gruppi rock. Poi iniziai a suonare pianoforte da autodidatta per iscrivermi successivamente
a una scuola per perfezionare il mio stile musicale.
Nel 1990 formai la mia prima band, i
"The Trys", con vari album sul Dark Prog e nel 1996 decisi di
sciogliere il gruppo per motivi personali e seguire le mie passioni, che sono il
jazz, l’ambient e l’elettronica. Ho collaborato con vari artisti
internazionali, come Allan Holdsworth, Alex Acuna e Sergio Mendes.
Ho scritto molto per miei colleghi musicisti fino ad arrivare al mio progetto MirkoJymiMusicalProject, con cui ho realizzato un album “Ambient”.
Mi parli allora del progetto MirkoJymiMusicalProject?
Il Progetto MirkoJymiMusicalProject nasce nel 2003 e mi porta
alla realizzazione di “Planets”, un concept album sulla cibernetica, sui
pianeti sulle forme di vita aliene, sul gas e così via.
Se non sbaglio tra “Planets” e “Moments Of Reflection” esiste
un ristretto spazio temporale: sono collegati tra loro?
No, sono due album
concettualmente diversi.
Mi descrivi il tuo nuovo lavoro dal punto di vista
strettamente musicale?
“Moment of Reflection” è un album diverso da “Planets”, molto
più prog, molto più chitarristico. Ho voluto riabbracciare il prog dagli anni
’70 sino ad arrivare ai giorni nostri.
Anche questo, analogamente al precedente, si può considerare
un concept album?
No, assolutamente, è un album molto diverso.
Chi ha collaborato con te alla realizzazione del tuo nuovo
disco?
L'album è stato realizzato interamente da me con qualche
collaborazione in studio tra Roma e Salvador De Bahia (Brasile), e come
accaduto per “Planets” suono tutti gli strumenti.
Esiste un’etichetta efficace per poter inquadrare la tua
proposta? Come definiresti la tua musica?
Io mi autoproduco dal ’96, da quando ho lasciato la mia band
e poi mi sono trasferito in Brasile dove vivo. La mia musica la definirei molto
varia; per molti anni ho cercato di studiare sonorità diverse, innovative sui
vari strumenti per cercare di non ripetere l’esistente, anche se non è facile.
Hai immaginato una proposizione live, quando la situazione
sanitaria lo permetterà?
Sì, assolutamente. Avevo iniziato col “Planets Tour” in
Brasile, ma poi a causa della pandemia mi sono dovuto fermare. Spero di
riprendere al più presto.
Mi dai un tuo giudizio sulla qualità della musica nel 2020?
Il mio giudizio generico sulla musica del 2020 è il seguente:
ci sono state tante uscite discografiche molto interessanti di miei colleghi.
Ma purtroppo come sappiamo il mercato in Italia naviga nel vuoto. Si dà poca
attenzione ad artisti che fanno vera musica. Si punta solo sulla musica
commerciale e così via…
In che formato è uscito “Moments Of Reflection” e come è
possibile acquistarlo/ascoltarlo?
Il mio nuovo CD uscirà in formato Digipack. Per il momento.
Poi sarà usufruibile anche in vinile. Spero a marzo!
Tracklist:
Illusions (4:17)
Improvisation
part 3° (8:57)
Indian Tribes
(6:25)
Italian
Emigrants In Brazil (6:13)
Moments Of
Reflection (4:58)
Past And
Present (3:13)