ZAPPA... ZOPPO
(dal "Ciao 2001" n. 5 del 6
febbraio 1972)
LONDRA, gennaio
Povero Frank! Il 1971
doveva essere per lui un anno trionfale invece è terminato con una serie di
disastri. E pensare che tutto era iniziato così bene. Il suo “200 Motels”, vale
a dire la summa di tutte le idee che avevano occupato la sua fervida mente durante gli
ultimi quattro anni, si era avverato con la realizzazione del doppio album.
A marzo arrivava il
primo intoppo: il suo show non riceveva il permesso dal management della Royal
Albert Hall, ma con ciò l’interesse per Frank Zappa e i suoi Mothers of
Invention aumentava anche da parte di chi fino ad oggi non era proprio
coinvolto in musica moderna e liriche inconsuete come lo sono quelle di Zappa.
L’artista italo-americano si preparavo così ad una ritorno in grande stile per
la fine dell’anno. Ci sarebbe stata la prima mondiale di “200 Motels”, a
Londra, verso la fine di novembre, seguita poi da una estesa tournée nelle
maggiori città europee: un totale di 14 concerti. Ma è stato proprio a questo
punto che la sfortuna si è accanita contro Zappa e Co. La presentazione del
film non aveva destato molto interesse da parte della critica inglese, così
Frank Zappa aveva deciso di trasmettere attraverso i suoi concerti il “feeling”
del film in modo più… “elementare”.
Uno degli episodi salienti della vita
di Frank Zappa è quello relativo all'aggressione
subita sul palco e la successiva caduta, con frattura di gamba e caviglia.
Ho riesumato un racconto autorevole
dell'epoca, quello di Armando Gallo, che così raccontava il fatto, sulle pagine
di CIAO 2001...
Il Casinò di Montreaux, in Svizzera è
stata la seconda tappa della tournée che era magnificamente iniziata due giorni
prima a Rotterdam, ma proprio a Montreux c’è stato il primo disastro. Durante
la prima ora di esibizione, per cause ancora imprecisate è scoppiato un
terribile incendio. "Abbiamo visto
della gente alzarsi nelle ultime file", mi ha detto Aynsley Dunbar,
batterista dei Mothers, quando l'ho incontrato a Londra. "Quasi nello stesso istante abbiamo visto
delle fiammate e un paio di tizi sono arrivati di corsa con degli estintori.
Frank è andato al microfono dicendo di stare calmi e andare verso le uscite di
sicurezza senza creare panico. Credevamo che l'incendio fosse di piccole
dimensioni e tutto fosse sotto controllo finché un tecnico ha aperto una porta
e al di là c'era un inferno. C'è stato un fuggi fuggi generale e quando siamo
tornati alla fine dell'incendio nemmeno una chitarra s'era salvata".
Zappa e i Mothers hanno
perso tutto a Montreux e sebbene la strumentazione era assicurata per 36
milioni di lire la tournée doveva essere interrotta. Le date italiane e quelle
francesi erano quelle a soffrirne istantaneamente ed il complesso americano si
trasferiva subito a Londra per acquistare nuovi strumenti e continuare la
tournée riprendendo dal Rainbow di Londra dove i biglietti per quattro concerti
erano già stati venduti due settimane prima. Ma qui succedeva il secondo
disastro e Frank sarebbe stato quello ad uscirne letteralmente distrutto. Si
era arrivati al termine del primo dei quattro spettacoli e i Mothers stavano
ritornando in palcoscenico per un bis quando un tizio, più tardi identificato
come Trevor Howell di 24 anni, saltava in palcoscenico aggredendo Zappa. Il
chitarrista, che non si era accorto di nulla, veniva spinto verso l'orlo del
palco e fatto cadere nello spazio sottostante. Nella breve lotta un grande
monitor gli cadeva sopra mandandolo KO. Il palco del Rainbow è quasi
all'altezza del pubblico, ma l'immediato spazio sottostante usato
dall'occasionale orchestre è profondo tre metri e nella caduta Frank si
fratturava una gamba ed un caviglia. Le tremila persone che erano ancora in
piedi per l'applauso del bis rimanevano esterrefatte e Mark Volman, uno dei
cantanti dei Mothers, augurava la buonanotte dicendo che lo spettacolo era
terminato. Di fuori c'erano altre tremila persone pronte ad entrare per il secondo
concerto e gli organizzatori hanno dovuto impiegare tutte le loro energie per
far capire l'accaduto.
La stampa si era assiepata
all'entrata dei camerini e tutti cercavano di sapere cosa fosse accaduto. Carol
Osborne, dell'ufficio stampa della Kinney, casa discografica di Zappa, ha però
allontanato tutti con grandi sorrisi mentre Howard Kaylan, altro cantante dei
Mothers, che con la sua imponente mole è sempre il burlone del complesso era
quasi allucinato dall'accaduto: "La gamba è
rotta. La gamba è rotta!" borbottava. "E' tutto così pazzo. Sembra
che la ragazza di quel tizio fosse innamorata di Frank o qualcosa del genere.
Che pazzia!".
Zappa rimarrà in
ospedale per tre settimane dopodiché tornerà in America con il manager Herb
Cohen, mentre i Mothers già hanno lasciato Londra. Questo significa che la
tounée è stata irrimediabilmente interrotta e così anche tutta la promozione
dell'album Fillmore che Zappa suonava per intero dal vivo. Fillmore è l'ultimo
disco di Zappa e con questa tournée si voleva render noto al pubblico che
questo microsolco è nato dopo "200 Motels" e quindi spiegava la
redente evoluzione musicale dei Mothers.
Frank Zappa... zoppicherà per circa tre mesi e tutti i suoi progetti immediati,
che comprendevano un altro film dal titolo "Billy The Mountain",
dovranno essere drasticamente rinviati. Un arresto dovrà subire anche
l'incisione di un nuovo album fissata per febbraio e il lavoro di messa in
opera dell'intera collezione discografica dei Mothers, un'antologia musicale
comprendente nove albums. Il tutto doveva uscire in circolazione a marzo, ma ora
si pensa che la collezione non potrà esser pronta nemmeno per la fine
dell'anno.
L'incidente del Rainbow ha compromesso anche l'esito di una ambiziosa idea
della Ricordi. La casa discografica italiana aveva organizzato per Frank Zappa
una serie di interviste con i maggiori rappresentanti della stampa italiana che
erano stati invitati a Londra. Sperando di parlare più a lungo con Zappa
durante quell'occasione non ho insistito molto in una intervista quando ho
incontrato Frank Zappa, prima del concerto del Rainbow, in compagnia del
giornalista inglese Keith Altham. Altham conosce Zappa da molto tempo e tra i
due la conversazione fluiva come un chiacchierata d'amici. Zappa parlava molto
francamente facendo notare a Altham come un giornalista prevenuto contro di lui
e la sua musica lo mandasse in bestia:
"Poiché vivo e lavoro nel mondo dello
spettacolo" diceva Zappa "sono interessato alla comunicativa che il mio
'act' può sprigionare tra me e il pubblico. Per fare ciò i miei mezzi sono un
album, un concerto, un festival o un'intervista con la stampa. Mi rendo conto
che con un'intervista posso raggiungere molta più gente che con un album
stesso. Il particolare giornale viene comperato da un milione di persone e
mettiamo il caso che un altro mezzo milione lo legge perché lo prende in
prestito sono quasi sicuro che perlomeno 700 mila persone leggono l'articolo
con la mia intervista. Ma spesso non riescono ad identificarsi in
quell'intervista. Le mie parole vengono ascoltate, trascritte e poi quando il
giornalista è davanti alla macchia da scrivere le modifica, le reinterpreta e le riorganizza in modo che soddisfino i suoi
fini artistici e politici. Sono sicuro che chi scrive un articolo è sempre più
o meno coinvolto in quello che scrive e se un giornalista pensa che sono un
idiota è difficile che con un incontro riesca a ricredersi. Sull'articolo non
scriverà che sono un idiota , ma è difficile che con un incontro riesca a
ricredersi. Sull'articolo non scriverà che sono un idiota perché non lo sono,
ma sicuramente il suo servizio avrà dei termini ironici o qualcosa del genere.
Questo succede nel maggiore dei casi. C'è sempre un certo Mr. X che viene
chiamato dal suo redattore che gli dice: "Frank Zappa è in città, voglio
un servizio". Ora, Mr. X sa che incido dischi e che suono qualcosa, ma no
sa nulla di definitivo su di me. Non può andare dal redattore capo e dire che
non può fare il pezzo. Così inizia a documentarsi e va a vedere un mazzo di
ritagli che parlano di me. Tutti pezzi fatti da tanti Mr. X prima di lui. Così
quando Mr. X viene a trovarmi crede di sapere tutto su di me e si è già formato
una personale opinione di Zappa che si rispecchierà poi nell'articolo che
scriverà più tardi".
Zappa è stato
definito il Campione dell'Underground, ma cosa ne pensa lui?
"Quella definizione è stata
costruita per me da gente che non sarebbe mai capace di capire le raffinatezze
di tale concetto. In altre parole se devo essere il Campione di qualche cosa mi
ritengo il Campione del 'non-interessante'. Idee e fenomeni ai quali la gente
non presterebbe normalmente nessuna attenzione. Sono sempre alla ricerca di
persone ed esperienze e cose che altra gente forse ignora perché o hanno paura
di affrontare qualcosa di strano o addirittura sono terrorizzati dalla sola
idea di essere differenti dal resto della gente con la quale vivono giorno per
giorno. Sono molto interessato a questo genere di argomenti ed è quindi logico
che il mio lavoro ne subisca una fondamentale influenza. Dire che cono il
Campione dell'Underground è solo una generalizzazione d'idee. Una
semplificazione per quella gente che finora non ha capito nulla di me".
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