Panther & C.-“il Giusto Equilibrio”
Black Widow
I genovesi Panther & C. ritornano all’impegno discografico dopo il fortunato esordio di due anni fa, “L’epoca di un altro”.
Spinti dalla presa di coscienza
che la loro musica piace e trova il gradimento del popolo del prog, realizzano
un nuovo album, “il Giusto Equilibrio”, ancora
una volta in collaborazione con la Black
Widow, oltre 46 minuti di musica suddivisa su cinque tracce.
Vista dall’esterno quella dei
Panther & C. sembra una favola prolungata, un sogno forse coltivato da una
vita che si materializza all’improvviso nel momento in cui le passioni assumono
concretezza e il prodotto di sintesi si può finalmente toccare, ascoltare,
rimirare e, soprattutto, condividere.
La chiacchierata a seguire racconta,
come sempre, dettagli importanti, ma sono stato testimone di due live, in tempi
diversi, e ho carpito questo stato di grazia in evoluzione, con una sorta di
passaggio dal cauto approccio sino alla consapevolezza della valenza di ciò che
si propone.
C’è tecnica e cuore dietro alla
loro musica, ma c’è largo spazio per i messaggi, perché la maturità determina
le priorità - in tutti i campi -, e magari è più facile oggi arrivare a pensare che oltre ai
tempi composti e a magnifiche trame tastieristiche si debba trovare lo spazio per far
volare in alto il proprio pensiero, nella speranza che venga afferrato da più
anime possibili.
Ed è proprio una vista dall’alto
quella che troviamo ne “il Giusto Equilibrio”, un punto di
osservazione che testimonia un “un
passaggio epocale”, che va giudicato in modo oggettivo, meglio se da
posizione privilegiata:
“Da quassù il mare è niente anche se rispecchia la vita… ti sei già
scordato che la natura non è un quadro appeso là ma respira!... Osservo l’uomo che
osa copiare ciò che è naturale… ali d’acciaio, un forte boato… una nube di
fumo, tutto è crollato… e non riesco a capire come può un volo portare la morte,
creare dolore… vi guardo dall’alto e mi chiedo se questa è la vita…”.
E l’invito alla riflessione, alla
ricerca continua di un bilanciamento delle nostre azioni nella ricerca continua
della serenità, diventa l’amara considerazione che tutto ciò va fatto con
rapidità, per non perdere neanche un minuto, visto il poco tempo che ci è
concesso per lasciare traccia del nostro passaggio in questo mondo.
Tutto ciò è avvolto dalla
musica, brani dilatati - sulla scia degli stilemi del prog - basati su un forte
impegno di squadra, team arricchito dalla presenza del nuovo batterista, Folco Fedele, che con il bassista Giorgio Boleto forma una potente
sezione ritmica che sostiene i fraseggi di Riccardo
Mazzarini - chitarra - e i passaggi ad ampio respiro del tastierista Alessandro La Corte, mentre tocca al
frontman Mauro Serpe il compito di…
metterci la voce e cesellare con il suo flauto traverso.
Si apre con “… e continua ad essere…” - che propongo a
seguire -, un brano che appare come perfetta intro del viaggio concettuale che
i Panther propongono, con dinamicità variabili e un senso di apertura genesisiano
che spalanca le porte per la musica che sta per arrivare… il bridge che conduce
verso l’altra sponda del fiume…
La title track è una traccia di
oltre tredici minuti che ho avuto l’opportunità di ascoltare in anteprima il 1
ottobre scorso (https://www.youtube.com/watch?v=NPxxxHSTM_g)
al Govi di Genova, quando i Panther & C. parteciparono ad un evento storico
assieme agli Analogy.
Anche in questo caso la varietà di
situazioni tipica della libertà “progressiva” colpisce, e si ha spesso la percezione
che la “materia fusa” contenga i semi del prog, con momenti di virtuosismo che
restano sempre entro i confini del copione pianificato, e la sensazione che
nasca, nel corso dell’ascolto, un rapporto osmotico, solitamente tipico dei
live, dove si entra in piena relazione e coinvolgimento.
“Oric” è il versante quieto del
pianeta Panther, attimo in cui la poesia si sposa al pacifico incedere
strumentale e calmiera un percorso sonoro variegato, un altro punto di equilibrio!
“Fuga dal lago” è un’altra long song che porta a galla il DNA della
band, o almeno parte di essa, con pillole di Gabriel e soci, miti che non si possono e
non si vogliono dimenticare: un gioiellino.
La chiusura del disco è affidata a
“L’occhio del gabbiano”, il brano più
lungo, a tratti aulico, melodie e puro rock al servizio del progetto. Anche in
questo caso siamo al cospetto di un brano che potrebbe essere rappresentativo
dell’intera filosofia musicale dei Panther.
La sensazione che ho avuto sin dal
primo ascolto è che nello spazio di breve tempo sia avvenuta una grande
maturazione musicale, accelerata dall’unione delle esperienze di vita e corroborata
dai riconoscimenti di critica e followers.
Davvero un disco notevole, e per
chi si trovasse nei paraggi, Genova, il
15 luglio è un buon giorno per ascoltare che cosa sanno fare i Panther & C.
https://www.facebook.com/panthereci/
https://www.facebook.com/panthereci/
L’INTERVISTA
E arriviamo al secondo atto discografico dei Panther & C.; a
distanza di due anni è uscito “il Giusto Equilibrio”: che cosa rappresenta
nella vostra evoluzione? Si può considerare un link con il precedente “L’epoca
di un altro”?
Sicuramente è la continuazione, con una concreta presa di
coscienza del numero inaspettato di persone che ha apprezzato la nostra musica
e nei confronti delle quali è nostro dovere e piacere rimanere con i piedi per
terra per continuare ad offrire un prodotto genuino e spontaneo.
Raccontatemi l’idea base contenuta nel disco, i messaggi e le
novità musicali…
E’ il caso di dire che proprio in considerazione di quanto prima
esposto è necessario che tutto sia sempre in perfetto equilibrio con la realtà.
L’entusiasmo, la passione, il lavoro, l’amore, ecc. devono essere in giusta
dose senza eccessive e inutili esuberanze e senza troppe privazioni. Ciò può
determinare e contribuire ad ottenere quello stato di serenità che serve
all’uomo per affrontare la sua escursione nella vita.
Rispetto al primo lavoro c’è stata un’evoluzione della line up…
Sì. Finite le registrazioni di “L’Epoca di un altro” il batterista Roberto Sanna lascia il gruppo e
subentra Stefano Alpa. Validissimo musicista con il quale componiamo una buona
parte di ciò che è presente nel CD “Il
Giusto Equilibrio”; purtroppo per impegni lavorativi è costretto a
lasciare. Intanto si presenta la grande occasione di aprire la serata come
opening act dei mitici ANALOGY in data 1 Ottobre 2016. Quindi… AAAAAA, cercasi
batterista! Un amico ci diede il numero telefonico di un batterista
professionista il cui nome echeggiava già negli ambienti jazz e rock del basso
Piemonte e Liguria. Fu molto attratto dai nostri brani e direi che decise lui
di entrare a far parte della band e noi onoratissimi di avere alla batteria il
maestro Folco Fedele!
Anche in questa occasione la copertina è molto evocativa e di forte
impatto: me ne parlate?
L’autore è ancora una volta Gianluigi Zautredi Boleto (fratello
del nostro Giorgio) e direi che ha messo in evidenza la necessità di un giusto
equilibrio tra due dimensioni: dalla segregazione ad una finestra di libertà,
squarciando la corazza che spesso le avversità della vita ci costruiscono
addosso.
All’interno del libretto troviamo dei bozzetti fatti da mio
fratello Enzo a cui abbiamo chiesto di descrivere il concetto di ciascun brano
con una grafica estremamente semplice.
Ad ottobre ho avuto occasione di sentire dal vivo l’anticipazione
del disco, quando suonaste al Govi, concerto a cui avete fatto accenno: siete
soddisfatti della resa live ?
Il palco è sempre un banco di prova fondamentale in cui realizzi
se realmente la tua musica trasmette le sensazioni che intendi descrivere. La partecipazione
del pubblico è importante e determina la marcia in più della band. Vivere ciò
che, ad esempio, abbiamo vissuto in Francia è assolutamente entusiasmante.
A proposito, come è andata al Prog’Sud?
Benissimo! Non ci aspettavamo un’accoglienza così calorosa, una
partecipazione di pubblico emozionante. Scorgere il labiale di persone che non si
conoscono, per lo più straniere, che cantano insieme a noi. Scoprirne altre con
gli occhi colmi di lacrime per l’emozione. E un grande Bruno Cassan che, anch’egli
super emozionato, ti soffocava con lunghi e stretti abbracci… Essere poi
avvicinati a fine concerto da tanta gente per una stretta di mano e per dirti
in un francese italianizzato: “grazie per
la vostra musica!”, sono momenti indescrivibili che ti invogliano a… fare
il terzo CD!
Prosegue la collaborazione con la Black Widow: legame ormai
indissolubile?
Sicuramente la promozione che Black Widow Records ci offrì per il
primo CD diede risultati immediati, con recensioni ultra positive e
adrenaliniche; in poco tempo la maggior parte delle riviste di settore nel
mondo hanno parlato di noi; dimostrazione questa della grande e affermata
professionalità di BWR. La collaborazione continua anche per questo nostro
nuovo CD, progredendo in maniera ancor più rafforzata ed incisiva. Grazie a loro
apriremo la seconda serata del Porto Antico Progfest, il 15 Luglio, alle ore
18:30
Dopo due album e tante soddisfazioni, quanto è aumentata la vostra
autostima, la consapevolezza della vostra qualità e del favore del pubblico del
prog?
Sicuramente prendere coscienza che la nostra musica piace a molti
è estremamente appagante e aiuta ad avere una maggiore sicurezza durante i live,
ma sempre con i piedi per terra. Come dice Bruno Cassan: “Il privilegio dell’età…” ci consente di essere severi spettatori di
noi stessi e quindi dotati di autocritica a 360 gradi cercando così di
mantenere tutto in “giusto equilibrio”!
Come e in che occasioni pubblicizzerete l’album?
Come detto prima BWR cura direttamente la promozione, la
distribuzione e la vendita; noi sicuramente con i nostri concerti anche se
purtroppo ci sono troppe poche occasioni per poter fare dei “live”, un po’ per
la mancanza di locali e molto per la diffidenza dei gestori di quei pochi spazi
che possono ospitare eventi rock, in quanto si teme una scarsa affluenza di
pubblico, e in parte hanno ragione! Sentiamo spesso persone che lamentano che
nella propria città non avviene mai niente, non ci sono concerti e sono tutti
grandi conoscitori di rock di ogni tipo.; poi quando si crea un evento
dedicato… quattro gatti e si fa fatica a coprire i costi!
E se vi chiedessi di guardare avanti, verso novi traguardi musicali,
che cosa intravedete?
Guardando troppo lontano si rischia di inciampare… quindi si
semina e si raccoglie, e come nelle stagioni della natura puoi avere un bel
raccolto o meno.
Intanto studiamo, guardiamo, godiamo e ringraziamo giorno dopo giorno.
TRACK LIST:
01 - … e continua ad essere… (4.27)
02 - Giusto equilibrio (13.32)
03 – Oric (4.33)
04 – Fuga dal Lago (11.29)
05 – L’occhio del gabbiano (13.41)
02 - Giusto equilibrio (13.32)
03 – Oric (4.33)
04 – Fuga dal Lago (11.29)
05 – L’occhio del gabbiano (13.41)
LINEUP:
Riccardo Mazzarini - guitar
Mauro Serpe - flute, vocals
Alessandro La Corte - Keyboards
Giorgio Boleto - bass
Folco Fedele - drums