Nik Turner e Arabs in Aspic
Si è conclusa la seconda edizione del Porto Antico Prog Fest, andata in scena nei giorni 14 e 15 luglio, organizzata ancora una volta da Black Widow Records, in collaborazione con Porto Antico e Ernyaldisco.
Gli impegni
dalle parti di Piazza delle Feste, il palco centrale, mi hanno tenuto lontano
dal Palco Millo, dove hanno suonato Jus
Primae Noctis e Flower Flesh, ma
prossimamente, su MAT 2020,
comparirà un resoconto completo dell’intera manifestazione, seguita da un
collaboratore della rivista.
Scaletta corposa,
con presenze straniere di tutto rilievo e band italiane importanti del circuito
prog.
Aprono i Melting Clock
- che non conoscevo -, una giovane formazione genovese che propone un prog
melodico favorito dalla vocalità di Emanuela Vedana, e nei trenta minuti
disponibili dimostrano un buon approccio verso un genere che ricevono,
probabilmente, in eredità dai genitori - santi! - e, dopo la proposizione del
loro Ep, concludono nel nome dei Genesis, tanto per sottolineare passioni e
intenti.
Li attendiamo ad ulteriore prova.
Li attendiamo ad ulteriore prova.
Arriva il momento
dei Mad Fellaz,
band di Bassano del Grappa che ha al suo attivo un paio di album, e che si presenta con una line up rivisitata.
In pieno cambiamento
- partono come gruppo strumentale ed evolvono nel tempo -, hanno dato nell’occasione
dimostrazione di grande virtuosismo, e l’inserimento di un cantante tendente al
rock - frontman di grande personalità -
bilancia brillantemente il tecnicismo di Paolo Busatto & C.
Mi sono piaciuti.
Momento
particolare quello che ha visto on stage Il Cerchio D’Oro, musicisti savonese arrivati al
terzo album, uscito un paio di giorni prima, ed è stato quindi emozionante
assistere al battesimo live, tra l’altro con due dei tre ospiti presenti nel
disco, Pino Ballarini (ex Il
Rovescio della medaglia) e Paolo Siani
(Nuova Idea).
De “Il fuoco sotto la cenere” - è questo il
titolo del nuovo lavoro - scriverò in altra occasione, ma lo stralcio live ne
ha lasciato intendere il livello qualitativo.
A seguire i Delirium IPG
che si sono… misurati col passato, presentando “Delirium III-Viaggi negli arcipelaghi del tempo”, appositamente
richiesto dal popolo prog giapponese, paese che li ospiterà nel mese di agosto.
Album che non ricordavo,
ed è stata una bella sorpresa sentirlo dal vivo.
Grandi come
sempre.
A concludere la serata
i Gens de la lune
che vedono tra le loro fila il mitico Francis Decamps, ex ANGE.
Una novità per la
maggior parte dei presenti, ma valeva la pena assistere… per l’energia messa in
campo, per l’originalità e per la capacità di donare dinamicità a buona parte
del pubblico.
Inizio della
seconda giornata con i genovesi Panther & C., reduci dal grande successo al
Prog’Sud, e forti della recente pubblicazione del loro secondo disco.
Anche in questo
caso bissano il gradimento del pubblico e regalano una performance convincente…
davvero bravi e in fase di continua evoluzione.
I Mr. Punch,
con il loro tributo ai Marillon, toccano le corde del sentimento e fanno
riemergere passioni mai sopite. Musicisti dai tanti progetti paralleli,
confluiscono in questo contenitore che stimola la memoria e fasti passati… e
con loro sul palco il tempo pare si sia arrestato.
I The Mughsots
arrivano da Brescia e portano in scena la loro teatralità, i loro colori, la
forza di una gioventù dalle idee chiare e dal disco facile. Martin Grice interviene come guest e
impreziosisce un’esibizione coinvolgente. Da seguire, anche in fase live.
Conoscevo gli Arabs in Aspic
per effetto del loro ultimo album, ma la prova dal vivo fornisce altre
indicazioni. Sono precisi, tecnici, sufficientemente calorosi - nonostante arrivino
dalla Norvegia! - e in buon equilibrio tra la ricercatezza del prog e un sano
rock.
Diventano anche
la base per l’ospite finale col quale eseguono un intero set.
Il signore in
questione è un certo Nik Turner, cofondatore degli Hawkwind,
cantante e sassofonista che, nonostante i suoi settantacinque anni, dimostra di
avere ancora una discreta forza espressiva, con un controllo totale della vocalità,
in questo momento un po’ limitata.
Il pubblico da subito
si scalda, balla, si assiepa davanti al palco, e rende il giusto tributo a chi
ha fatto la storia della musica…
Che altro dire, un grazie alla Black Widow, due giorni di
musica ad alto livello per una manifestazione che, si spera, possa proseguire
nei prossimi anni.